(Pirates)
Regia di Roman Polanski
con Walter Matthau (capitano Thomas Bartholomew Red), Cris Campion (Jean-Baptiste detto Ranocchio), Charlotte Lewis (Maria-Dolores de la Jeyna de la Calde), Damien Thomas (don Alfondo Felipe Salamanca de la Torré), Olu Jacobs (Boomako), Ferdy Mayne (capitan Linares), David Kelly (Surgeon).
PAESE: Francia, Tunisia 1986
GENERE: Avventura
DURATA: 124’
Il pirata Capitan Red e il suo fido mozzo Ranocchio, in agonia su una zattera in mare aperto, vengono raccolti dal galeone spagnolo Nettuno. Mentre il capitano tenta di mettere le mani su un prezioso trono azteco trasportato sulla nave, Ranocchio si innamora della nipote del governatore di Maracaibo…
Dopo sette anni di silenzio, Polanski torna dietro la macchina da presa con un film anomalo (quantomeno per la sua poetica) che tenta di rispolverare il filone piratesco, fondendo il gusto avventuroso dei film di Errol Flynn con spunti comici talvolta grotteschi e talvolta demenziali. Politicamente scorretto, qua e la molto divertente, ma rimane un film irrisolto in cui la sceneggiatura (di Polanski, Gérard Brach e John Brownjohn) sembra fare a pugni con una regia che vorrebbe volare alto ma che spesso si arena. Ha il merito di tenersi lontano dal gigantismo hollywoodiano e di possedere almeno tre o quattro sequenze azzeccate, ma Polanski ha fatto di meglio. Il problema principale, forse, è che il regista non si trova a suo agio con la commedia “classica”: e infatti il film ha i suoi momenti migliori quando la comicità vira verso il grottesco. La sequenza dei topi e quella, geniale, che vede Red e Ranocchio sospesi su una catena, restano due pezzi assai riusciti, tra i più divertenti del cinema del regista. Dialoghi brillanti sostenuti da una grande interpretazione di Matthau, due o tre caratterizzazioni azzeccate (come il cuoco nero Boomako) e un ritmo sostenuto che non concede sbadigli. Fu un fiasco tremendo, soprattutto a causa degli altissimi costi di realizzazione (la produzione costruì un galeone vero, ora ancorato e visitabile nel porto antico di Genova, vedi foto sotto) e di un pubblico che ancora non era pronto a una rivisitazione del genere.