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Planetes di Makoto Yukimura: un’opera tra fantascienza e realtà

Creato il 27 giugno 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

planetes-946619planetes-946619Solitamente, quando si pensa al genere ‘fantascienza’, nell’immaginario comune fanno capolino mille immagini di spade laser, alieni e pianeti ignoti. Planetes, pur essendo un seinen di genere fantascientifico, non è niente di tutto questo. Mediante la lungimirante idea di Makoto Yukimura, propone uno straordinario connubio tra fantascienza d’autore e realismo sociale, tra multi-razzialità e problemi quotidiani, tra successi faticosamente conquistati e indicibili fallimenti. L’opera, pubblicata in Giappone nel 2001 e portata in Italia nel 2003 da Planet Manga, ha visto la nascita di una trasposizione animata realizzata da Sunrise, che straordinariamente non toglie nulla alla versione cartacea, anzi: con tutta probabilità è la coronazione finale di un’opera complessivamente piacevole, seppur forse troppo breve e compressa.

Planetes segue la storia di un gruppo di raccoglitori di detriti spaziali della sezione Space Debris, un’unità della Technora Corporation, il cui compito consiste nell’impedire, fra le altre cose, la collisione dei rottami con satelliti in attività, stazioni orbitanti o navi spaziali. Le vicende sono ambientate tra il 2075 e il 2080, mentre la colonizzazione dello spazio è ormai una realtà tangibile a cui vecchi e giovani devono far fronte.

Sovrano indiscusso dell’opera e fonte di domande, ma anche di risposte, è il misterioso e sconfinato spazio, che tiene in seno i nostri protagonisti, talvolta anche quasi soffocandoli.

La qualità più importante di questo manga non sta tanto nello sviluppo della trama – che, pur avendo i suoi bei colpi di scena, non dimostra poi così tanti bruschi cambiamenti –, quanto più nella crescita psicologica dei protagonisti, nelle difficoltà quotidiane che debbono affrontare e nella profonda introspezione che viene dedicata a ognuno di loro.

Planetes2
Planetes2
Quattro sono gli astronauti su cui l’autore si concentra. Si parte da Yuri Mihailokov, russo di mezza età presentatoci come un uomo solitario e brutalmente spezzato dalle vicissitudini della vita; si passa per l’americana Fee, capitano responsabile della Toy Box (la nave spaziale su cui viaggiano i nostri protagonisti), e si giunge ad Ai Tanabe, giovane matricola che dai sogni, dall’amore e da nudi e crudi ideali ha costruito la propria filosofia di vita. A tutto ciò, sempre in virtù del principio di contrasto di cui si è già parlato, si contrappone Hachirota ‘Hachimaki’ Hoshino, provetto cosmonauta pronto a qualsiasi cosa per raggiungere il suo sogno, anche addirittura a perdere se stesso e la propria umanità.

Hachirota è il nostro accompagnatore durante questo viaggio lungo quattro tankōbon, oltre che la colonna portante dei volumi. E’ anche colui col quale il lettore finisce inevitabilmente per identificarsi. Lui, che è così insignificante, così umano, così vuoto dinnanzi alla titanica oscurità dell’universo che Yukimura tratteggia sapientemente su carta, così reale. Hoshino è un polimero di sensazioni e di senso di vacuità che ci mostra come sì, “l’uomo è troppo piccolo per l’universo”, ma l’universo non sarebbe tale se non ci fossero tanti, piccoli uomini.

Planetes è un flusso, un costante movimento, un’affannosa ricerca di risposte a dolorose domande, che nel finale, tutto sommato, giunge a una conclusione: “Non posso smettere di amare le persone”, ammette come ultima battuta Hoshino, sospirando la più giusta fra le verità. Il suo sogno, gli anni che passano, i lunghi viaggi, gli errori, il dolore, la solitudine che nel corso del manga si impone quasi fosse un’autoflagellazione: niente di tutto ciò, alla fine, riesce a demolirlo come uomo, non del tutto almeno.

Yuri
Yuri
Il grande dissidio interiore di Hachirota, ma in generale di ogni personaggio a proprio modo, è evidente sia nelle copertine semplicisticamente colorate, che nelle tavole ordinatamente divise in rettangoli o quadrati. La profondità delle espressioni non è mai dimenticata, anzi, si dimostra essere pilastro portante dello stile di disegno di Yukimura, che mantiene coerentemente una linea di realismo fantascientifico pulita per tutta l’opera, sia attraverso gli scenari mozzafiato visibili nell’orbita terrestre, sia mostrandoci i molti primi piani sui visi dei protagonisti, sui loro sguardi spesso contriti.

Il manga di Makoto Yukimura è una lucida riflessione sul concetto di vita, sul senso che questa ha e su quello che noi, esseri umani, le attribuiamo. Niente sarebbe tale se non fossimo solo dei puntini che scalciano e cercano di andare oltre l’orbita terrestre, ed è questa la missione dell’autore: inviare un messaggio, attraverso i suoi nitidi disegni, per provare a restituirci la nostra dignità di briciole pensanti.

Abbiamo parlato di:
Planetes
Makoto Yukimura
Planet Manga ()  – 2012
Brossurato, bianco e nero, 12,90 €
ISBN: 9788865897782


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