Henry George & E. A. Hornel, The Druids, 1890 - Kelvingrove Art Gallery and Museum
James Nairn, 'Auchenhew, Arran', 1886 Oil on canvas, 610 x 91.5 cm.
Private collection. Courtesy of The Fine Art Society
Ma se questi artisti dipingono il mondo che li circonda, ciò che sorprende è la mancanza di immagini urbane. Che se questi sono i Glasgow Boys viene da chiedersi ‘dov’è Glasgow’ nei loro quadri, visto che nel periodo che vede i Boys all’opera, la città scozzese è uno dei più importanti centri industriali dell’Impero Britannico. Ma ripensando a come doveva essere Glasgow in epoca vittoriana –una metropoli permanentemente immersa nel fumo delle fabbriche che vedeva il sole solo di rado, attraversata da un fiume (il Clyde) inquinato e puzzolente– non sorprende che i Boys andassero all’estremo opposto scegliendo di dipingere paesaggi montani dai colori radiosi, druidi misteriosi, giovanotti impegnati in amene partite di tennis e contadinelle con cappelli di paglia che si muovono paesaggi assolati di sapore quasi macchiaiolo.
Non c’è nulla di nuovo nei soggetti dei Boys, o nel loro modo di dipingere e ancora alla fine della mostra mi chiedevo di cosa esattamente fossero pionieri. Ma poco importa, che se anche non ho visto nulla di radicale, quello che ho visto è certamente splendido.