Le «colombe» Pdl temono il «metodo Boffo», fatto di dossieraggi ai loro danni. Lei può dire di averlo sperimentato…
«Siccome la ferita è ancora aperta, tutto questo mi indigna. Ci sono quelli che solo oggi scoprono l’acqua calda, magari perché hanno paura di restarne scottati».
Si riferisce ad Alfano?
«A tutti e a nessuno in particolare. Ma chi aveva gli occhi per vedere, già nel mio caso avrebbe dovuto denunciare l’uso di metodi intimidatori che nulla hanno in comune con la libertà dell’informazione. Si va a rovistare nel privato, si mette in moto una macchina del fango, si spargono rappresentazioni calunniose…».
Dall’intervista di Ugo Magri a Gianfranco Fini, oggi su La Stampa.
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