Non sono assolutamente d’accordo sul fatto che avere a cuore piante e fiori sia un indice di sensibilità o anzi, probabilmente è così ma almeno sono certo che non sia vero il contrario. Io rispetto il verde ma non chiedetemi di tenerlo sul balcone o in casa, faccio seccare il basilico nel vasetto e persino le piante grasse che hanno bisogno di meno cure di uno strato di cemento. Anzi la sensibilità la dovreste pretendere nei vostri confronti se qualcuno vi costringe o vi chiede con subdole finalità di accompagnarlo in uno di quei megastore di piante e tutto per il giardinaggio che ora non so se siano una caratteristica dell’area metropolitana di Milano. Sarà che dove sono nato e cresciuto non ho mai sentito l’esigenza di acquistare nemmeno l’erba gatta, mentre non appena trapiantato – è proprio il caso di dirlo – in padania la visita in una di queste aree grandi come centri commerciali ma monosettoriali o al massimo con prodotti variamente correlati è stata una delle prime esperienze di quel tipo di turismo domenicale, quando malgrado il mix tra clima e suburbia ci si impone di mettere il naso fuori.
Ce n’è uno in particolare, a dieci minuti da casa mia, che oltre a tutto per il pollice verde, arredamento da outdoor e – sotto le feste – il più ampio assortimento mai visto di addobbi natalizi e componenti per il presepe, comprende un ampio reparto dedicato agli animali e alla cura degli stessi. Che poi è una vera e propria contraddizione: in questi tempi di scetticismo nei confronti dei consumi, esercizi come quello sono strapieni malgrado i prezzi, soprattutto quando inizia a percepirsi la primavera nell’aria e cresce la voglia di rimestare con guanti e palette nella terra di giardini e vasi ricca di vermi. E in quello che ha anche articoli per cani, gatti e molto altro c’è spesso la fila perché riunisce due tipologie di utenti: quelli che rispettano gli animali e quelli che rispettano le piante, entrambe caratterizzate dalla mancanza di rispetto verso gli esseri umani, soprattutto in fase di ricerca di un posto nell’ampio parcheggio ubicato all’esterno del megastore.
Un altro aspetto di interesse è il costo di certi articoli, che per uno che non è del settore si tratta di un vero e proprio enigma. Piante e bestie da centinaia di euro. Pochi giorni fa per esempio ho fatto caso a un turaco cresta rossa, un uccello mai sentito nominare prima malgrado mia figlia conosca ogni tipo di animale sconosciuto come la genetta tigrina e il fennec, in offerta a 1.200 euro, tanto che non ho potuto non sottolineare a mia moglie l’assonanza con la ferrari testa rossa.
Ditemi voi chi cazzo si comprerebbe un turaco cresta rossa a quella cifra, ma un qualsiasi animale che se ti si apre la voliera e fugge per tornarsene da dove è venuto con quel costo ti manda in fumo il capitale investito. Per non parlare di geki a più di ottanta euro, camaleonti che poi che senso ha tenersene uno in casa che si mimetizza e non lo vedi e magari lo schiacci per errore, considerando quello che lo paghi, e roditori che se non li vedessi lì in bella mostra non ci penseresti due volte ad avvertire gli addetti alla derattizzazione. Ho notato poi il frutto di un’operazione di marketing infelice: un calendario dell’avvento per gatti, ogni sportellino associato a una lattina di gusti differenti, talmente lontano dal buon senso da rimanere ampiamente invenduto sino a a fine marzo. Che poi uno non osa pensare a come sarà l’analoga iniziativa per la Pasqua imminente.
In Italia non si può mica essere così blasfemi, nemmeno quando si tratta di mici che in quanto a sacralità, almeno da come si evince da Facebook, non si scherza.
Alla fine, qui nella regione in cui tutto è oversize quasi come gli Stati Uniti, muoversi con un carrello tra latte di pelati, maggiociondoli dalle radici costrette in giare finto-antiche o cuccioli di non-so-che-razza-canina che giocano e cagano nello stesso cestone protetto dalle mani dei bimbi avide di contatto con la straordinarietà non c’è tutta sta differenza. Così se avete in programma di trasferirvi da queste parti sappiate che, se qualcuno vi invita ad accompagnarlo a comprare la sabbia per la lettiera che fa la palla o due rametti di rosmarino, è sempre meglio chiedergli prima dove.