I Musicisti dell’Orchestra del Teatro Regio di Parma, dopo l’assemblea del 31 luglio 2012, hanno sottoscritto all’unanimità questo comunicato:
“Quello che si è consumato nella conferenza stampa di presentazione del Festival Verdi 2012, da parte del sindaco di Parma Pizzarotti, è il macabro rituale del sacrificio di una realtà musicale, l’Orchestra del Teatro Regio, che per 12 anni ha svolto la sua attività al servizio della cultura della città con risultati riconosciuti a livello internazionale e comprovati da un curriculum che ognuno può verificare. La nostra estromissione ci è stata comunicata un’ora prima della ufficializzazione. Neppure la sigaretta dei condannati! Nel più perfetto stile politichese il nuovo sindaco riformatore nei contatti precedenti ci aveva assicurato che l’eccellenza della nostra professionalità era una ricchezza che la città non si poteva permettere di perdere. Forse questa operazione gli è stata suggerita dalla consapevolezza di essere in debito, come nuovo presidente della Fondazione Teatro Regio, di circa 542 mila euro per le prestazioni da noi sostenute nel 2012. L’arte dell’inganno e della mancanza di sincerità albergano anche nell’animo di chi si professa paladino della trasparenza. Con una noncuranza che rivela una sostanziale mancanza di rispetto per le persone, i loro diritti e le loro esigenze e necessità, ha scelto di disfarsi di una compagine orchestrale a cui è stata rinnovata la convenzione il 31 gennaio 2012, all’unanimità dal CDA presieduto dal Commissario Ministeriale Ciclosi. Le motivazioni del rinnovo sono state le seguenti: “Valutate le prestazioni artistiche dell’Orchestra e la qualità sempre crescente e riconosciuta del lavoro svolto dalla nostra compagine orchestrale in questi anni…”
“Il sindaco le ha preferito il servizio dell’orchestra Toscanini, regionale, stabile e, a detta del suo responsabile, economicamente risanata. Insomma in un colpo solo ha tolto al teatro il proprio brand, ha dato il lavoro a chi già ce l’ha e pure sicuro, e ha licenziato senza giusta causa 50 professionisti con famiglie a carico. Ciò è tanto vero visto che la Toscanini nello stesso periodo del Festival è impegnata a Modena con il Don Carlo. Che la nostra esistenza fosse mal digerita non è scoperta recente. L’esultanza della rappresentante sindacale CGIL, Silvia Avanzini, alla notizia del nostro allontanamento, ne è la prova provata, assieme alla dichiarazione delirante su un numero inventato di nostri collaboratori che, previa iscrizione, potrebbero essere impiegati come aggiunti in Toscanini: con che soldi saranno pagati? Virtuali? Ce li mette il sindacato? Alla faccia dell’operazione a costo zero. Un sindacato che si presta ad una operazione tanto ignobile sulla pelle dei lavoratori che, nella prospettiva della disoccupazione, sono costretti a subire il ricatto di iscriversi per poter ambire a qualche presenza saltuaria in Toscanini, quando sarà costretta a raddoppiarsi per impegni concomitanti, ci fa rabbrividire”.
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