Se la Liguria in queste ore brucia nella provincia di Savona ,dopo i disastri non molto lontani nel tempo delle Cinque Terre e l'alluvione di Genova, in Tanzania piogge violente hanno messo in ginocchio Dar es Salaam e le zone periferiche limitrofe al grande centro del Paese africano.
Come sempre questo genere di notizie o similiori da noi arrivano con buon ritardo o quanto meno occorre andarsele a cercare perchè, ahimé si sa, l'Africa fa notizia solo se si parla di fondamentalismo islamico, di conflitti tribali o pseudo-tali o di colpi di Stato annunciati.
Il resto è tutto ininfluente.
Ebbene, a partire da sabato, piogge inattese quanto violente hanno messo a dura prova la più importante e popolosa città del Tanzania,Dar es Salaam,l' ex-capitale.
Un calcolo provvisorio riferisce di almeno 20 morti ma il numero quasi certamente è destinato a salire, specie per le zone limitrofe della città e le immediate periferie.
Non ci sono stati tuttavia solo morti, e sicuramente anche dei dispersi in zone difficili da raggiungere, perché molte sono state le abitazioni ,che sono andate distrutte a causa della furia del maltempo, in più le strade sono quasi del tutto impraticabili e il crollo di alcuni ponti rende difficile qualsiasi tipo di transito.
In breve una viabilità, già precaria quando il tempo volge al bello, messa definitivamente a durissima prova da condizioni meteo impossibili.
Condizioni meteo (le peggiori degli ultimi 50 anni!) che, a detta dell'Istituto di Metereologia nazionale , il TMA, proseguiranno pericolosamente instabili nei giorni a venire.
E questo significa pericolo nient'affatto scongiurato per uomini e cose.
Inoltre le comunicazioni via telefono e via internet così come l'erogazione dell'elettricità dovranno anch'esse attendere che passi l'ondata di forte maltempo per ritornare alla normalità.
Quello che preoccupa maggiormente in zona sono, in particolare, coloro che abitano in modeste costruzioni edificate a valle della città.
Questi, in gran numero, hanno già dovuto lasciare le proprie case e sono stati accolti in campi di prima assistenza.
Al momento ne sono stati allestiti 12 per un'accoglienza di almeno 5ooo persone tra uomini, donne, anziani e bambini.
Altri invece, nonostante il disagio e il pericolo, non hanno accettato di allontanarsi da casa.
Un duro colpo, che non ci voleva, ad una città e quasi certamente ad un Paese intero, il Tanzania che, a cinquant'anni dall'indipendenza raggiunta, ce la sta mettendo proprio tutta per far decollare la propria economia e promuovere così sviluppo endogeno e benessere per la sua gente.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)