Roma, 20 settembre 2011, The Space di Piazza della Repubblica, ore 21:15.
Ebbene sì, lo posso dire: io c'ero.Insieme a noi, nel mondo altri migliaia di fans del gruppo di Seattle hanno visto, muniti di magliette ufficiali, capelli lunghi e camicie da boscaiolo (incredibile in quanti le indossassero!) questo film, il che ha reso il tutto un po' più emozionante. Certo, si tratta di un documentario, uscirà presto in dvd, però è l'aura di super-mega-evento che ci hanno costruito intorno a rendermi particolarmente orgogliosa di aver potuto assistere ad una delle proiezioni di Pearl Jam Twenty, il documentario sui Pearl Jam diretto da Cameron Crowe.Cameron Crowe è uno che la musica la ama alla follia: a soli 15 anni è diventato giornalista scrivendo critiche musicali per riviste come Creem, Rolling Stone, Playboy, Penthouse, come ci ha raccontato nel suo film cult e auto-biografico Almost Famous, ed in tutti i suoi film la musica è importantissima, quasi un secondo personaggio protagonista, come dimostrano le ottime colonne sonore di Vanilla Sky e Elizabethtown. Proprio il suo amore per la musica lo ha portato, nel 1992 a girare un film sulla nuova musica che stava nascendo a Seattle: in Singles - l'amore è un gioco Matt Dillon è un aspirante musicista, ed indovinate un po' chi interpreta il ruolo della sua band? Esatto proprio loro, i Pearl Jam. Il film ha una colonna sonora che comprende successi di Eddie Vedder e soci, Alice in chains e Soundgarden: tutto questo viene raccontato nel documentario, dove un Eddie Vedder più attempato ma sempre fichissimo (avrebbe potuto benissimo fare l'attore, impressionante infatti come il suo viso sia una fusione tra quelli di Sam Worthington e Patrick Wilson, ma con molto più carisma e fascino) racconta dell'esperienza sul set come di un ricordo traumatico. Il buon Vedder infatti ha passato gran parte della sua vita a cercare di evitare la fama, cosa che però è impossibile se sei il cantante strafigo con una voce ruvida e calda allo stesso tempo di una delle band più importanti del secolo e hai scritto canzoni come Even Flow, Release e Do The Evolution. Il racconto per immagini, che attinge da tanto materiale anche inedito, ricostruisce la storia dello storico gruppo di Seattle partendo dalla preistoria della band, quando Stone Gossard e Jeff Ament militavano nei Mother Love Bone e si frequentavano con Chris Cornell (che compare più volte nel documentario con testimonianze divertenti e a volte commoventi, dimostrando che fare il cantante a Seattle negli anni '90 era veramente roba per gente figa, Cornell sembra infatti il fratello di Jack Sparrow) che cantava invece nei Soudgarden. Crowe mescola testimonianze recenti con commenti di vent'anni fa, sovrapponendo le linee temporali, facendoci entrare nella vita privata (ma non troppo) dei Pearl Jam e costruendo per ognuno un personaggio, rievocando la sua storia e i sentimenti che man mano hanno provato nella loro scalata al successo e soprattutto nella creazione di una musica che hanno sempre sentito come sincera, onesta, impegnata: storica infatti la loro battaglia contro Ticketmaster (spassoso l'episodio del processo) e il costante impegno politico.Certo è un documentario, ma qualche idea cinematografica il buon Cameron ce la mette: bellissima la ricostruzione in stile film muto della storia dei vari batteristi che si sono susseguiti nella band, l'omaggio a David Lynch e il contrapporsi delle parole della band a quelle di un impettito ed attempato giornalista in completo grigio, che non capisce assolutamente perché i giovani diano tanto peso alle azioni delle rock star e soprattutto alla musica, bollando come patetica una ragazza che, alla morte di Kurt Cobain, dice: "Oggi essere giovani è difficile". Cameron è infatti riuscito a cogliere l'importante messaggio veicolato dalla musica della band: la ricerca della propria identità tramite un percorso interiore fatto di sofferenza, riflessione e desiderio di migliorarsi, un percorso che parla delle proprie radici (Alive, Release), dell'inquietudine che assale chi è giovane (Black, Even Flow), del troppo dolore che a volte è insostenibile (Jeremy), della rabbia (Blood, Do The Evolution) che scaturisce dalla frustrazione di una società che non lascia il tempo di essere giovani, di capire prima di tutto chi siamo, e poi che cosa vogliamo fare nel mondo. Un film sicuramente per appassionati, ma che può interessare anche neofiti che magari, spinti dalle spettacolari esibizioni dal vivo della band, vorrà approfondire la loro storia, o semplicemente rivivere venti anni di storia contemporanea attraverso il rock graffiante dei Pearl Jam.E poi Eddie Vedder che si arrampica sui tralicci delle luci con la maglia "Tivoli" e Mike McCready che fa degli assoli in stato di trance valgono da soli la visione del film. Cameron Crowe con i Pearl JamLa citazione: "Se canti da solo nella tua stanza non succederà mai niente"
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥1/2
Titolo originale: Pearl Jam TwentyRegia: Cameron CroweAnno: 2011Cast: Eddie Vedder, Stone Gossard, Jeff Ament, Mike McCready, Matt Cameron, Chris Cornell