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Pillole di storia: Engels, Cortés e il progetto comunista

Creato il 24 marzo 2013 da Wally26

engels

Il nemico del comunismo non è il capitalismo; anzi Engels, in un suo articolo pubblicato sul giornale « Neue Bruxelles » del 23 gennaio 1848,  scriveva:

Continuate pure a lottare coraggiosamente, cari signori del capitale. Per ora, abbiamo bisogno di voi, anzi perfino del vostro dominio. Voi dovete togliere di mezzo i resti del Medioevo e la monarchia assoluta; dovete distruggere il patriarcalismo; dovete centralizzare, dovete tra­sformare tutte le classi meno ricche in veri proletari, in reclute per noi; mediante le vostre fabbriche e le vostre relazioni commerciali, dovete fornirci la base materiale, necessaria al proletariato per la sua liberazione. Come mercede, vi sarà concesso di regnare per un breve tempo (…); ma non dimenticatelo: il carnefice sta dietro la porta ad aspettare »

Poco prima, il grande statista cattolico spagnolo Donoso Cortés met­teva a punto il programma comunista.

Prima condizione è che la rivoluzione, dopo aver dissolto la società, disarmi gli eserciti; seconda, che il socialismo, eliminando la classe dei proprietari, faccia estinguere il patriottismo che non può esistere in ceti diseredati; terza, che si realizzi definitivamente la potente federazione di tutti i popoli slavi sotto l’influenza e il patrocinio della Russia. Orbe­ne, quando in Europa non ci saranno piú eserciti, perché congedati dal­la rivoluzione; quando in Europa sarà scomparso il patriottismo, perché spento dal socialismo; quando all’Oriente d’Europa si sarà realizzata la grande federazione dei popoli slavi; quando in Occidente ci saranno due eserciti, quello dei diseredati e quello degli sfruttatori, suonerà nel­l’orologio dei tempi l’ora della Russia e il mondo assisterà al piú grande castigo di cui si abbia memoria » (Donoso Cortés, Obras Completas, Ma­drid 1946, vol. 2°, p. 311).

Di Donoso Cortes leggi: “Essays on catholicism, liberalism and socialism : considered in their fundamental principles (1879)

Dinnanzi al programma comunista di conquista del mondo non si schiera il capitalismo, ma Hitler.

Aiutato dal capitalismo anglo-americano il comunismo sovietico, mentre sta per essere annientato dalle truppe naziste, si salva, quindi supera la sua seconda crisi economica e la fame (la prima volta era stato pure salvato, al tempo di Lenin dal capitalismo anglo-americano), e riorganizza i suoi quadri; quindi col denaro sottratto agli operai (che è il triplo di quello che Marx e Lenin dichiarano rubato ai medesimi dai ca­pitalisti) fa le scuole di partito, mediante le quali forma i suoi propagan­disti; con le piú raffinate tecniche psicologiche li prepara a saper sobil­lare i lavoratori, a saper organizzare gli scioperi, gli aumenti selvaggi di stipendi, onde rovinare e far fallire le industrie, aumentare la disoccu­pazione, l’inflazione e il malcontento e preparare la strada al comuni­smo; contemporaneamente con le scuole della rivoluzione prepara i terroristi a saper fare i sequestri, le rapine, gli omicidi, a saper diffonde­re il senso d’insicurezza, a saper scatenare le guerriglie, le rivoluzioni e a fare i colpi di stato.

È cosí che il comunismo, pur non essendo riuscito in nessuna nazione con libere elezioni a conquistare il potere, è riuscito a conquistare i Bal­cani, la Cina, Cuba, il Vietnam, la Cambogia, il Laos, l’Etiopia, il Monza­bico, l’Angola; ed è cosí che si sta preparando al dominio mondiale.

Per il resto tutti conosciamo la lotta accanita, sia sanguinosa, sia di­dattica, del comunismo per distruggere completamente ogni fede, par­ticolarmente la Chiesa Cattolica. Il mezzo principale, se non unico, del Comunismo per raggiungere il potere, mantenerlo e per estenderlo è la disinformazione, ossia l’occultamento delle proprie malefatte, e la menzogna organizzata. Dice Solgenitsin:

Chiunque fa della violenza il proprio metodo di governo deve per forza ricorrere alla menzogna co­me copertura ».

Di ciò ha fornito un’ennesima prova nel Convegno di Parigi del dicembre 1984 la giornalista Claire Sterling producendo la documentazione raccolta in anni di ricerche sull’origine sovietica del­l’attentato di Alí Agcià a Giovanni Paolo II e rilevando le manovre del Governo sovietico ad opera di killer, diplomatici, di agenti per elimina­re lui fisicamente e per dare e far dare altre versioni dei fatti. L’ultima arma del Comunismo: la pace.

Tratto da: “L’ultima Battaglia” di padre Padre Ildebrando A. Santangelo (Servo di Dio)


  
      
      
      
      
      
	   
	  

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