Cari lettori pelati, benvenuti all’edizione speciale della nostra rubrica al femminile, dedicata ai personaggi della carta stampata.
“Chi dice donna dice danno”, “donna al volante pericolo costante”, “la donna vive più a lungo, perché non ha una moglie”: sono tante le frasi fatte che se la prendono con noi fanciulle e, a cominciare da Socrate (quante versioni ho fatto che parlavano della sua terribile moglie?), spesso gli uomini non hanno fatto un lusinghiero ritratto delle nostre qualità. Né sempre i personaggi femminili creati dalle donne portano onore alla categoria. Per fortuna, non sono comunque pochi i personaggi, di penna maschile o femminile, di ragazze e donne dotate di carattere, forza d’animo (e non solo d’animo) e profondità. In questa giornata di celebrazioni, io (ileniathebookworm) e novalee90 abbiamo deciso di parlarvi delle nostre preferite.
JANE EYRE (Jane Eyre di Charlotte Bronte) – novalee90
Non sono un uccello; e non c’è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà, che ora esercito lasciandovi.
Amare un personaggio femminile è diventato difficile. O meglio, ormai si tende ad amare un solo tipo di donna: la donna forte, che combatte e non piange. Se leggiamo (o vediamo sullo schermo) di una donna che piange e soffre, se non per validi motivi, è soltanto un cliché e non va bene, perché viviamo in tempi difficili ed è meglio non confrontarci con donne così “deboli”.
Ma una donna va amata solo quando è più simile a un uomo?
Secondo me esistono diversi modi attraverso i quali una donna può dimostrare la sua forza: per questo uno dei miei personaggi femminili preferiti in assoluto è Jane Eyre.
Ve la presento: non è una strega, non combatte ogni giorno contro il male, non è dotata di una forza straordinaria. Se stessa è tutto ciò che ha.
Jane è una bambina che diventa donna senza l’affetto e la gentilezza di una famiglia e che nonostante questo diventa lei stessa una persona gentile, forte, buona.
Altro particolare interessante: Jane non si reputa bella. Ma è intelligente e dotata di un forte spirito, ed è proprio questo che farà innamorare di lei Edward Rochester, padre della bambina alla quale Jane fa da istitutrice. Ed è proprio a questo punto che la donna dimostra tutta la sua forza: quando è sul punto di ottenerla, vede la sua felicità andare in pezzi scoprendo che il suo Edward è già sposato. E lei cosa fa? Prende una decisione difficilissima: seppur consapevole di amare l’uomo e di potere amare soltanto lui con altrettanta passione, decide di andarsene. Decide di dare ascolto alla sua morale, decide di non svendere la sua dignità e nonostante il suo cuore ne rimanga completamente distrutto, non cede e sceglie se stessa.
Sarà un personaggio vecchio di duecento anni, ma credo che chiunque avrebbe tanto da imparare da lei: una donna non deve MAI avere paura di compiere una scelta. In una società completamente diversa dalla nostra dove una donna sola non ha un futuro, lei rifiuta non uno ma ben due pretendenti seguendo le sue convinzioni senza lasciarsi sviare e ottiene comunque il suo lieto fine. Se lo ha fatto lei, possiamo farlo anche noi.
Insomma, Jane nel suo essere così umana e vera mi ha insegnato tanto: grazie a lei so che anche una ragazza comune può elevarsi. So che non è importante quello che gli altri vedono in te ma quello che tu vedi in te stessa. So che vale la pena essere gentili con il prossimo, anche se non sempre il prossimo fa altrettanto con te. So che non vale la pena rinunciare alla propria morale per un uomo, anche se è quello “giusto”. So che oggi sto soffrendo, ma domani mi sveglierò più forte di prima.
So che non è necessario avere i super poteri per essere un’eroina. Per me stessa e per gli altri.
Sophie (Il castello errante di Howl, di Diana Wynne Jones) – di ileniathebookworm
Sophie Hatter era la primogenita di tre sorelle, e non era nemmeno figlia di un povero taglialegna, cosa questa che le avrebbe dato una qualche possibilità di successo; i suoi genitori, anzi, erano benestanti e gestivano un negozio di cappelli per signora nella prospera cittadina di Market Chipping.
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Nella terra di Ingary essere il primogenito di tre figli è una sfortuna: sappiamo tutti che è sempre il terzo figlio a portare a termine l’avventura, là dove i primi due avevano fallito. Lo sa bene anche Sophie ed è fin troppo rassegnata al suo ruolo, decisa a non cercare fortuna, a non inseguire sogni e a non vivere avventure per non sfidare la famigerata regola del fallimento del primogenito. Nei primi capitoli vediamo Sophie sminuirsi, nascondersi, rendersi quasi invisibile con abiti grigi e vivere come una vecchietta finché… finché un incantesimo non la trasformerà davvero in vecchietta e allora avrà inizio la sua avventura. Liberata dalle sue paure perché il peggio e già successo e col pensiero che “nella mia condizione attuale non vale la pena di preoccuparsi troppo”, sarà proprio nei panni di qualcun altro che Sophie non avrà più paura di essere sé stessa, che si tratti di minacciare un demone del fuoco, di mettere in riga un mago affascinante, di salvare un principe in difficoltà o di andare a trattare con il re.
