Il Vietnam, ventisei anni dopo il doi moi, la riforma che lo ha portato sulla via del libero mercato, non cessa di veder crescere la propria economia. Ma andiamo con ordine. Giorni fa il primo ministro Nguyen Tan Dung ha affermato che l’Esecutivo, per il 2013, mira a un aumento del pil (prodotto interno lordo) compreso tra il 6 e il 6,5 per cento. Ha quindi rilasciato importanti dichiarazioni, sia sul piano di sviluppo socioeconomico e d’investimento, sia sul bilancio per il prossimo anno, sottolineando l’importanza della ristrutturazione delle banche commerciali, degli investimenti, e del ruolo delle aziende pubbliche.
Un agricoltore in Vietnam
Ha quindi ribadito che il Governo manterrá il controllo dei prezzi di elettricitá, benzina e servizi pubblici, al fine di contenere l’inflazione e stabilizzare l’economia. Frattanto, nel corso di un convegno organizzato dall’Asia-pacific economic cooperation (Apec), l’esperto Pham Quang Huy ha dichiarato che nel 2011 il Paese asiatico é stato il secondo esportatore di riso al mondo, con 7 milioni e 200mila tonnellate. Buone notizie anche sul fronte manifatturiero. Secondo la previsione dell’azienda tessile statale Vinatex, il valore dell’export del settore potrebbe raggiungere, nel primo semestre dell’anno, la cifra record di 600 milioni di dollari.
La somma porrebbe il comparto al primo posto dell’export vietnamita, per il valore delle esportazioni.
(Francesco Giappichini)