Alla presentazione di un libro sulla mafia (deduco dal titolo) di Angelino Alfano (credibilità internazionale che perde 40 punti percentuali in borsa), numero 1 del PDL (altri 35 punti) si è parlato, vai a sapere il perché, di patrimoniale (e qui stendo un velo pietoso sulle dichiarazioni dell'imprenditore milanese più virtuoso della storia italiana) e di calcio. Tra le altre cose, mentre Bruno Vespa, suppongo, moderava il dibattito (altri 70 punti infilati nel cesso), è uscita la questione "presidenza dell'AC Milan", oggetto di interessanti dibattiti mentre il mondo va in frantumi. Non bastava l'assurda e falsa scritta sulle maglie (la lingua italiana ha pur sempre un senso), ora si arriva ai paragoni con gli altri presidenti, paragoni già tirati in ballo in passato e più volte smentiti. Niente, la solfa è quella, non è importante quanto sia grossa la cazzata che racconti, se lo fai convinto e la ripeti ogni giorno poi qualcuno ci crede. A volte qualche milione.
Silvio nostro si lascia andare ad un "Sono il presidente che ha vinto più di tutti nel calcio. Il secondo è Bernabeu che ha vinto la metà dei miei trofei"... quindi non solo è il più vincente, ma al secondo posto ci sta uno che ha vinto la metà. Record imbattibile. Ora, sicuramente Berlusconi sorpasserà Bernabeu da qui alla fine della propria carriera, ma a oggi il dato è che l'ex presidente del Real Madrid non solo non ha vinto la metà di Berlusconi, ma addirittura conta un titolo a proprio favore in più come nota tutta la websfera (siamo nel 2011) e persino la Gazzetta dello Sport, solitamente distratta su certe cose (infatti la spiegazione avviene tramite una ndr, non nel titolo principale...). Bernabeu ha vinto 29 titoli, Berlusconi 28. Anche ammettendo un errore di calcolo dovuto alla fretta, non ci spieghiamo come Silvietto possa pensare di aver vinto il doppio del suo collega. Bene, entrambi sono uomini legati alla destra, al dominio del calcio attraverso ogni mezzo, forse vittime della stessa autoesaltazione. C'è un che di parentale. Sarebbe interessante sapere se anche Bernabeu, quando apriva bocca, dava costantemente l'idea di essere uno di quei bulletti che "il pallone è mio, le regole sono queste e io decido chi gioca". Gli altri? Comunisti. Oppure più informati del medio, quindi clienti poco affidabili.