Anche qui non fa che piovere o tirare vento (tanto) o fare freddo.
Se penso che lo scorso anno mi ritrovai precipitata in un'estate precoce, con i sandali e i ciliegi in fiore.....
Non c'e' molto da fare, naturalmente.
Se non coprirsi, non dimenticare l'ombrello a casa e benedire la previdenza paranoica che mi ha fatto poratare gli stivali!
Paul Fischer, Evening, Copenhagen
Non e' nemmeno una citta' dalle grandi luci. Sara' forse perche' e' invece una citta' dai grandi spazi, che cerca di catturareil piu' possibile l'ultima luce del tramonto, facendola rispecchaire nel nitore dei monumenti e dei palazzi candidi, delle fontane, del fiume.
Certo che la notte, di un prolungato inverno, puo' essere diversa, da luogo a luogo, am anche diversa a seconda degli occhi che la osservano.
Angosciante, come questa serata di Munch.
Da rimanere chiusi in casa, per la sola paura di incontrare gente cosi' per le strade.
Edvard Munch, Evening on Karl Johan
Oppure mondana, piacevole, grigia eppure luminosa, con la voglia di andare per strada anche se piove, che solo Parigi sa darti.
Gustave Caillebotte, Paris street, Rainy day
Oppure un po' misteriosa, intima, nascosta, chiusa far le calli antiche, dove i passi sono attutiti e di inverno quasi non sai se vai incontro a fantasmi o a persone reali.
Ma e' comunque la mitologia dell'antico, del nome, del letterario.
John Singer Sargent, A street in Venice
Oppure e' cosi' joie de vivre anche sotto l'ombrello.
E che altro si puo' fare?
Cerchiamo una dimensione, una distarzione, una apertura del cuore se non del cielo.
P. A. Renoir, Les Parapluies
Jill Banks, Rainy Day in NYC
Come in tutti i mille luoghi del mondo in cui la pioggia e' un dato di fatto, costante, quotidiano (o quasi) e non puoi permetterti di non uscire, di rimandare qualunque cosa solo perche' piove.
E nemmeno ti viene in mente di lamentarti.
Piove e basta. Non piove "dentro" solo perche' piove "fuori".