Come alcuni ricorderanno, con Civati ho avuto un pesante contenzioso, a base di insulti reciproci, subito dopo la prima "Leopolda": quando Renzi & Civati pretendevano di rottamare chiunque non fosse dalla loro parte.
Poi, in un mesetto dalla nascita dell'ammmore, Renzi & Civati arrivarono al divorzio: Renzi era stato a cena di nascosto ad Arcore, Civati ha osato dire che lui non lo avrebbe fatto. Fine della cooperazione di Renzi sul blog comune dei due (prossimaitalia.it). E il Tafanus, che fa il suo mestiere di tafano, ha chiesto più volte a Civati come mai Renzi non comparisse più su "Prossimaitalia".
Lungi dal rispondere nel merito, il Civati, fiancheggiato dal suo camerire, tale Cosseddu, iniziò ad accusare il sottoscritto di essere un troll. Finchè non ho spiegato al Civati che non avevo il tempo di trolleggiare, visto che ero impegnato a gestire un blog che aveva, grosso modo, dieci volte i visitatori di "prossimaitalia".
La storia è finita con la "bannatura" nel noioso Tafanus, uno che faceva troppe domande.
Ora Civati è l'autore di un'intervista rilasciata a "l'inkiesta.it", nella quale dice cose che non condivido, ma persino alcune cose che condivido. Questo il post de "linkiesta":
«Perché Letta non espelle anche gli elettori del Pd?»
"Larghe intese? Non ne abbiamo mai discusso. Avanti così ci troveremo il Cavaliere alla Giustizia"
«Chiedo scusa per il ritardo ma ero a una manifestazione per il 25 aprile. Una di quelle cose di sinistra…». Il deputato Pd Pippo Civati la prende con ironia. A Montecitorio proseguono gli incontri tra il premier incaricato Enrico Letta e i gruppi parlamentari. In queste ore sta nascendo il nuovo governo di larghe intese.
«Eppure nel Pd non ne abbiamo ancora discusso», si lamenta. Civati è pronto a non votare la fiducia all’esecutivo. Stando alle minacce di qualche dirigente democrat, potrebbe essere espulso dal partito. «Allora dovrebbero espellere anche tutti i nostri elettori che non condividono questa decisione». Intanto il Partito Democratico rischia di dover sostenere il ministro Renato Brunetta. «Se questa è la logica, perché non Berlusconi alla Giustizia?».
On. Civati, iniziamo dalla fine. Quando il governo Letta andrà alle Camere lei voterà la fiducia?
Al momento sono per il no. Anche se mi piacerebbe che ci fosse la
possibilità di discuterne. Nel partito finora non c’è stata l’occasione
per confrontarsi.
Francesco Boccia ha avvertito: «Chi non vota la fiducia è fuori dal Pd».
Onestamente trovo gravissimo che il numero due di Enrico Letta attacchi
in questo modo chi non è d’accordo. Da un premier delle larghe intese mi
aspetterei un po’ di dialogo. Magari duro, ma un confronto ci deve
essere. Proprio oggi è il 25 aprile. Parlare di espulsioni appartiene a
una cultura politica che non è la mia.
Intanto gli incontri con il Pdl proseguono.
Secondo me questa è una brutta giornata per il governo Letta. Vedere
Denis Verdini al tavolo delle trattative fa capire il gioco al rialzo
che ha impostato Berlusconi.
Eppure il governo di larghe intese sembra l’unica soluzione.
Non è così. Poteva nascere anche un governo di scopo. Un esecutivo istituzionale senza la presenza di leader politici.
Intanto si discute di ministri. Il Pdl ha proposto Brunetta.
E perché non Berlusconi? Se noi mettiamo Enrico Letta è giusto che anche
loro puntino sul proprio leader. In questo governo, per esempio, Alfano
ci deve essere per forza. Ripeto, io non sono assolutamente d’accordo.
Ma non capisco con quali argomenti il Pd può opporsi. Perché adesso
facciamo gli straniti o i sorpresi? Siamo stati noi ad accettare questa
logica. Mi limito a sottolineare che Berlusconi ministro della Giustizia
potrebbe creare qualche problema..
Quanto potrà durare un governo di questo tipo?
Secondo me durerà poco. E non saremo noi a decidere quando finirà.
E quali riforme potranno essere approvate?
Ho visto che Enrico Letta intende partire dall’eliminazione del
finanziamento pubblico ai partiti. Mi sembra fosse un tema caro al Pdl.
