Tragedia in una struttura di recupero a Pistoia. Gianluca Lotti, un pregiudicato di 38 anni, ha ucciso a colpi di accetta il compagno di stanza Massimo Tarabori. I due condividevano una camera all’eterno della casa famiglia “Un popolo in cammino” di Massa e Cozzile, in provincia di Pistoia. Al centro della vicenda banali questioni di convivenza, che però hanno scatenato la furia omicida di Lotti, che nel 1998 aveva ucciso a Pistoia la sua fidanzata, Silvia Gianni. Lotti era poi stato riconosciuto come semi infermo di mente e condannato in primo grado a 24 anni di carcere.
Ora un altro omicidio, questa volta ancora più efferato. Ieri sera Lotti ha atteso che il compagno di stanza rientrasse e si sdraiasse. Poi, vistoso addormentato, si è avvicinato al letto e con un’accetta trafugata da un deposito di attrezzi della casa famiglia ha cominciato a colpire Tarabori. Dopo un po’ ha fermato la sua furia, ma solo per indossare un paio di guanti di lattice e riprendere a colpire la vittima. Dopo ha dato lui stesso l’allarme presso un altro ospite della casa famiglia, assicurando che avrebbe denunciato la cosa alla polizia. Dopo di che si è fatto la doccia, sarago, vestito e ha chiamato il 113. Come confessato alle forze dell’ordine, all’origine della tragedia ci sarebbero stato banali motivi di cattiva convivenza, con la vittima, Massimo Tarabori, accusata di “non spegnere mai la luce” e “non collaborare alla pulizia della casa”. Futili motivi che però hanno continuato ad accumularsi, fino al tragico epilogo.
