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"Piranha 3D": la paura a pelo d'acqua non ha perso il suo mordente

Creato il 16 dicembre 2010 da Dejavu
Conobbi Joe Dante un paio d'anni fa. Il suo Piranha - film girato su di un fiume texano nel 1978 - da giovanissimo mi aveva colpito al punto che mia madre mi aveva donato una di quelle bestiole imbalsamata e con i denti bene in vista. E io girai il regalo a Dante, quando ci incontrammo a Trieste.Questa estate, giusto per incutere una buona dose di fobie nei bagnanti, in sala è arrivato il remake in 3D, puntuale come i vu cumprà sulle spiagge.Alexandre Aja sceglie il lago Havasu in Arizona per ricreare l'acquaio tinto di rosso ove piranhas tridimensionali e più mostruosi che mai banchetteranno con la carne di giornata. 
Richard Dreyfuss apre il menù con un cameo illustre a inizio film, rivestendo i panni - che presto finiranno a mozzichi - di un pescatore solitario e piuttosto ubriaco che dopo aver percepito le vibrazioni di un terremoto subacqueo finisce in un mulinello d'acqua, cade dall'imbarcazione e diventa una polpetta un po' alcoolica. C'è da chiedersi come mai i piranha non siano diventati sbronzi a loro volta, dopo un pranzo del genere.
Elizabeth Sue è lo sceriffo con le palle cui viene  dato l'incarico di far luce sulla scomparsa e quando i resti del poveretto vengono ritrovati nei pressi della barca abbandonata, giunge alla conclusione che il lago sia inquinato da acidi corrosivi.
Peccato che non lo si possa chiudere, vista l'affluenza primaverile sul posto di una babelica comitiva di giovani scatenati che portano turismo e quindi soldi. I temi di fondo sono vecchi come il Creato, gli effetti speciali viceversa straordinariamente innovativi. Siamo nel guado tra "Lo Squalo" (1975) per il pericolo ittico e "Bugs" (1976) dal quale si prende in prestito la scusante di un terremoto che libera creature nefaste all'ignara umanità. Quella di questo film poi è particolarmente vuota: tranne rare eccezioni, la gente non fa che darsi alla caciara e alla pornografia. C'è pure una scena tragicomica - che si conclude con un rutto - in cui i pesci famelici si contendono il pene di un antipatico fallocrate appena sbranato.

La location lacustre diventa una raccapricciante fotocopia di un girone infernale dove i dannati - natanti si aggrappano a tutto ciò che di solido possa fungere da salvagente: barche, motoscafi, precarie piattaforme a rischio di improvviso rovesciamento. Nel carnaio non manca il bel prepotente che fuggendo con il motoscafo allontana con prepotenza  tutti coloro che cerchino di salire a bordo proprio come un dantesco "Caronte dimonio dagli occhi di bragia che col remo batte qualunque s'adagia". L'uso del 3D piega inevitabilmente alcuni momenti tra le bollicine dell'inverosimiglianza: ci sono carnivori che fanno il salto con l'asta, c'è il tizio che spara tra la folla per ucciderli rischiando di far fuori le persone ancor più velocemente, c'è il poliziotto che attiva l'elica di un motore per fare una grigiliata mista in un colpo solo e ci sono persone che perdono pezzi come fossero auto dal carrozziere, o visconti dimezzati di calviniana memoria.  
Già si parla di un sequel poiché il finale di "Piranha 3D" somiglia molto a quello del suo anziano progenitore del '78. Ma ovviamente non ve lo rivelo perché come si suol dire in questi casi ... "acqua in bocca!"  

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