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Piovono stelle. La sbrisolona mantovana

Da Pamirilla
    Piovono stelle. La sbrisolona mantovana
Piovono stelle.
Quando succede lo sento, senza volere lo sento.
Piovono stelle e si è aperta, di nuovo, quella finestra grande che fa entrare aria gelida. È un soffio e poi una folata. È aria che si può toccare, è fredda e dura come la verità.

Di questa ricetta sono gelosa.
Mica un dolce misterioso, anzi, tra i più noti in tutta Italia. Nasce a Mantova, di cui trattiene il nome, ma ha viaggiato ovunque. Tutti lo conoscono. Ogni pasticcere, però, ne fa la sua versione e così ogni dolce è lo stesso ma anche un po’ diverso. Ci sono cose che sono quelle, uguali per tutti, ma anche un po’ diverse.
Mi guardo le mani. Le mani di ognuno di noi fanno la differenza. Le mani e qualcos’altro. Così l’Amore, la Vita….la Morte……sono quelle, la stessa cosa per tutti. Per tutti una cosa diversa.

Piovono stelle. Lo sentivo da un po’ che sarebbe successo qualcosa, quando queste due parole hanno cominciato a ronzarmi in testa senza motivo. E ho avuto paura.
“Non devi” mi sono detta e ripetuta ma ho avuto paura lo stesso e non sono riuscita a vincere quel senso di tristezza profonda che sentivo insediata nello stomaco.
Eppure, guarda, piovono stelle ed è una cosa bella. Ne piovono tante che il cielo si è fatto bianco e sembra neve, sembra lieve, sembra qualcosa per cui piangere, sì, ma di commozione, di gioia. Le guardo, incantata.
E loro, le stelle, piovono giù e sembra sorridano.      
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Le trito grossolanamente, mandorle e nocciole. Le nocciole sono una mia licenza, la torta originale è fatta di sole mandorle. Ciò a cui aspira qualsiasi pasticcere e fare quel dolce perfetto che porti dritto alla strada per la felicità. Non un momento di godimento, non la fugacità del piacere. Piuttosto un istante improvviso di letizia, un frammento di gioia da ricordare per sempre.
E lei era felice quando mangiava la mia sbrisolona. Quando pensava al futuro, quando cercava un’idea di futuro e di pace possibile immaginava di mangiarne ancora un pezzo. E aspettava quel momento.
Setaccio insieme le due farine, le mescolo allo zucchero e aggiungo il sale e la scorza di limone. Poi impasto con i tuorli, unisco la frutta secca ed il marsala.
Quando faccio questo dolce mi capita sempre di metterci dentro tante cose. Vi scivolano all’interno come per magia. E poi tornano, riflesse in un sorriso, emanate dalla luce degli occhi di chi lo assaggia.
I fili che ci tengono allacciati gli uni agli altri sono sottili ed invisibili, a volte sporchi di briciole e mandorle.    

Ed in questo momento non saprei che altro fare, ora che questo filo si sta spezzando, ora che la finestra è aperta, che piovono stelle e che tu….che tu……non hai avuto il tempo per mangiare ancora un pezzo di dolce e non hai più gli occhi per leggere le mie parole, che ti facevano ridere e commuovere, e non hai più il sorriso. Il tuo sorriso è chiuso in un tubo. Il tuo sorriso aspetta che vengano a prenderlo per portarlo via.
Tutti piangono e dicono “Lei non lo sa” ma non è così.
Tu lo sai.
Lo sapevi anche quando hai detto “Ne mangerei volentieri un altro pezzo, di quella sbrisolona, magari domani me ne porti un po’”. Poi hai salutato un futuro che non sarebbe mai arrivato in tempo e ti sei messa a guardare le stelle. Che piovono giù.

Unisco il burro in pezzi, frego velocemente per amalgamarlo formando delle grosse briciole e le metto nello stampo, senza premere, senza compattare.
In forno a 180° per circa 40 minuti o finche la superficie non sia dorata. E alla fine lo spolvero con abbondante zucchero semolato.
Sono gelosa di questa ricetta. Non pensavo di renderla pubblica.
Ma ci sono cose che non è giusto trattenere, che non ha senso trattenere perché acquistano forza solo con la generosità, si nutrono di fratellanza, hanno senso solo se accese di amore.
Nessuno mi ha mai negato un sorriso in cambio di questo dolce.
Il suo era il più luminoso di tutti.

Ecco….un fetta per te….e le ultime parole che ho scritto………..

Se avessi potuto inventare questa storia l’avrei scritta certamente diversa.

Addio, Fiorella    

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Ingredienti per uno stampo da 24 cm

(si può fare più alta o più bassa, ossia con un cuore più morbido e del tutto croccante, quindi la misura dello stampo è indicativa)

125g di farina 00
75g di farina di mais fioretto
100g di burro
2 tuorli
Un cucchiaino di scorza di limone
Un pizzico di sale
Un tappo di marsala





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