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Pioneering Painters: The Glasgow Boys 1880-1900

Creato il 12 novembre 2010 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

Pioneering Painters: The Glasgow Boys 1880-1900

Henry George & E. A. Hornel, The Druids, 1890 - Kelvingrove Art Gallery and Museum

'Affascinanti', 'eleganti', 'splendidi' sono alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente guardando i loro quadri. Ma chiamare i Glasgow Boys pionieri mi sembra andare un po’ troppo oltre. Che quando negli ultimi vent’anni del XIX secolo questo gruppo di giovani artisti (il primo significativo dopo i Preraffaelliti) si ribella alle convenzioni accademiche e al sentimentalismo da scatola di cioccolatini della pittura vittoriana tutta bambini in lacrime, fanciulle angosciate e nonni benevoli, lo fa non ispirandosi alle innovazioni pittoriche degli impressionisti considerati troppo radicali, ma al naturalismo della Scuola di Barbizon, di Corot e Millet, mescolato all’influenza delle stampe giapponesi. 

Pioneering Painters: The Glasgow Boys 1880-1900

James Nairn, 'Auchenhew, Arran', 1886 Oil on canvas, 610 x 91.5 cm. 
Private collection. Courtesy of The Fine Art Society


Ma se questi artisti dipingono il mondo che li circonda, ciò che sorprende  è la mancanza di immagini urbane. Che se questi sono i Glasgow Boys viene da chiedersi ‘dov’è Glasgow’ nei loro quadri, visto che nel periodo che vede i Boys all’opera, la città scozzese è uno dei più importanti centri industriali dell’Impero Britannico. Ma ripensando a come doveva essere Glasgow in epoca vittoriana –una metropoli permanentemente immersa nel fumo delle fabbriche che vedeva il sole solo di rado, attraversata da un fiume (il Clyde) inquinato e puzzolente– non sorprende che i Boys andassero all’estremo opposto scegliendo di dipingere paesaggi montani dai colori radiosi, druidi misteriosi, giovanotti impegnati in amene partite di tennis e contadinelle con cappelli di paglia che si muovono paesaggi assolati di sapore quasi macchiaiolo.
Non c’è nulla di nuovo nei soggetti dei Boys, o nel loro modo di dipingere e ancora alla fine della mostra mi chiedevo di cosa esattamente fossero pionieri. Ma poco importa, che se anche non ho visto nulla di radicale, quello che ho visto è certamente splendido.

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