Sophie è coraggiosa ma inizialmente insicura, ha personalità però teme quello che potrebbe succedere se la tirasse fuori, spesso è inconsapevole della propria forza e delle proprie qualità: tuttavia nel corso del romanzo affronta un percorso di crescita che la porta a tener testa a Streghe e sovrani, scoprire cosa vuole davvero, lottare per ottenerlo. E anche se la sua arma non è la spada ma sono le parole, la ragazzina/vecchietta che si batte per sé stessa e coloro che ama dimostra di saper vincere la paura e poter affrontare ogni ostacolo a testa alta. D’altra parte, come sottolinea lei stessa, è una rossa naturale! Una forza della natura, insomma.
Hunter (NessunDove, di Neil Gaiman) – di ileniathebookworm
<<In questo momento>> disse Hunter <<siamo sotto l’Armistizio del mercato. Ma se provi a fare un’altra cosa del genere, revoco l’armistizio, ti spezzo le braccia e te le faccio riportare a casa con i denti. Ora,>> continuò piegandogli il braccio dietro la schiena <<di’ mi dispiace. Con gentilezza.>>
Hunter nello sceneggiato BBC di NeverWhere
Hunter è la Guerriera, il cacciatore leggendario, la guardia del corpo famosa in tutto il Mondo di sotto per aver ucciso Bestie mitologiche. Un altro autore avrebbe scelto un uomo per questo personaggio, invece Neil Gaiman affida il ruolo a una donna, che il protagonista scambia addirittura per una prostituta. Sono stata molto indecisa sull’inserire Hunter in questa rubrica, un omaggio alle donne pubblicato proprio per la Giornata Internazionale delle Donne. Perché? Si tratta di un personaggio non del tutto positivo, in ogni caso certo non un modello da seguire. Allora perché è qui? Perché ho preferito dare risalto a un personaggio magari non “buono” ma perfettamente realizzato, caratterizzato in modo da non essere una macchietta, un personaggio tormentato che fa delle scelte difficili e ne paga le conseguenze. Come Sophie, anche Hunter attraversa un percorso che la porta molto lontano dal punto di partenza ma, al contrario di Sophie, questo percorso è un cammino verso l’oscurità. Hunter è una donna complessa, capace di salvare la vita come di uccidere, ha scelto di fare un lavoro duro in un mondo duro e forse questo l’ha cambiata, oppure l’ossessione per il raggiungimento del proprio obiettivo alla fine ha avuto la meglio sul senso del giusto e dello sbagliato, però non è facile giudicarla, anzi. E come non posso che essere felice del fatto che le protagoniste femminili acquistino caratterizzazioni sempre più complesse e sfaccettate, così apprezzo la creazione di un personaggio femminile oscuro ma in modo realistico, complicato, vero. Hunter è l’altra faccia della medaglia rispetto a Sophie e non vorreste mai incontrarla in un vicolo buio ma rimane comunque uno dei personaggi femminili più affascinanti che io abbia incontrato nella mia vita di bookaddicted.
Death (Sandman, di Neil Gaiman) – di ileniathebookworm
I’m not merciful or blessed. I’m just me. I’ve got a job to do and I do it….When the first living thing existed, I was there. Waiting. When the last living thing dies, my job will be finished. I’ll put the chairs on the tables, turn out the lights and lock the universe behind me when I leave.
Death è il mio personaggio preferito di Sandman. Uno dei miei personaggi preferiti di sempre. Si potrebbe dire che non è facile amarla ma lei ha un lavoro da portare a termine e lo fa, con molto senso del dovere e una grandissima sensibilità. Death ha a cuore la sorte di ogni essere umano, spesso li consola o li incoraggia mentre li accompagna nella loro transizione verso l’altro mondo, è compassionevole e gentile. Sa che il proprio incarico è necessario e non cerca mai di sottrarsi, per quanto spiacevole possa essere, né prova a mantenere un distacco con gli esseri umani come fa suo fratello Destino. È simpatica, alla mano, “il tipo di persona con cui si farebbe subito amicizia”, secondo l’autore. Si occupa dei suoi fratelli minori, delle crisi e dei dubbi di Sogno e dei giochi e capricci di Disperazione e Desiderio. Tra tutti gli Eterni, lei è forse la più temibile ma non la vediamo mai darsi delle arie di importanza o cercare di incutere soggezione. Inoltre non manca di ironia e preferisce jeans e maglietta agli abiti “ufficiali” e pomposi che sono la divisa degli Eterni. Potrete parlare con ogni fan di Sandman e vi accorgerete che la ameranno tutti.
Questo speciale libroso della nuova rubrica al femminile è giunto al termine ma altri speciali Paperback edition potranno sopraggiungere quando meno ve lo aspettate. Se nei commenti vorrete intervenire per farci sapere quali sono i vostri personaggi femminili su carta preferiti, siamo proprio curiosi di sentirlo e di chiacchierare un po’ con voi. Nel frattempo, buona Festa delle Donne, qualunque sia il modo in cui avete deciso di festeggiarla.