Disegno antico raffigura una pioggia di pesci
L'ultimo caso riguarda proprio l'Italia, dove, dalle parti di Faenza, si è assistito a una moria impressionante di tortore dal collare, animali pressoché simili ai comuni piccioni. Anche in questo frangente, come negli episodi recentemente verificatesi in USA e nei paesi scandinavi, regna un alone di mistero, che, però, non avrebbe senso di sussistere: da sempre, infatti, si verificano nel mondo le cosiddette “piogge di animali” e da sempre esiste una spiegazione scientifica al fenomeno, anche se talvolta non del tutto chiara. Per quanto riguarda Faenza, gli esperti stanno indagando puntando gli occhi soprattutto su inquinamento e alimentazione. Le tortore dal collare potrebbero essere morte avvelenate. In un numero quantomeno considerevole: «Solo noi ne abbiamo raccolte almeno quattrocento», rivela Massimo Bolognesi del WWF. Durante la notte di Capodanno, invece, in una cittadina dell'Arkansas, in USA, più di mille merli sono precipitati da chissà dove, spiattellandosi al suolo. Nessuno scienziato, per ora, è riuscito a dare una spiegazione esaustiva al fenomeno. Si pensa comunque a una tempesta di grandine in alta quota o alle conseguenze della combustione di fuochi d'artificio, in seguito ai festeggiamenti di San Silvestro. Karen Rowe, ornitologa dell'Arkansas Fish and Game Commission, ipotizza l'azione di un fulmine: «Dato che la caduta ha riguardato solo uno stormo di merli dalle ali rosse è molto probabile che non siano stati avvelenati, ma l'autopsia è l'unico modo per determinare se gli uccelli sono morti a causa di un trauma o di una sostanza tossica», ha rivelato alla BBC. Una situazione analoga s'è verificata nel Somerset, in Inghilterra, a marzo. “Piovvero” dal cielo settantacinque merli che alcuni cittadini recuperarono esanimi da terra. Una pioggia di corvi s'è verificata due giorni fa in Svezia. I residenti di una piccola località a sud del Paese, hanno raccolto lungo la strada un centinaio di piccoli corvi privi di vita. Secondo il giornale The Local, gli animali potrebbero anche qui essere stati vittime dei fuochi d'artificio. Ancora una volta, quindi, nessun mistero, ma solo qualche botto di troppo che avrebbe interferito con il quieto vivere dei volatili. Ma queste "piogge di animali” suscitano comunque clamore, al punto che c'è chi le mette in relazione con la fine del mondo. Per la setta cristiana di Harold Camping (che aveva già predetto l'Armageddon nel 1994) saranno molto “critiche” le date del 21 maggio e del 21 ottobre; a maggio è previsto, infatti, il giudizio universale e a ottobre la Terra si trasformerà in una palla di fuoco con tutte le inevitabili conseguenze del caso. Ma torniamo alle cose serie. Il fenomeno delle piogge animali, in realtà, contempla molti altri “fatti di cronaca”, registrati negli ultimi decenni. Nel maggio 1981 una pioggia di rane e girini colpì la città di Naphlion, in Grecia. Provenivano dal Nord Africa. Venne individuata la causa in un forte vento spirante dall'emisfero australe. Nel 2005, in Serbia, si assistette a una pioggia di rane presso Odzaci, località della Vojvodina. Nessuno, però, ha mai saputo dire da dove provenissero: «Dalle nostre parti rane come quelle non ce ne sono», dice Stevan Stevanovic, un abitante della cittadina, «sono grigie anziché verdi e molto più veloci». Nel 2007 il fotografo sudamericano Christian Oneto Gaona fotografò una pioggia di ragni presso il San Bernardo Peak, in Argentina. Se li trovò sopra la testa e non poté fare a meno di immortalarli, sbigottendo. Nel 2009, in Giappone, presso la prefettura di Ishikawa, “piovvero” per vari minuti numerosi pesci, fra cui giovani carpe lunghe tre centimetri. Qualcosa di analogo è avvenuto a Hiroshima. Mentre a Yoro, in Honduras, ogni due anni si assiste da decenni a una pioggia di animali. Perciò è stata istituita la “festa della Pioggia di Pesce” che si rinnova dal 1998. Le indagini svolte dal National Geographic hanno svelato il mistero: si tratta di specie ittiche cieche che vivono in fiumi sotterranei e che periodicamente vengono sbalzati all'esterno.Ancora. Nel 2010, a marzo, a Lajamanu, piccolo centro nord australiano abitato da appena 669 persone, si assistette a una pioggia di pesci persici bianchi a strisce: «La tempesta potrebbe aver trascinato in quota i pesci per più di 15 chilometri», rivela Mark Kersemakers, dell'Agenzia australiana