Poi si passerà all’Imu. Se la togliamo anche ai benestanti penso che
Silvio Berlusconi sarà d’accordo. Mi auguro che almeno Letta si presenti
al tavolo delle trattative con una riforma elettorale precisa.
Altrimenti rischiamo di non portare a casa neppure quella. I soggetti
sono gli stessi che hanno provato a cambiare il Porcellum per tutto lo
scorso anno. Presentare il governo alle Camere senza una riforma della
legge elettorale sarebbe un argomento in più per non votare la fiducia.
C’è il rischio che una parte dell’elettorato non capisca questa scelta?
No, c’è la certezza che una parte consistente dell’elettorato non
capisca questa scelta. Non so se Letta e i suoi vogliono espellere anche
loro. Mi piacerebbe discutere. Sono stato eletto in una coalizione con
Nichi Vendola, e ora Sel non c’è più. Su Rodotà non abbiamo mai aperto
un confronto. Abbiamo affossato Romano Prodi con il voto segreto di un
centinaio di franchi tiratori, e nessuno sa chi sono. Ne vogliamo
parlare?
Caro Civati,
parliamone. Al netto dagli insulti che hai avuto la carineria di inviarmi quando non ero d'accordo con la tua politica della "rottamazione a prescindere", adesso che voi sfasciacarrozze avete perso la battaglia del "rottamare a prescindere", riscoprite il valore (anzi, che dico! la "imprescindibilità") del dialogo fra le parti.
Lo dico senza ironia. Condivido gran partte della tua intervista, ma mi sarebbe piaciuta di più se avessi colto l'occasione per dire che la "Rottamazione" di chi non piaceva a te e Renzi era una pura STRONZATA ANTIDEMOCRATICA" , a prescindere. Parente stretta della minaccia di espulsione ora minacciata da Boccia (margherito maritato con una italoforzuta), e da Enrico Letta.
Purtroppo mi succede sempre più spesso: appena parlo male di qualcuno, mi tocca fare il revisionista e parlarne "parzialmente bene". Così come, specularmente, appena parlo bene di qualcuno, mi tocca fare rapide (anche se parziali) retromarce con grattata.
Carlo Boccia, caro Enrico Letta... la "base" non è stata consultata, sull'idea di mettere a sedere sugli stessi banchi del governo inquisiti per associazione mafiosa e magistrati antimafia, veline e ricercatrici, politici e arruffapopolo, economisti e fiscalisti specializzati in protezione degli evasori, realisti e moracolieri. Io, per esempio, conto meno del due di coppe. Ma nessumo mi ha chiesto se volevo allearmi con la Gelmini e con Mara Carfagna. Non volevo.
Ora, per piacere, abbandoniamo l'idea di un programma che realisticamente richiederebbe anni, da portare avanti con Verdini e Cesa, con Berlusconi e Quagliariello, col la Carfagna e con la Santanché.
Presidente Napolitano, non ci infligga altri mesi di galleggiamento "a morto". Imponga che si faccia - ci vuole una settimana - l'abrogazione del Porcellum. Letta vada in Parlamento come fece Ciampi: con una lista di ministri "non soggetta a modifiche e trattative. Se sarà bocciato, faccia un "Governo del Presidente" (Grasso? Boldrini? Zagrebelski?) che abbia solo il compito di cancellare il porcellum e di indire nuove elezioni.
Ho lottato per una vita per non morire democristiano, figuriamoci se posso accettare di morire come "collega di governo" di La Russa o di Santanchè... Siamo seri.
A Letta dico di smentire immediatamente la storia alquanto sporca della minaccia di espulsione ai dissidenti. L'assenza di vincolo di mandato è in costituzione. Lo abbiamo ricordato, come maestrini con la bacchetta in mano, agli imbecilli guidati da Crimi e Rottermeier Lombardi, e adesso Boccia & C. minacciano di adottare nei confronti dei dissidenti de PD gli stessi sistemi della "Casaleggio & Grillo Ltd."?
A Letta & Boccia chiedo di rinsavire. A Civati chiedo di spiegarci se il Civati vero è quello di oggi, tutto proteso alla ricerca del dialogo, o quello del 2009, che insieme a Renzi impugnava (senza dialogo) il martello dello sfasciacarrozze, e non la grisaglia del "dialogatore". Grazie
Tafanus