Cosa ho capito di questo viaggio in Belgio:
- ci sono più mucche che esseri umani! Mamma mia quante mucche, ovunque non appena si arrivi ad un prato verde. Bellissime, pezzate e splendenti (suggerimento al nostro governo, possibile aggiunta al decreto sviluppo: ci ri-diamo alla pastorizia?);
- toccategli tutto ma non il Belfort. Non fraintendetemi, mi riferisco alla torre del paese, al campanile comunale, con il suo bel carillon. E' l'orgoglio dei belgi.
- Per dirla tutta ogni paesello ha non solo il suo Belfort, ma pure la sua Grote Markt (la piazza principale, dove quasi sempre svetta il Belfort ed il municipio) e la sua Vridag Markt (che sarebbe la storica piazza del mercato del venerdì). Alla fine i posti sono tutti molto simili. Ma forse direbbero così, mi immagino se fossi in loro, vedendo i vari paeselli medievali dell'Umbria o dell'appennino toscano.
- La patata fritta è la loro religione. ;-) E come dargli torto? Io amo le patate fritte, ma non potrei vivere là. Averne una tale quantità a disposizione, con tutte quelle stupende salse supernocive, è un rischio anche per il fegato più sano del mondo.
-Rettifico, più che la patata fritta, il fritto è la loro religione: ho visto friggere cose, che voi umani non potete nemmeno immaginare! :-)
Cosa mi è piaciuto di più:
- il buffo appartamentino a Gant (o Ghent o nei mille altri modi possibili), in stile anni '70 con la carta da parati a cerchi ocra e arancio. Una mini casetta che guardava su di un fossato fatato. La nostra colazione al tavolino davanti ad un cielo a nuvolette, la tranquillità ed il silenzio della sera (www.sleepstreet.be, se siete interessati a sostare a Gant in questi bellissimi appartamentini, Hans e Lobke, i proprietari, sono adorabili);
- Sempre a Gant, se come me siete dei "frites" addicetd, non perdetevi FRITUUR JOZEF in Vridag Mrkt. E' un piccolo carrettino che sfrona patate fritte celestiali sin dal 1898 (negli States sarebbe un patrimonio dell'umanità);
- La romantica Bruges, davvero forse un pò troppo turistica e superaffollata nei punti di maggiore interesse, ma ci sono un sacco di passeggiate lungo i canali tranquille e solitarie dove il tempo sembra non passare mai;
- la sera ad Ostenda, sul mare, così freddo e diverso dal nostro, ma così emozionante. E' stato bellissimo passeggiare sull'immenso lungomare di questa cittadina, completamente in balia di un vento gelido, vedere un bellissimo tramonto (alle 22.30!) con i colori così freddi e al tempo stesso così intensamente luminosi. Unas erata da favola. Una cena perfetta, da "Chez Freddy", rinomato ristorante proprio sul lungomare.
Ostenda: prima di cedere al vento gelido
Ostenda: dopo aver ceduto al vento gelido, versione tapiro della sabbia
- Anversa: difficile dire cosa non mi sia piaciuto di questa cittadina. E' stata una gran scoperta. Una città giovane, movimentata, piena di eventi culturali, piena di fermento, soprattutto nel settore moda e design. Una città in cui subito ti orienti e ti senti a casa. Noi alloggiavamo nel quartiere dei teatri, al Theather hotel, ed era un punto perfetto per partire ad esplorare. Eravamo vicinissimi alla Rubenshuis, da vedere.Difficile eleggere dei locali in particolare perchè Antwerp offre un'ottima scelta di cucine etniche e locali ma imperdibili sono:
Cambodge, su Bourlastraat al 19, che offre un'ottima cucina da loro definita Asian Fusion, che abbiamo conosciuto grazie ai racconti di viaggio sempre azzeccati della carissima Bailing;
Het Vermoeide Model, un ristorante tipico con un'atmosfera calda e romantica.
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Antwerp, il cortile della Rubenshuis
Su Pelikaanstraat, nel quartiere ebraico
Nationalestraat
Foto scattate nell'originalissimo negozio vintage JUTKA E RISKA, Nationalestraat 87
Non potevo mancare, Bailing! ;-)
Tipico abbigliamento a strati da serata fuori... avevo previsto una valigia prettamente estiva, e ho rimediato come possibile..
..ma forse dovrei dire cosa mi è piaciuto meno... Bruxelles. Un cittadone, con parti in completo degrado, fatiscenti (evitare la zona stazione, rischio depresisone in agguato!), altre appena ricostruite e super moderne. Tutti mi preallertavano: "ah, Bruxelles, la stupenda Gran Place!". OK, la Gran Place ha il suo fascino innegabilmente, ci sono dei palazzi bellissimi e la sera è emozionante, ma al di là di quella (e della Place du Grand Sablon, molto bella! da non perdere la cioccolateria-gioielleria PIERRE MARCOLINI: anche se non siete amanti del cioccolato come me, un giro va fatto) non saprei dire altre cose a suo favore. La zona dietro la Gran Place poi è ormai invasa dai ristoranti super turistici, uguali in tutte le parti del mondo, con camerieri che ti incitano a sederti su panchette dalla dubbia igiene. Non ci siamo. Unica nota positiva, in quel dedalo di viuzze da imbroglioni, un locale giovane e molto trendy, che offre un'immensa qualità di birre, a partire dalla loro più famosa e che dà il nome al locale, la DELIRIUM TREMENS! Noi abbiamo scelto la sezione di locale detta Delirium Monastir, specializzata in birre trappiste e d'abbazia. Una sosta al delirium è veramente d'obbligo!
Particolare di un palazzo della Gran Place