C’era una volta un manichino! usato e barattato con una vecchia bici, uno di quei manichini di legno snodabile per le vetrine degi atelier. Nulla di strano ma, quel manichino piangeva e rideva come un bambino! Capitò nelle mani di un appassionato dello scambio il quale ebbe l’idea di usarlo come burattino. Ciao fece una vocina io sono Finocchio! Passata la sorpresa di aver barattato la bici con un burattino che aveva tendenze latenti, e piangeva, rideva, si eccitava come un bambino, il mercante del baratto, che chimeremo checchetto, cominciò a pensare come educarlo. Checchetto gli comprò l’abbecedario. Oggi imparerò a leggere pensava Finocchio recandosi a scuola, domani a scrivere e dopo domani diventerò una grande star e regalerò al mio buon babbo una giacca con i bottoni brillanti. Ma lungo la strada, vide un teatrino di burattini, ” il comizio del movimento a 5 stelle ” e dimenticandosi della scuola, del babbo e della giacca con i bottoni brillanti, Finocchio si barattò l’abbecedario con l’ingresso al teatrino dei 5 stelle. I grillini riconoscendolo, gli fecero una gran festa ” bunga bunga ” ma sul più bello apparve Grillo che disse: Con questo legno scaldero la mia cena! Ma i grillini pregarono Grillo di lasciar stare Finocchio; Grillo che non era del tutto cattivo, ma si commosse nel sentire la storia di Finocchio, lo lasciò stare dandogli 5 stelle d’oro. Ma Finocchio, incontrò il gatto e la volpe “ Bersani e Berlusconi ” che volendosi impadronire delle sue stelle, dissero: Se seminerai le tue stelle nel campo dei miracoli, presto crescerà un ulivo pieno di stelle d’oro! Finocchio che ci era cascato, li seguì. Cammina cammina, i tre compari giunsero all’osteria del gambero sbronzo, e quì Finocchio, dopo aver mangiato a sazietà, si addormentò. Chi mi pagherà il conto adesso? disse l’oste a Finocchio, vedendo che i suoi amici erano fuggiti. E Finocchio pagò, dopodiche si girò a guardare il sedere se ardesse, poichè gli bruciava. Corse al campo dei miracoli per sotterare le stelle rimaste, ma fù fermato da due di equitalia ”ladri”, che altri non erano che il gatto e la volpe; se non fosse intervenuta la fatina dai capelli turchini, Finocchio non si sarebbe salvato! Finocchio promise alla fatina di essere buono e di non avere gusti per i propri simili, pena ogni volta che provava qualche atrazione o emozione, l’allungamento del pene. Ma nonostante tutto le sue avventure non erano finite; infatti un giorno mentre era a scuola, ascoltati i cattivi consigli di lucignolo, il ragazzo più voglioso della scuola, Finocchio partì per il paese dei balocchi ” l’Italia “. Che bel posto era quello! Si giocava, rideva, lavoro zero. Dopo un mese di quella vita, Finocchio si trasformò in un ciuchino, imparò a guadagnarsi il pane barattando, ma si azzopò e venne barattato con un tamburo! Finocchio che era un’asino, vedendo la fine fatta, fuggi buttandosi a mare; in mare Finocchio si trasformò nuovamente in burattino. Galleggiando sulla spuma delle onde, venne però inghiottito da una balena. Caro babbo checchetto, cara fatina dai capelli turchini, pensava Finocchio trà le lacrime nel buio del ventre della balena: se avessi ascoltato le vostre parole, invece di ingannarvi e fare tante birichionate, ora non sarei solo, nella pancia della balena, aspettando di essere digerito! Cammina cammina, nel ventre della balena, Finocchio vide in lontananza un fioco lumicino. chi mai potrà vivere in questa buia caverna? si chiedeva il burattino. Che gioia provò quando vide che si trattava del suo babbo: babbo, babbo, perdonami! Finocchio riuscì a liberare se e checchetto dal ventre della balena, grazie anche all’aiuto del suo amico tonno, che trasportò Finocchio e Checchetto a riva. Finocchio stanco di tante avventure, diventò bravo a scuola, ed un burattino ubbidiente ed educato. Aiutò il suo povero vecchio babbo fino a quando una bella mattina risvegliandosi: Oh!!! esclamò guardandosi allo specchio. Sono proprio io quel bambino in carne ed ossa? Così Finocchio si traformò in un vero bambino, abbandonando per sempre il burattino di legno che un tempo era stato. Crescendo continuò ad avere tendenze omosessuali, con l’allungamento del pene ogni volta che si eccitava, ma non ne fece un problema lui, e chi gli era amico. Confessò i suoi gusti al padre. Così visse felice e contento col suo babbo!
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