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Pirata, mammuth e cecchino, di Alberto Caprara

Creato il 22 gennaio 2011 da Libriconsigliati

Pirata, mammuth e cecchino

Pirata, mammuth e cecchino

Titolo: Pirata, mammuth e cecchino

Autore: Alberto Caprara

Editore: Perrone Lab
Pagine: 224
Prezzo: € 15,00
Pubblicazione: ottobre 2010
ISBN: 978-88-6316-185-4

Valutazione Libri Consigliati: consigliato.

Ammetto di avere un debole per i romanzi corredati di una contestualizzazione storica e geografica precisa. Ancor più di un saggio, infatti, a volte un’opera di narrativa riesce a catturare l’attenzione del lettore risultando accattivante e coinvolgente, incuriosendolo non solo circa il narrato, ma anche sulla cosiddetta cornice, portandolo a conoscere e comprendere più a fondo determinati fatti storici. È appunto il caso di Pirata, mammuth e cecchino, romanzo edito da Perrone Lab e scritto da Alberto Caprara.

L’azione si svolge in una Bologna invernale, all’inizio degli anni Novanta. Il protagonista, Ivan, vi si è trasferito da circa un anno, lasciandosi alle spalle la natia Roma. Tramontata la sua relazione sentimentale con la fidanzata Stefania, egli si trova in una città che ancora gli è in parte sconosciuta, senza amici, senza altro mezzo di sostentamento che la sua professione di fotografo. Per una serie di circostanze abbastanza casuali, e per meglio sbarcare il lunario, Ivan entra in un giro di individui loschi, la cui attività principale è quella dell’estorsione. Individuato un marito fedifrago, ne documentano l’infedeltà con una serie di scatti e poi lo ricattano allo scopo, appunto, di estorcergli denaro.

Se tutto ciò non bastasse, e ancora per una serie di strane coincidenze, Ivan è incaricato di sorvegliare un uomo che pare incontri l’amante, per coglierlo in flagrante e poterne immortalare l’adulterio. Invece, nel corso dei suoi appostamenti, egli scoprirà grado a grado di trovarsi alle prese con qualcosa di assai più grande del previsto. L’uomo oggetto della sua attenzione è infatti coinvolto nelle note vicende della Uno Bianca.

Da questo momento in avanti, la vita di Ivan si trasforma radicalmente e nell’arco di un mese e mezzo (il romanzo copre appunto un arco di tempo breve, tra il 6 dicembre del 1990 e il 21 gennaio del 1991), egli si troverà a interagire con personaggi di vario genere: poliziotti, assassini, titolari di agenzie di moda, modelle giovanissime e pronte a tutto, per farsi notare, mogli tradite ben oltre la scappatella. E a vivere situazioni inedite, quasi surreali: appostamenti, minacce, inseguimenti, pestaggi, adescamento di ragazze camuffato da shooting fotografico, festini. In una sequenza di giornate, e di notti, vissute in modo convulso, in un’alternanza di situazioni che lo spingono sull’altalena di stati emotivi contrastanti, dall’entusiasmo al terrore, dall’euforia alla nausea esistenziale, Ivan perde il senso della misura e quel poco di innocenza che gli resta, confonde il Bene con il Male, i Buoni con i Cattivi, raggiunge vertiginose altezze e si schianta nel fango.

Scritto con notevole scorrevolezza e un ottimo senso del ritmo, il romanzo colpisce per la varietà dei personaggi descritti, ritratti con cura e precisione; per la riuscitissima ricostruzione di un’epoca recente, e quindi ancora viva nella memoria collettiva, quella in cui la Banda della Uno Bianca seminava orrore e sconcerto, quella in cui già si ravvisavano le prime avvisaglie della corruzione di costumi oggi imperante, quella per cui i soldi aprono tutte le porte e spesso si commette l’illecito per puro gusto di trasgressione e in disprezzo di qualsiasi regola morale. In questo senso, Pirata, mammuth e cecchino risulta quanto mai attuale, e acquisisce il valore aggiunto proprio del documento storico.

La città di Bologna, che fa da sfondo alle vicende narrate, con le vie del centro, i bar, i palazzoni, con le sue periferie di capannoni artigianali e le persone che lavorano onestamente a far da contrappunto a chi opera nell’illecito, è descritta con abilità dall’autore, tanto da divenire una sorta di luogo interiore, oltre che fisico, per il protagonista. Il freddo della stagione, il senso di parziale estraneità a chi è tutto sommato nuovo del posto, il disorientamento rispetto a ogni svolta esistenziale, il sentirsi a tratti così piccolo, contribuiscono a descrivere il clima interiore di Ivan. Che è spiazzato di fronte al nuovo, spesso combattuto nel decidere, e porta su di sé il peso del ruolo di ago della bilancia tra buono e cattivo, mentre, in definitiva, forse altro non è che l’ennesimo figurante in quella commedia grande che è la vita. Dove altri sono i registi.

Silvia Longo per Libri Consigliati

L’AUTORE

Alberto Caprara è nato a Roma nel 1964 e risiede attualmente a Fiano Romano. Lavora per un’azienda nel settore della diagnostica per immagini. Da circa sei anni coltiva la passione per la scrittura, ma solo negli ultimi quattro ha iniziato ad affrontarla con impegno. Diversi suoi racconti compaiono nelle Instant Anthology edite da Perrone LAB, mentre altri due (La pattuglia e L’ultimo operaio) fanno parte del terzo numero della rivista steampunk Ruggine. Con il racconto Lo schermo ha vinto la II edizione del premio Cose a parole, indetto dalla Giulio Perrone Editore.




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