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Pipino e Pepone

Da Fiaba

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La fiaba

Sabato 07 Febbraio 2015 23:28 Scritto da belfagor

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Tanto tempo fa in una regione lontana lontana, esisteva un paesino piccolo piccolo: infatti, vi erano soltanto due abitanti, ognuno con la sua casa ed il proprio giardino.

I due residenti si chiamavano Pipino e Pepone: il primo aveva una casa di colore giallo mentre il secondo di colore verde.

Pipino aveva un cane di colore bianco, mentre Popone lo aveva nero. Anche le loro mucche (una per ciascuno) avevano colori diversi e così tutto quello in loro possesso.

Benché fossero i soli in paese, i due non andavano molto d'accordo tra loro. Fin dalle prime ore del mattino, non appena si intravedevano dal giardino, attaccavano bottone:

- Pipino ! E' l'ultima volta che te lo dico: non appoggiare la tua brutta bicicletta sul muretto del mio giardino ! –

- Il muretto di cui parli è il mio, caro Pepone ! Anzi, se ricordo bene, l'ho tirato su io con le mia mani mentre tu, ti faccio notare, te ne stavi senza far niente a guardare ! –

Altre volte incrociandosi per strada, non si degnavano nemmeno di un saluto e la sera in casa, prima di dormire, si facevamo la guerra a chi spegneva le luci per primo.

Ad ogni modo, erano sempre curiosi di vedere cosa facesse o dove andasse l'altro, come se alla fine non potessero stare da soli.

Un giorno Pipino uscì di casa con l'arco e le frecce: in quel paese era proibito cacciare facendo uso di qualsiasi arma da sparo; la legge passò incredibilmente col consenso di tutti i cittadini, cioè due, forse l'unica promulgata all'unanimità in tutta la storia del paese. Insomma, dicevo, Pipino uscì per andare a caccia e Pepone vedendolo dalla finestra, si indispettì per non averci pensato prima del suo vicino. Così mentre Pipino si allontanava da casa, fischiettando il suo motivetto preferito (dal titolo "Ho fatto prima io"), Pepone corse in soffitta a cercare il suo arco, la faretra e tutte le frecce. Ma cerca di qua, cerca di là, che presto si fece sera.

- Non è possibile, proprio io che sono così ordinato ! Ma dove diavolo avrò mai messo le mie cianfrusaglie per la caccia ? – urlava per casa il povero Pepone  - .... Le avevo messe qui, sono sicuro, qui c'era l'arco e qui la faretra !! - .

Però, urla qui che urla là, scese la notte senza che Pipino facesse ritorno a casa. Pepone cominciò a cambiare umore: da arrabbiato a indispettito, da imbronciato ad annoiato, da deluso a preoccupato: eh sì ! Perché alla fine Pepone, quella sera, non vedeva più Pipino rientrare.

La situazione era molto strana perché Pipino rientrava sempre a casa alla solita ora e non aveva mai dormito fuori casa ad eccezione, tecnicamente, di una volta sola: quando ristrutturò casa e fu ospitato da Pepone.

Così, il concittadino amico/nemico uscì di casa con la sua fiaccola in mano ma, prima di fare qualsiasi cosa, si avvicinò lentamente al giardino del suo vicino.

- Pipino !! – sussurrava Pepone avvicinandosi verso la casa - ..... Pipino, ci sei ? – con voce più alta.

Ma dalle finestre non si intravedeva alcuna luce e Pepone cominciò ad urlare:

- Pipino ! Se questo è uno scherzo, ti giuro, te la farò pagare ! – ma il silenzio circondava il paese, le strade, i giardini e tutto il mondo intorno.

Pepone girò dappertutto senza sosta, chiamando il suo amato/odiato vicino a squarciagola fino al mattino, tant'è che ad un certo punto la sua fiaccola si spense lasciando spazio alla luce del primo sole.

Pepone era lì, inginocchiato nel suo giardino:

- Pipino .... Oh Pipino ! ....... – singhiozzava tra una lacrima e l'altra  - ..... Perché mi hai lasciato qui solo ? In fondo, anche se ci punzecchiavamo, alla fine, stavano bene insieme ! Avevamo così tanto da fare !! .... Un paese da gestire, cinquecento quarantadue leggi da approvare, il mio camino da restaurare, la tua bicicletta da riparare ..... Oh Pipino ! Se tu solo ritornassi, sai quante cose ti confesserei e quanto ti abbraccerei ??!! –

Poco lontano nella radura, appena fuori dal bosco, una figura allegra a saltellante prendeva forma lentamente: Pepone alzò lo sguardo e gli sembrò di riconoscere la persona.

- Ma sì ! Ma certo , è lui ! Pipino ! - Così, Pepone corse incontro al suo vicino piangendo per la gioia.

- Pipino ! Pipino sei tornato ! Amico mio !! – Pepone non smetteva di ripetere il suo nome abbracciandolo, singhiozzando e, al tempo stesso, ridendo.

Pipino fu sorpreso ma sicuramente apprezzò l'accoglienza, l'unica nel suo genere dopo tanti anni vissuti in paese.

- Ma dove ti eri cacciato ? Ma perché non mi hai avvisato ? Ma dove hai dormito ? ..... –

Pipino avrebbe voluto rispondere, ma Pepone non gliene dava mai il tempo.

- Adesso vieni con me che ti preparo un thè ! Sarai tutto infreddolito ! Ma sei impazzito ? Tutta la notte fuori .... Ma poi a caccia di cosa ??? -

Insomma, quel giorno a casa di Pepone fu festa fino a sera. Vino, carne alla brace, pagnotte e brioche alla crema !!

Alla fine, Pipino oramai stanco ma soddisfatto per tutti i pasti offerti dal vicino, si alzò lentamente dal divano:

- Pepone, amico mio, ti ringrazio sono stato davvero bene ! Che questo giorno sia l'inizio di un "sempre felici" ! Ora vado a casa a dormire, buonanotte ! –

- Caro Pipino, rendo grazie a Dio del tuo ritorno ..... se solo tu mi avessi aspettato prima di partire, a quest'ora saremmo chissà dove a litigare !-

- Ma perché ? Volevi venire anche te, Pepone ? –

- Sì amico mio ! Solo che ho perso tempo a cercare il mio arco, la faretra e le frecce ! Tanto che alla fine si era fatta sera ! -

Pipino, fece un grassa risata .... In realtà non smise di ridere finché non raggiunse l'entrata di casa. Poi, si girò verso Pepone e ridendo confessò:

- Caro Pepone, mi dispiace: quella roba te l'ho presa io, poiché non trovavo più la mia. Comunque, te l'ho ripulita bene e te l'ho lasciata da te in casa !! - .

Pipino chiuse la porta dando nuovamente la buonanotte al vicino che rimase lì fermo, immobile, a bocca aperta sotto le stelle ..... ma Pepone, in fondo, era felice e nulla più poteva oramai cambiare.


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