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Plafond Casa, mutuo agevolato rimasto nel cassetto di ABI e CDP

Creato il 24 settembre 2014 da Ufficiostampafedercontribuenti @Federcontribuen
mutuo casaEra il 21 novembre 2013 quando la Cassa depositi e prestiti e l’ ABI, su proposta dell’allora governo Letta, stipulavano una convenzione denominata“Plafond Casa”, strumento da 2 miliardi di euro stanziati da CDP (Cassa deposito e prestiti), che – veicolato dalle banche – era finalizzato alla erogazione di mutui alle persone fisiche per l’acquisto della prima casa o per interventi di ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica. I beneficiari dovevano essere le giovani coppie e le famiglie numerose. Le banche, come da accordo, avrebbero dovuto coprire con il mutuo fino al 100% del valore dell’immobile fino ad un tetto massimo di 250 mila euro, 350 se comprensivo di un piano di ristrutturazione. Il mutuo doveva essere agevolato sia nella durata massima (più lungo dei mutui ordinari) e sia nei tassi.Manovra pubblicizzata dal Ministro Lupi sul suo sito, dove continua a riceve segnalazioni dagli utenti che si sono visti negare, pur avendo i requisiti, tale mutuo, così Lupi pubblica una dichiarazione: ”Ho convocato domani al ministero l’Abi e la Cdp per verificare, anche a seguito delle vostre segnalazioni, la situazione dei mutui del Plafond casa chiedendo risposte alle vostre esigenze. Cittadini che si sono presentati allo sportello delle banche che hanno aderito al Plafond casa per richiedere il mutuo per l’acquisto della prima casa o per la ristrutturazione e che si sono sentiti rispondere “Non ne sappiamo nulla”. L’accesso al plafond è regolato “a sportello”, fino ad esaurimento dello stesso (con un limite a 150 milioni di euro per ciascuna banca). Ogni banca aderente avrebbe dovuto fornire una adeguata pubblicità all’iniziativa, sia nelle proprie filiali che attraverso la diffusione cartacea e via web per consentire un’immediata differenziazione del Plafond Casa rispetto ad altri prodotti standard. Inoltre, a fronte delle richieste di finanziamento, le Banche erano tenute ad informare la clientela dell’esistenza e delle condizioni dei prodotti che si avvalgono di questo strumento. Cosa ha riscontrato la Federcontribuenti grazie alle segnalazioni ricevute: 1 – le banche aderenti non hanno adeguatamente informato i clienti della convenzione, negando di fatto ai richiedenti tale vantaggiosa possibilità; 2 – le banche aderenti non hanno mantenuto le linee guida sottoscritte per quanto riguarda i tassi di interesse, come la possibilità di erogare mutui fino a coprire il 100% del valore dell’immobile; 3 – non esiste un documento che illustri quanti mutui sono stati concessi con la formula Plafond Casa. Chiediamo pertanto venga fatta chiarezza su questa manovra sia da parte del governo, sia dall’ABI e chiediamo alla CDP un riepilogo in materia di trasparenza che citi i numeri e i prestiti Plafond Casa andati a buon fine. I cittadini che si son visti negare tale possibilità, pur avendo i requisiti, di rivolgersi alla Federcontribuenti. L’idea poteva essere buona, come sempre qualcosa non ha funzionato, il sistema si è inceppato, ma come mai le banche hanno ritenuto non vantaggiosa la formula Plafond Casa?    

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