Magazine Diario personale
Alex sollevò lo sguardo sull'unico oggetto che occupava quello spazio altrimenti vuoto, bianco e infinito. Un monolite sulla cui superficie era inciso a bassorilievo l'Albero Sefirotico.
"Non posso fermare l'emorragia con quel poco di potere che filtra dal sigillo" disse Sarah, alle sue spalle.
"Lo so, per questo ci troviamo qui."
Alex toccò la superficie del monolite e recitò mentalmente le dieci Sefirah.
Quando l'ultima entità, Malkuth, s'illuminò sul monolite, una lama di luce lo tagliò nel mezzo e le due metà del monolite si aprirono come una porta.
Ne uscì una piccola sfera di luce. Alex la toccò e la sfera si trasformò in una corrente d'energia che avvolse il suo corpo. Sulla schiena le apparvero delle ali d'angelo con le piume iridescenti che subito si dissolsero in soffici barbagli dorati.
Si risvegliò assicurata a una barella in un'ambulanza che sfrecciava a sirene spiegate. Accanto a lei c'erano Joshua e un paramedico. Il monitor pigolava al ritmo regolare del suo battito cardiaco.
Joshua disse qualcosa al paramedico, che raggiunse il suo collega.
Le sirene tacquero e il mezzo rallentò.
"Se rimuovo la medicazione, scommetto che non troverò nemmeno la cicatrice" disse Joshua.
Alex si tolse la mascherina dal volto e volse lo sguardo su di lui.
"Cole si è sparato un colpo in testa."
"Lo so. Lo abbiamo trovato accasciato sulla scrivania."
"...e i computer?"
"Non sono neanche mai stati usati. La CloudNet dell'ufficio è vuota. Clara sta lavorando sulle identità online di Cole, ma ha detto di non contarci perché il bastardo ha fatto pulizia prima di ammazzarsi e anche piuttosto accurata."
"Un buco nell'acqua."
"Sigmund dovrà fare un discreto lavoro per coprirci le spalle, stavolta."
"Siamo al punto di partenza."
"Cosa vuoi fare? Incontrare Ueda?"
"Vorrei andare a casa. Togliere Amy dall'equazione."
"Sicura?"
"I miei 'genitori' dovrebbero sapere che il funerale era una farsa."
"Ti serviranno dei vestiti nuovi."
Joshua parcheggiò il SUV lungo il viale e accompagnò Alex alla porta.
Alex suonò il campanello. Venne Isabella ad aprire. Fu sorpresa di vederla.
Alex notò che aveva le borse sotto gli occhi e sembrava stanca. E invecchiata.
"Non pensavo che saresti tornata... Dopo quello che è successo."
"Vorrei vedere Amy. È in casa?"
"Accomodatevi. Stavo per prendere il tè."
Alex sedette sul divano. Joshua le si mise accanto.
Isabella li raggiunse con il vassoio con tre tazze, la teiera fumante, una ciotola con le zollette di zucchero e un piatto di scones già spalmati di burro e marmellata.
"Ho preso gli scones da Milly's."
"Dov'è Amy? Mamma."
"Se ne è andata. Anche Carlo."
Lo disse con voce atona, come se non la riguardasse.
Poppy le saltò in grembo e si accoccolò sulle sue ginocchia.
Isabella prese ad accarezzarlo distrattamente.
"Amy mi ha chiesto di tenerlo... Se non ci fosse..."
Lasciò cadere il discorso.
"Sai dove è andata?"
"È partita per la guerra."
"Dove l'hanno mandata?"
"Non ci siamo più sentite... Da quando se ne è andata..."
Alex accantonò per un momento il discorso e si concentrò su sua madre.
"Mamma, c'è l'hai qualcuno da cui andare?"
"No, non ho parenti qui. La mia famiglia è in Italia. Chi è il tuo ragazzo?"
"Non è il mio ragazzo. Lui è Joshua Ratatosk."
"Uno dei figli di Émile."
"Conosceva mio padre?" chiese Joshua, sorpreso.
"No. Ho sentito parlare di lui da Serafina."
"Signora, Serafina le ha parlato anche del progetto Ragnarok?"
"Di Ragnarok e di Seraphim."
"Mamma, cosa sai su Seraphim?"
Isabel scosse la testa.
"Solo che il responsabile era Nakamura e che Nakamura si era rifiutato di collaborare con Serafina ed Émile per fermare i progetti. Ma... Ho una copia del diario di Serafina. Non l'ho mai letto. Posso dartelo, se vuoi. Dopotutto Serafina è vostra madre."
Si alzò e tornò poco dopo con un libretto rilegato in pelle.
"L'ho fatto stampare e rilegare. La carta e l'inchiostro sono più sicuri di HoloNet per conservare le memorie. Anche perché Serafina ci fece promettere di distruggere il diario, se le fosse successo qualcosa. Anche se ho il sospetto che tu abbia trovato il modo di leggerlo prima che Carlo lo cancellasse. Carlo ha voluto farne una copia prima di distruggerlo."
"Grazie, mamma."
"Mi dispiace per Amy."
Alex scosse la testa.
"Non dovresti rimanere qui, da sola. Chiudi la casa, torna dai tuoi."
"Ho il lavoro e Poppy. Amy avrà bisogno di un posto in cui tornare. Carlo aveva paura di lei ma... Eravate bambine... Tua sorella aveva così bisogno di affetto..."
"Mamma, dove è andato papà?"
"È tornato in Italia. Siamo di Firenze. Eravamo allievi di Serafina all'Università prima di diventare suoi assistenti. È così che siamo rimasti coinvolti nel Progetto."
Alex guardò Joshua.
"Possiamo fermarci a dormire? È un problema?"
Isabella trasalì, sorpresa.
"No, certo che no. Mi fa piacere avere qualcuno a cena."
Alex si materializzò nel salotto della villetta di Sarah.
"Sarah, riesci a metterti in contatto con Marie? Amy non era a casa. Devo sapere dove si trova."
Sarah appose un segnalibro al volume che stava leggendo e lo posò sul bracciolo del divano.
"A dir la verità, non riesco a raggiungerla... È come se... Qualcosa bloccasse il segnale. I miei messaggi continuano a tornare indietro. Rispediti al mittente."
"Amy era furiosa con me e con i nostri genitori quando se ne è andata di casa. Pensi sia per questo? Marie non vuole risponderti?"
"Dovresti saperlo che io e Marie non proviamo le vostre stesse emozioni. Marie non ha motivo di tenermi il broncio solo perché Amy ce l'ha con te."
Rifletté per un momento.
"È solo un'ipotesi ma... Amy potrebbe aver eretto una barriera tra te e lei. Non sei stata sincera con lei. Se ce l'ha con i vostri genitori adottivi per averle mentito tutto questo tempo, potrebbe avercela anche con te per lo stesso motivo."
"È possibile."
"Mi spiace. Non posso esserti d'aiuto ma... Joshua ha accesso a una vasta rete d'informazioni, no?"
"Ci vorrà più tempo per trovarla in questo modo, ma non abbiamo scelta. Buonanotte, Sarah."
Alex si rigirò nel letto e fissò la luce della luna che si rifletteva in strisce argentee sul soffitto, i raggi tagliati dalle maglie della veneziana.
Amy se ne era andata di casa e Sarah non riusciva a raggiungere Marie.
Lanciò un'occhiata al diario di Serafina sul comodino, ma era troppo stanca per leggerlo. Abbracciò il suo vecchio peluche, si sdraiò sul fianco e chiuse gli occhi.
Il sonno non tardò ad arrivare, nonostante le emozioni della giornata.
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