Si chiama Plastic Art Trash ed inaugura martedì 11 gennaio alla Fonoteca di Napoli la mostra fotografica di Marco Iannaccone ispirata ad una dolorosa piaga della civiltà moderna: il degrado ambientale.
I capolavori artistici che l’uomo ha creato nel corso di secoli stanno cedendo il passo ad un abbandono socio-ambientale e culturale che annulla la bellezza ed il significato intrinseco di molte opere d’arte. I recenti episodi agli scavi di Pompei ne sono una triste e desolante testimonianza.
Partendo da questa constatazione, il percorso fotografico di Marco Iannaccone può essere considerato un viaggio fantasioso, originale ed ironico attraverso i secoli della storia dell’arte: dall’Ofelia di Millet (fotografata su una spiaggia piena di spazzatura) alle “due Frida” dell’artista messicana Frida Kalho (un cuore gettato nei rifiuti, perché “il cattivo amore è immondizia”), dalla “Giuditta Killer Trash” a“Il ragazzo colpito dal tamarro” passando per la “Medusa pietrificata” (che ha tra i capelli brandelli di sacchetti e serpi).
E se La “Gioconda” di Leonardo si trasforma in “Munnez Lisa”, la “Venere” di Botticelli in “La Venere del putridume” in un excursus nei capolavori artistici della nostra tradizione culturale in cui Iannaccone inserisce due sue opere originali: “Addio, mia bella Napoli” e “Mors Partenope”.
Le rappresentazioni fotografiche di Marco Iannaccone puntano ad un impatto visivo ed emotivo molto forte e spingono qualsiasi osservatore alla constatazione che un’opera d’arte, pur se maltrattata e lasciata nell’incuria, rimane pur sempre una creazione “divina” e i segni della bellezza che sprigiona possono essere appannati ma non cancellati. Da qui il richiamo a Napoli, che deve sopravvivere e riprendere il suo ruolo di capitale artistico-culturale.
La Fonoteca si trova a Napoli in via Morghen 31
Vernissage ore 19.00. La mostra resterà aperta fino al 24 gennaio.