dall’ufficio stampa Aironi
In occasione della partita di sabato pomeriggio alle 14,30 allo stadio Brianteo di Monza i tifosi degli Aironi e dell’Ulster avranno la possibilità di compiere una buona azione. All’interno della tensostruttura nel villaggio dei tifosi sarà infatti presente il banchetto di Unicef con le Pigotte, le bambole simbolo del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia.
La Pigotta è una bambola di pezza, una bambola speciale che può salvare la vita di un bambino in un paese in via di sviluppo. Le Pigotte in dialetto lombardo erano le bambole di pezza del dopoguerra; oggi sono le bambole dell’Unicef, uniche ed irripetibili. Con una donazione minima di 20 € tutti possono adottare una Pigotta e sostenere l’Unicef e i suoi programmi salvavita dell’Africa centrale e occidentale.
Ogni giorno infatti, nel mondo muoiono 22.000 bambini sotto i 5 anni per cause che possono essere facilmente prevenute o curate. L’Unicef vuole arrivare a zero. Da qui nasce appunto la campagna “Vogliamo Zero”.
Il 40% dei bambini muore per varie complicazioni neonatali, mentre le principali cause “dirette” di decesso nei primi 5 anni di vita sono: polmonite e altre infezioni respiratorie acute (18%); diarrea (15%); malaria (7%); morbillo (4%); incidenti e ferite (4%); AIDS (2%), oltre a diverse altre cause (10%). Oltre un terzo delle morti infantili ha come causa concomitante la malnutrizione materna e infantile.
Una Pigotta rappresenta un bambino in attesa di un aiuto che può salvargli la vita.
Con la sua adozione, l’Unicef può garantire a un bambino in Africa una serie di interventi salvavita che prevedono cure mediche, acqua potabile, alimenti terapeutici, zanzariere antimalaria.
La Pigotta infatti finanzia un pacchetto di interventi chiamato ACSD (Accelerated Child Survival and Development) capaci di salvare la vita di oltre 396.000 bambini in Benin, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Guinea Bissau, Senegal e Togo. Si tratta di un’azione capillare e integrata per arrivare fino ai villaggi più remoti e garantire alle popolazioni locali alimenti terapeutici, vaccini, zanzariere, sali reidratanti, assistenza alla gravidanza e al parto oltre che interventi di educazione sanitaria e nutrizionale.