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Ha ragione Pisanu quando parla di candidati che non dovevano essere candidati. La lista è lunga. Politici che sono entrati nelle liste dei partiti anche se avevano dietro alle spalle delle condanne.
Come Diodato , che cantava Indifferentemente insieme a Mara Carfagna nella chiusura della campagna elettorale del Pdl in Campania. La prefettura scrisse alla Regione per ricordare che il consigliere , nel frattempo nominato anche Presidente di Commissione , ha sulle spalle una condanna definitiva a un anno e mezzo per i disordini del 2001 nei seggi elettorali , ma soprattutto l’interdizione per cinque anni dagli uffici pubblici. Una rogna per il Consiglio regionale dove sono stati sospesi altri due consiglieri. L’ex margheritino Roberto Conte , condannato per concorso esterno in associazione camorristica , fu candidato da Alleanza di popolo ( e eletto) , nonostante la strenua opposizione del governatore Caldoro. Il secondo è il pidiellino Gambino , condannato con l’accusa di peculato.
Ha ragione Pisanu quando dice che le liste sono gremite di persone che non sono certe degne di rappresentare nessuno. Il problema è che portano voti. Tanti voti. La criminalità napoletana ha provato ad entrare negli uffici della politica.
Come in Calabria.
Tommaso Signorelli, ex Pd passato ai socialisti Uniti ( sosteneva il Pdl) fu arrestato nel 2008 quando era assessore del comune di Amantea , sciolto per infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Inoltre nella politica sono scomparse le parole : etica e rispetto. Due casi per tutti. Il presidente della Provincia di Vercelli Renzo Masoero era in piena campagna elettorale per le regionali quando l’hanno arrestato per concussione , accusa per la quale avrebbe poi patteggiato una condanna a due anni. Né il rinvio a giudizio per la droga del festino a luci rosse che lo vide protagonista in un albergo romano nell’estate del 2007 ha dissuaso l’ex deputato dell’Udc Cosimo Mele: che si è candidato in Puglia.