Firenze – Ponte Vecchio
Dal pizzicagnolo e dall’oste attendevano di piantone gl’improvvisatori, poeti popolari, che parte per apollineo istinto, parte ancora per l’aspettativa d’un piccolo lucro, rallegravano le turbe coi loro canti; ed erano più rispettabili dei greci rapsodi , dacché recitavano versi spontanei e di proprio conio. Si contavano fra i più celebri il Chiarini, il Nannucci, detto Pretino, Angiolo Baghéo, l’Ottonaio ed il Quattrini, tutti più o meno allievi di Domenico Somigli, noto sotto il nome di Beco Sudicio, di cui già dettammo la vita.
Capitanati dunque da vati si fatti, che sonavano e si facevano sonare il chitarrino, uscendo dalle respettive taverne, parimente in distinti gruppi, ci recavamo dove non mancava subietto a patriottiche rime. Il Brunellesco, Giotto, Arnolfo, Michelangiolo, Donatello, il Perseo, il Ratto delle Sabine, il David, la Giuditta, Pier Capponi, il Duca d’Atene, i Ciompi, il Savonarola, e cento altri personaggi, monumenti e fatti apparivano a vicenda nelle rapide rime. Quelle ottave, quelle anacreontiche non erano per l’appunto del Tasso e del Chiabrera ; anzi troppo sovente resultava la rozzezza e lo stento: ma di tratto in tratto un volo pindarico bastava a largo compenso.
Il Chiarini una volta, dopo aver celebrato alla meglio le nostre antiche glorie, usci in queste due quartine nobilmente lamentose, e ammirabili in uomo senza lettere :
Italia o bella Italia !
Più non ti riconosco :
Il tuo giardino fertile
Parrai cangiato in bosco ;
E il tuo mattino splendido
Ormai declina a sera
Per cagion della barbara,
Cruda nazion straniera.
I Birri che stavano a longe, non ardivano impor silenzio, e forse ancor essi si godevano l’accademia; ma nondimeno, con qua’ loro occhi perfetti, e con quella lor tenace memoria, mordevano anche a longe, e spesso accadeva che il Poeta si trovasse il giorno dopo in Domo Petri a godersi i brutti musi invece delle belle muse.
( Pirro Giacchi, “Reminiscenze notturne fiorentine” tratto da “Il Guazzabuglio ossia varietà di poesie e saggio di prose” , Firenze, 1875 )