di meteorologia. «Qui sono praticamente congelati e dopo un po' sono precipitati al suolo». Fenomeni della stessa natura sarebbero avvenuti anche nel 1974 e nel 2004. Nel 1986 si parlò addirittura di una pioggia bovina. Un aereo con a bordo bestiame stava per precipitare nei cieli dell'estremo oriente russo. Gli occupanti pensarono quindi di alleggerire il carico lanciando dal velivolo 23 mucche che sfiorarono una barca nel mare di Okhotsk: c'è chi però sostiene che sia solo una leggenda. Ma riguardo alle “piogge di animali” la scienza cosa dice di preciso? Gli esperti indicano le cosiddette “piogge di animali” come un fenomeno meteorologico raro, ma assolutamente veritiero e per nulla “fantascientifico”. In generale sono la conseguenza di eventi atmosferici violenti come trombe d'aria, tornado, uragani. Le trombe d'aria che si sviluppano in mare possono trasportare pesci per chilometri e chilometri. Le cronache parlano di piogge di rane, pesci, uccelli. Animali che giungono vivi o morti alla fine del viaggio. O congelati: nel 1997, per esempio, Kim Ho, un pescatore coreano, finì all'ospedale dopo aver ricevuto in testa un calamaro surgelato. Sono magari situazioni tragicomiche che si verificano quando gli animali vengono trasportati in alta quota, dove le temperature scendono sotto lo zero termico. La scienza si basa anche sulle numerose testimonianze storiche risalenti a ogni epoca. Lo storico greco Ateneo, nella sua antologia storica “I sofisti a banchetto” - scritta intorno al 200 a.C. - parla, per esempio, di una pioggia di pesci durata tre giorni e di uno spettacolare diluvio di rane. Qualcosa del genere è narrato anche da Fenia, Filarco e Eraclide Lembo. Nel 1578 ci si riferisce a una pioggia di topi a Bergen, in Norvegia. Il 16 febbraio 1861 a una tempesta di migliaia di pesci gatto a Singapore.
Grafico della BBC che illustra il "volo" di alcuni pesci da uno stagno al terrazzo di un edificio
Ma le piogge “atipiche” concernano anche precipitazioni che con gli animali non c'entrano nulla. Come la pioggia rossa di Kerala, regione meridionale dell'India, dove dal 25 luglio al 23 settembre del 2001 è piovuto rosso. Rosso sangue. Gli scienziati hanno avanzato mille ipotesi. Fra cui quella relativa all'azione di spore di alghe proliferanti nelle acque dolci della zona. Ma si è parlato anche di frammenti meteoritici. Santosh Kumar e Godfrey Louis, della Mahtma Gandhi University di Kottayam, sostengono che delle nubi di vapore acqueo abbiano catturato delle cellule extraterrestri nell'atmosfera causando l'insolito fenomeno. Chandra Wickramasinghe, della Cardiff University, sta studiando ancora oggi il materiale di Kerala: «Non abbiamo mai visto nulla del genere prima d'ora. Non ci sono dubbi che questi globuli sono composti da idrogeno, silicio, ossigeno, carbonio e alluminio. Possiedono pareti molto spesse dalle quali è difficile estrarre il materiale che vi è all'interno. Le analisi che abbiamo eseguito, comunque, hanno dato risultati contrastanti». Piogge rosse si sarebbero verificate anche a Sciacca, in Italia, fra il XVI e il XIX secolo. Responsabile la sabbia finissima proveniente dal nord Africa, levatesi in cielo per via di uno scirocco particolarmente potente. Nelle recenti cronache del Southeast Express, si parla invece di una pioggia di luce spettacolare. Luglio 2010. Nella città cinese di Xiamen vengono visti dozzine di raggi verticali illuminare misteriosamente i cieli della regione: «All'inizio abbiamo notato solo cinque fasci di luce sospesi nel cielo, ma poco dopo il loro numero è aumentato arrivando a circa cinquanta. Apparivano man mano sempre più in alto assumendo proprio la forma di un pentagramma appeso nel cielo», raccontano gli abitanti del posto. La spiegazione? Una pioggia di meteore. Questi corpi celesti, a contatto con l'atmosfera terrestre, precipitano per gravità formando lunghe scie luminose. Ci sono poi le cosiddette “piogge di capelli d'angelo”, analizzate anche dai tecnici del CICAP. L'ultimo episodio in Italia è avvenuto ad Arezzo l'11 ottobre 2010. In questo caso il riferimento è alla presenza nell'aria di filamenti di tele di ragni che possono volare anche per molti chilometri. Parola di un entomologo della Texas A&M University: «È una manifestazione piuttosto frequente. Con una luce particolare è possibile vedere migliaia e migliaia di questi filamenti volteggiare nell'aria».