Che Luigi Pirandello abbia, con la propria opera, influenzato più di un autore mi pare abbastanza naturale.
In special modo con il suo romanzo “Uno, nessuno e centomila”.
L’idea che ogni persona pur restando, in senso fisico, una sola sia, in virtù dei comportamenti un numero anche altissimo di “altre persone”, cosa che, a lungo andare, può creare una “crisi d’identità” nella persona in questione la quale, vedendosi raffigurata in svariate maniere a seconda dei casi, arriva a non sapere più chi lui sia in realtà finendo così per essere nessuno per se all’infuori dell’individuo-involucro fisico, è un’idea che si rtrova, oltre che nella realtà, anche in più di un romanzo.
Il primo che mi viene in mente di è senza dubbio “Bartleby lo scrivano” di Melville.
Qui troviamo Bartleby lo scrivano, perfetto ed inappuntabile nel lavoro propriamente inteso di copista di atti legali, ma che preferisce non mischiarsi alle altre persone.
Bartleby che verso la fine del romanzo si scopre aver sempre vissuto nei locali dello studio presso il quale era impiegato e che morirà, una volta che lo studio si sarà trasferito e lui avrà perso il proprio lavoro per la sua testardaggine nel non volersi unire alla vita sociale, persino quando si tratta di una semplice “collazione”, ovvero una verifica incrociata del loro di copiatura eseguita confrontando le varie copie del documento con il suo originale, solo com’era sempre vissuto nel cortile di un istituto.
Un altro esempio di tale applicazione della teoria pirandelliana si ritrova nel romanzo, a mio parere bellissimo, “Città di carta” di John Green.
Qui il personaggio che tanto sarebbe piaciuto a Luigi Pirandello è Margo Roth Spiegelman.
Margo è una ragazza che, un giorno, sparisce nel nulla.
Visro che era solita prendere e sparire di tanto in tanto inizialmente non se ne preoccupa più di tanto nessuno, men che meno i genitori della ragazza i quali si rivelano freddi anzi addirittura glaciali parlando della figlia e del suo “vezzo” di sparire nel nulla.
Quando però, con l’andare dei giorni alcuni amici di Margo ne cominciano le ricerche emergono via via degli aspetti che fanno capire quanto nessuno abbia mai capito chi fosse realmente Margo Rorh Spiegelman preferendo crearsi e mantenersi un proprio “personaggio” Margo, una “Margo di carta” per così dire.
Grazie infinite per l’attenzione e la pazienza ed arrivederci alla prossima!
Tornerò sebza dubbio su questo romanzo, erroneamente etichettato come “per adolescenti”, e su Margo Roth Spiegelman, personaggio meravigliosamente complesso ed affascinante!
Per ora buona settimana e buon tutto!
Con simpatia!
Riccardo
Magazine Cultura
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