PJ Harvey - Let England Shake

Reazioni ad un mio sms inviato a multipli indirizzi in cui scrivo:
"L'ultimo di Pj Harvey è notevole"
Risposta #1: "Dai! Non l'avrei mai detto"
Risposta #2: "Sicuro non sia la solita rottura di coglioni?"
La sera stessa invito un po' di amici a casa mia, tra i quali una discreta percentuale di conoscitori di musica. Provo a vedere che effetto ha"Let England Shake" facendolo suonare sul mio stereo senza dir loro di cosa si tratta.
Dopo un paio di brani qualcuno si sveglia dal letargico effetto della birra e mi chiede: "Ma che disco è questo? Molto bello..."
"Non ci crederete", dico io. "E' l'ultimo di Pj Harvey"
"Noooo, dai. Impossibile"
"Eppure"
"Non sembra neppure lei. Ma che voce ha?"
"Eh eh"
Considerazioni a margine: "Let England Shake" non somiglia a nessuno dei dischi fin qui prodotti da PJ, né a quelli del periodo d'oro risalenti al periodo dell'ormai perduta innocenza artistica e tanto meno a quelli noiosi del secondo periodo, rovinati dall'insensato tentativo di somigliare a Nick Cave. Tolti sporadici esperimenti vocali (come nel caso di "On Battleship Hill"), PJ ha una voce sorprendentemente simile a quella di Sheryl Crow. Il paragone, lo so, non è il massimo, ma l'effetto è comunque piacevole.