Zincatura e verniciatura, ecco che cosa fa lo stabilimento Magona. Che rischia la chiusura, tanto che per giovedì è già in programma un corteo sindacale. Il Magona, o la Magona, però, si trova a Piombino, dunque vicino a un porto, quel che Giovanni Arvedi da tempo desidera a in provincia di Cremona non si riesce a realizzare nemmeno nella versione, di grande interesse ecologico, del celeberrimo canale navigabile che non si conclude mai. Quanto alla navigabilità del Po, le secche e i ladri di terra del fondale hanno affondato le speranze, oltre alla mancanza di fondi che caratterizza le opere di valore.
In attesa di secoli migliori – purtroppo è mezzo secolo che si parla di canale navigabile – l’industriale cremonese, vicepresidente di Federacciai, all’avanguardia con i suoi brevetti e le sue tecnologie modernissime, potrebbe rilevare lo stabilimento Piombinese e trovare quello sbocco sul mare che per lui significherebbe … orizzonti di gloria.
Se tutto questo si coniuga con lavoro e ambiente (ovvio che poi certe attività producono anche problemi, e che richiedono attenzione elevata e appositi investimenti), stavolta non si può non sostenere il cavaliere d’acciaio cremonese.
Ci vorrebbe un cambio di proprietà, nulla di meno, per catturare nella rete cremonese il/la Magona e acchiapparne la redditività delle attività di verniciatura e zincatura.
Ma c’è un ma, un doglioso, truce, perfido ma. Che è il “ma potrebbe essere una semplice azione di disturbo”. E allora? Arvedi si scomoda per fare da apripista a un altro acquirente? Non si sa mai. Non esiste ancora una trattativa, come al solito, solo indiscrezioni e un porto che ha voglia di far partire navi su navi. Nessuna fumata bianca, né grigia né nera, invece, dalle aziende interessate. Prima o poi, però, questa fumata arriverà. E ci fumeremo con gioia anche questa pregiata notizia arvedica.
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