piovono pietre

Creato il 31 ottobre 2014 da Plus1gmt

“Se di lavoro fate la stessa cosa ogni santo giorno dovreste provare a moltiplicarla per il numero dei giorni feriali e per il numero – spero per voi elevato – di chi usufruisce dei vostri servizi”, sta dicendo l’addetto alle vendite egiziano che è lo stesso che si vanta di avere dieci completi nell’armadio da usarne cinque alla settimana, uno diverso ogni giorno, ordinati dal blu scuro al grigio chiaro. Un vero e proprio enigma aritmetico: i prodotti e i servizi in genere che caratterizzano l’uniformità dello stile di vita e dell’economia stessa che manda avanti l’occidente messi in relazione con un coefficiente che determina l’effetto di costante eleganza di un commerciale nordafricano perfettamente integrato, parla meglio di me. La variabile è il fattore tintoria che va a spostare la cadenza con cui l’ordine degli abiti viene indossato, questo comporta una maggiore alternanza di look e, conseguentemente, abbatte le possibilità che il nostro sales manager incontri più di una volta un cliente o potenziale acquirente vestito allo stesso modo. Ma non che i prodotti o i servizi che va commercializzando – non ho idea di cosa si occupi – poi siano differenti. Questo è tutto un altro paio di maniche, sempre per rimanere nel settore dell’abbigliamento, perché c’è tutta la questione relativa alla standardizzazione o alla personalizzazione sulle esigenze dei clienti ma la cosa non ci deve interessare. Preoccupiamoci piuttosto di capire cosa ci fanno tutti quei sassolini sul tratto di camminamento che porta all’ingresso della scuola materna, dove l’egiziano ha appena lasciato i suoi due figli gemelli eterozigoti. L’impressione è che sia passato di lì un autocarro pieno di terra e roccia da scavo, con il cassone talmente pieno da perdere due strisce parallele di residui. L’enigma che necessita di una soluzione è ora sapere il perché un autocarro dovrebbe transitare su un largo marciapiede che costeggia un edificio che trabocca di bimbi e lasciare tutti quei sassi, con un curioso effetto mulattiera. “Perché i lavori non li fanno lungo la strada?” qualcuno chiede senza ottenere risposta. Poi c’è chi intelligentemente sfrutta una inaspettata possibilità di gioco con i figli, non tirando i sassi perché si potrebbe fare male qualcuno ma improvvisando zig zag coreografici in quell’innesto di materiale grezzo, qualcuno stava per dire naturale ma le pietre non trasmettono tanto il senso comune della natura, voglio dire che bastano un paio di picconate o una ruspa per divellere l’asfalto che di sassi così sotto c’è pieno. Comunque poi il padre ballerino di prima cerca di tranqulizzare quelli più indignati che già si lamentano del comune, come se i muratori dell’est fossero alle dirette dipendenze dell’assessore ai lavori pubblici. “Possono essere cadute dal tetto”, dice, ma si vede subito che la cosa non fa ridere nessuno, nemmeno la ragazza che sta passando con fatica in tenuta da running che si è sfilata persino uno degli auricolari sperando in qualche interpretazione credibile di quel fenomeno.



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