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Pinocchio e il Meyer

Creato il 07 luglio 2015 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Pinocchio e il Meyer

Il burattino più famoso al mondo diventa il simbolo dell’ospedale pediatrico fiorentino

Come Peter Pan, da sempre legato al Great Ormond di Londra, o Pippi Calzelunghe, che occhieggia dagli ambienti del Karolinska Institutet di Stoccolma, così anche l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze sceglie di allearsi con Pinocchio, il burattino nato dalla mente di Carlo Lorenzini detto Collodi, che diventa quindi uno dei suoi simboli più riconoscibili al mondo. Consiste in questo l’accordo di collaborazione siglato tra le fondazioni Meyer e Nazionale Carlo Collodi.

Tra il Meyer e Pinocchio c’è molto più di un’affinità geografica e una simpatia reciproca: l’intesa firmata dai vertici delle due fondazioni Pier Francesco Bernacchi (segretario della Collodi) e Gianpaolo Donzelli (Meyer) si pone l’obiettivo non solo di sviluppare al massimo il valore iconografico ed emblematico di Pinocchio, riconosciuto come figura letteraria popolarissima in tutto il mondo, ma anche di essere esempio dell’educazione ai sentimenti e alla comprensione dei problemi esistenziali, all’apertura nella dimensione sociale, all’integrazione e alla civile convivenza, fornendo spunti per una riflessione sui problemi sociali e culturali oggi presenti, in particolare nei confronti dei soggetti più fragili o malati.

I due enti si impegnano quindi a realizzare iniziative comuni. Tra queste l’uso delle immagini di Pinocchio nell’impegno di umanizzazione del pediatrico fiorentino, la realizzazione di una biblioteca tematica e l’utilizzo di messaggi culturali presenti nell’opera di Lorenzini per divulgare un’educazione sanitaria a misura di bambino in ospedale.

«Pinocchio costituisce una metafora della duplice natura del fanciullo – spiega il professor Donzelli – si trasforma in un vero e proprio bambino dopo aver attraversato molte prove per imparare a controllare se stesso ed esprimere i tratti più virtuosi. Alla fine della storia Pinocchio comincia ad esprimere le qualità nobili del suo vero io. Questo il paradigma dell’alleanza tra le nostre fondazioni: la ricerca dell’emancipazione del bambino e della famiglia nel percorso di malattia che ha le stesse fasi di negazione, ribellione e disperazione per poi ritrovare i tratti di della consapevolezza e della condivisione nella cura olistica fino alla guarigione».

«Sappiamo da anni e per esperienza che Pinocchio è una figura che come nessun’altra unisce bambini e adulti anche su molti temi sociali – afferma Bernacchi – Collodi sperimentò personalmente certe durezze della vita, inclusa la morte precoce di alcuni suoi fratelli e sorelle, che affiorano anche nelle “Avventure di Pinocchio”, dove però lo scrittore non le separa mai dalla gioia di vivere e dalla speranza di un’esistenza più serena e felice grazie alla fiducia in se stessi e in chi ci ama, prendendosi cura di noi. Per questo la nostra fondazione e Pinocchio possono dare un contributo particolare al benessere dei bambini e delle loro famiglie».

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