"Aiuto! Questa ragazza rischia di non sopravvivere:
ha le tette troppo piccole!"
Come tutte le cose, anche le pirlate bisogna saperle fare e alcune vengono fuori bene una volta e poi non più. Perché persino le pirlate hanno un’anima e vanno trattate con rispetto. (tra parentesi, il “Pirlesque” non è certo considerabile come pirlata, ma come genialata)
"Ma povera, non sopravviverà mai in un film come questo!"
La formula piranha + tette poteva rivelarsi geniale se usata in un’occasione, e infatti era così, o quasi. Piranha 3D di Alexandre Aja, se non geniale, era se non altro un divertissement clamorosamente riuscito nel suo essere stupido e trash. Una goliardata estiva coi fiocchi. Alla seconda occasione, una formula del genere può perdere clamorosamente in mordente, i denti dei piranha farsi meno affilati, le trovate spassose del primo episodio trasformarsi in facili volgarità (c’è una scena di sesso davvero scult) e le tette rivelarsi solo una parata gratuita di silicone. In Piranha 3D le scene con Kelly Brook e la tizia bionda che danzavano ignude sott’acqua si rivelavano quasi poetiche, qui invece ci sono un sacco di tette, ma niente soul. Le tette di questo film sono prive di anima. E non va bene. Il confine sottile, sottilissimo tra trash e porcheria qui viene solcato e sempre in favore della seconda. Bisogna essere davvero bravi per raggiungere un buon equilibrio tra le due cose e qui no, non ci siamo."Grande Giove! Tu con quelle tettine che ci fai in questo film?"
Tra le poche note positive di questo film scandaloso già a partire dal titolo, c’è da notare la sua breve, brevissima durata, che permette una visione estiva disimpegnata non rinfrescante come il primo episodio, ma perlomeno non si fa nemmeno in tempo ad annoiarsi troppo. In più ci sono alcune – rare – trovate piuttosto divertenti, come le spogliarelliste a prova d’acqua ingaggiate per il primo strip club dentro un parco acquatico per famiglie. Anche se, più che un parco, si rivelerà un porcaio. O anche un parco ripieno di porche che fecero un parco di parchi di porche. Potrebbe diventare un nuovo scioglilingua. Gli altri momenti più divertenti della pellicola sono regalati dalla presenza come guest-star di Mr. Baywatch, David Hasselhoff. Nonostante il tempo passato, è sempre mitico e, allo stesso tempo, sempre più ridicolo. Il resto del cast è invece una parata di esperti del genere total-disimpegno, dalla biondazza-bonazza Katrina Bowden, già vista in Tucker and Dale vs Evil, The Shortcut e American Pie - Ancora insieme, a Chris Zylka, che con grande fantasia e varietà si è fatto pure Shark Night 3D (vedi qui sotto), mentre la protagonista è la stranamente poco prosperosa Danielle Panabaker, già in La città verrà distrutta all'alba e Venerdì 13 (quello del 2009). In più, tornano in un paio di camei anche Christopher Lloyd, il Doc Brown di Ritorno al futuro, e Ving Rhames, Marcellus Wallace in Pulp Fiction. La carriera di entrambi ha di sicuro visto giorni migliori... Ah, e c'è pure Gary "faccia da pazzo" Busey! Un cast pseudo interessante è abbastanza per consigliarne la visione? No, però se proprio siete patiti di piranha finti e di tette ancora più finte, butterete solo 1 ora e 10 minuti del vostro tempo in maniera non troppo spiacevole. Però va detto che anche i film di questo genere meriterebbero ben altro rispetto e una cura maggiore, almeno nei momenti kitsch e nelle battutacce trash che qui sono parecchio scadenti. È proprio vero: non ci sono più nemmeno i film con tette e piranha di una volta… (voto 4,5/10)E, giusto per non farci mancare niente, ecco un’altra (poco) preziosa perla del genere tette-horror…
"Secondo te dovrei rifarmele?"
"Se ci tieni alla tua vita, e un po' pure alla mia, direi di sì!"
Che Shark Night, firmato dal trash-champion David R. Ellis (Snakes on a Plane, Final Destination 2 e 3D) fosse una ca**ata di film potevate già intuirlo da soli. Se siete dei tipi svegli, ci eravate arrivati anche per conto vostro. E so che siete dei tipi svegli perché state leggendo questo blog e non il sito di Libero. Poi, vabbé, sareste ancora più svegli se andaste su qualche sito persino più interessante di Pensieri Cannibali come questo, però già essere qui e ora, right here right now, fa di voi automaticamente delle persone migliori e più brillanti della media nazionale. E quindi Shark Night è una stronzata, lo sappiamo tutti, e mo’ adesso come lo impieghiamo il restante tempo della recensione? Giochiamo a rubamazzetto? Giochiamo a scopa? Ma perché quando viene nominato questo innocuo giuoco di carte si pensa subito a qualcos’altro? La gente pensa sempre a quello e ormai io starò parlando al vento, visto che ormai vi sarete già trasferiti tutti sul sito linkato sopra…
"Ma non capisci? Devi rifartele anche tu, se non vuoi morire!"
Per quei pochi che sono rimasti sintonizzati si questa pagina, tenterò un’analisi delle tematiche profonde che si celano dietro a una pellicola solo apparentemente superficiale come Shark Night 3D. I drammi della crescita, la paura del diverso… ehm, no: chi voglio prendere in giro? La paura degli squali è la paura degli squali. Hanno dei denti affilati, sono feroci, famelici e se ti sbranano sei fregato, quindi non credo ci sia chissà quale motivo psicologico o ragione profonda dietro alla paura degli squali. Fanno paura e basta. Insomma, nonostante la presenza della neo reginetta degli horror movies Sara Paxton (The Innkeepers, Enter Nowhere, L’ultima casa a sinistra) e di Katharine McPhee, la protagonista della serie musical Smash, questo film risulta più inutile persino di Piranha 3DD. E ce ne voleva, almeno di questo diamogliene atto. (voto 4/10)