Magazine Cucina
Correva l'anno 2006 e una giovane (ignara) blogger agli esordi si affannava ad incastrare ultimi esami, capitoli della tesi da finire e analisi di laboratorio più ostiche di quanto previsto. Il tutto prima dell'estate, che si sa, io non ho mai cercato le cose facili!Sono passati 8 anni e un paio di mesi ma ho ancora vivo il ricordo di quel folle periodo fatto di notti insonni, ansie e grandissime gioie. Forse ai più sembrerà banale ma io sono super orgogliosa della mia tesi sulla cucina piacentina! L'ho voluta e l'ho portata avanti con tutto l'impegno e con tutta la caparbietà di cui sono capace perché non volevo solo concludere i miei 5 anni di studio con un progetto di ricerca, volevo che ci fosse un legame con il mio territorio e cosa c'è di più forte che la cucina?
Piacenza ha una ricchissima tradizione culinaria alle spalle. C'è la cucina contadina, più diffusa e pervasiva, e quella nobile, ricercata, opulenta e originale. La mia città è una terra di confine dal carattere schivo, un crogiolo di impronte, abitudini e pensieri. E' la prima città lombarda in Emilia e mantiene un forte legame con la Liguria. La cucina rispecchia abbondantemente questa peculiarità e dalla montagna alla pianura si ritrovano costantemente gli influssi provenienti dalle regioni limitrofe.
I Pisarei e Fasò (gnocchetti con fagioli) sono forse il simbolo della cultura gastronomica piacentina. Rappresentano quella cucina popolare (oggi più diffusa che mai) strettamente legata ai lavori e ai prodotti dei campi, fatta di piatti semplici per appetiti gagliardi, composta per lo più da ingredienti di provenienza agricola, poco lavorati che vanno a imbandire una tavola si povera, ma dai gusti solidi e precisi. Minima spesa, massima resa per un piatto che anticipa di gran lunga la cucina macrobiotica. L'abbinamento cereali - legumi infatti garantisce l'apporto proteico necessario rendendo i Pisarei e Fasò un piatto unico a tutti gli effetti, una pietanza equilibrata secondo il modello alimentare mediterraneo. Un vero e proprio sostitutivo della carne, troppo cara per le possibilità economiche dei contadini di una volta.Ogni famiglia ha la sua ricetta, piccoli accorgimenti che fanno variare leggermente la proporzione tra farina e pan grattato e ingredienti segreti che esaltano il sugo di accompagnamento. Io vi propongo la versione di casa mia, quella che mi ha insegnato mia mamma, e che, a mia volta tramanderò a chi vorrà ascoltarmi!
Ingredienti
2 terzi di farina
1 terzo di pane grattugiato
Acqua
Fagioli
Passata di pomodoro
Concentrato di pomodoro
Basilico o prezzemolo tritato
Sale
Olio evo
Parmigiano Reggiano
Con la farina formare una fontana con un buco nel centro nel quale mettere il pane grattuggiato scottato con acqua bollente. Impastare il tutto fino ad ottenere una palla. Formare tante "biscioline" con l'impasto e poi tagliare i gnocchetti. I Pisarei vanno formati con le dita: si utilizza il pollice per premerli leggermente contro il tagliere in modo che si arrotolino un pochino su loro stessi e formino un incavo, perfetto per ospitare il sugo al pomodoro!
Per il sugo
Sobbollire passata e concentrato di pomodoro, aggiustare con sale e olio. Verso la fine aggiungere i fagioli lessati.
Servire con basilico o prezzemolo tritato e una abbondante manciata di Parmigiano Reggiano e un filo di oidio evo a crudo (che non guasta mai!).
It was 2006, and a young (unaware) blogger at the beginning struggled to fit the latest exams, chapters of the thesis to finish, and laboratory analysis most difficult than expected. All this before the summer, because you know, I've never tried the easy stuff! It's been 8 years and a few months but I still have a vivid memory of that crazy period made of sleepless nights, anxieties and huge joy. Perhaps it seem trivial to the most, but I'm super proud of my thesis on the Piacenza cuisine! I wanted it and I carried it on with all the effort, and with all the obstinacy I can because I didn't just want to finish my 5 years of study with a research project, I wanted that there was a link with my territory and what is stronger than the cuisine? Piacenza has a rich culinary traditions behind. There is a farmer cooking, more widespread and pervasive, and that noble one, sophisticated, opulent and original. My city is a border one, shy by nature, a melting pot of tempers, habits, and thoughts. It's the first Emilian city in Lombardy and it maintains a strong bond with Liguria. The cuisine reflects abundantly this peculiarity and from the mountains to the plains you can find constantly influences from the neighboring regions. Pisarei & Faso (dumplings with beans) are perhaps the symbol of culinary culture of Piacenza. They represent the popular cuisine (now more widespread than ever) closely linked to the work and products of the fields, made of simple dishes for lusty appetites, made mostly from ingredients of agricultural origin, mostly raw, suitable to set up a table poor, but for tastes solid and precise. Minimum cost, maximum yield for a dish that has anticipated by far the macrobiotic cooking. The combination of cereals and legumes in fact provides the necessary rate of protein, making Pisarei & Faso and a single course to all intents and purposes, a dish balanced according to the Mediterranean diet. A real meat substitute, too expensive for the economic possibilities of the farmers once. Each family has its own recipe, small devices that slightly vary the ratio of flour and breadcrumbs and secret ingredients that enhance the sauce. I propose a version from my family tradition, the one who taught me my mom, and that, in turn I will teach to those who will listen to me!
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