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Platinette: “Uomini come soldatini, la nuova Carrà? La vedo dura”

Creato il 24 novembre 2014 da Signorponza @signorponza

Qui su Signorponza.com siamo abituati a cibarci di cultura pop e televisione. La tv è un mezzo straordinario, soprattutto perché i nostri articoli sulla tv suscitano sempre grande interesse e, allo stesso tempo, la tv ci consente di occupare le nostre serate che altrimenti sarebbero vuote. Di relazioni sociali, ovviamente, non se ne parla.

Da appassionati di tv abbiamo divorato un libro che da poco è arrivato nelle librerie intitolato Sei donna? – Dialogo (semiserio) sulle donne della tv ed è scritto da due persone che il piccolo schermo l’hanno visto da dentro, da fuori e da dietro le quinte: Mauro Coruzzi, in arte Platinette, e Simone Gerace (autore di programmi come Il brutto anatroccolo, Matricole e Verissimo, nonché fondatore del collettivo culturale NOMADIdiPAROLE).  È un divertente scambio epistolare (elettronico, visti i tempi) in cui i due autori si rimbalzano la tastiera per rivelare i retroscena, gli aneddoti e le curiosità relativi alle donne che hanno fatto la storia della televisione italiana.

Platinette Simone Gerace Sei Donna

Si parte da Enza Sampò (che ha firmato la prefazione), prima donna non identificata come una semplice “annunciatrice” o “valletta”, e, dopo aver dedicato il giusto spazio a vere e proprie istituzioni come Mina, Raffaella Carrà e Mara Venier (solo per citarne alcune), si arriva ai giorni nostri con tutte le protagoniste dei programmi tv attualmente in onda, da Barbara D’Urso a Simona Ventura, passando per Alessia Marcuzzi, Silvia Toffanin e Maria De Filippi.

Sei donna? è, in fondo, un viaggio in circa cinquant’anni di storia al femminile del nostro Paese che mostra come sono cambiati costumi e mode, anche se quello che non cambia mai nel corso degli anni è l’incredibile versatilità delle figure femminili in tv e che le contraddistingue dalla gran parte dei colleghi uomini. Un racconto che vi consigliamo di non perdere, soprattutto perché arricchito dalle giuste dosi di sarcasmo e ironia che da queste parti sono sempre molto apprezzate.

Cover Sei Donna?

Insieme a Wannabefre abbiamo approfittato dell’occasione per realizzare un’intervista a Mauro/Platinette con il quale abbiamo approfondito alcuni temi toccati in Sei donna? per fare anche qualche incursione nella stretta attualità. Ovviamente non potevamo esimerci dal chiedere parere sullo scontro tra due protagoniste del libro, Raffaella Carrà e Lorella Cuccarini, che tanto ha fatto parlare negli ultimi giorni. Ma andiamo con ordine.

Sei donna? è un libro che si legge volentieri, brillante e allo stesso tempo utile per un ripasso della storia della tv (che è, a sua volta, parte della storia del nostro Paese). Ma nello scrivere Sei Donna? qual è stato il sentimento che è prevalso? Il divertimento, la nostalgia o lo sforzo per recuperare storie, aneddoti e curiosità che magari erano finiti in fondo a qualche “cassetto della memoria”?
Tutti e tre, o forse nessuno. Se dovessi scegliere un sentimento, direi l’incertezza. L’incertezza è per me il vero motore, la spinta ad accettare una nuova sfida. Tenete presente che all’inizio, quando io e Simone abbiamo iniziato con questo scambio epistolare via email, non sapevo nemmeno cosa ne sarebbe venuto fuori. La nostra è stata una dissertazione su alcune delle grandi protagoniste della tv di ieri e di oggi, ma non abbiamo mai avuto l’ambizione di voler scrivere un trattato di storia della televisione italiana femminile. Né io né Simone, infatti, sapevamo che tema uno avrebbe proposto all’altro, dunque il dialogo che ne è uscito si è letteralmente definito in corso d’opera. Questo tipo di esperimento è stato possibile proprio perché raccontavamo le donne della tv, la stessa cosa fatta sui protagonisti maschili non avrebbe sortito lo stesso effetto. Con gli uomini è tutto molto più prevedibile, caratteristica che riscontro soprattutto con i giovani, le nuove leve della tv d’oggi. In loro vedo molta correttezza, come dei soldatini e generali della tv.

Il libro, come dicevamo, è stato scritto a quattro mani, in uno scambio epistolare-elettronico tra te e Simone Gerace. A te è stato “affidato” il ruolo di grande saggio della tv. In che modo è nato questo rapporto di amore tra Mauro e la televisione? E ci sono stati anche momenti di “odio” oltre che di amore?
Non parlerei di odio, è una parola troppo grossa, e la tv non merita una parola così carica. Si tratta pur sempre di uno dei luoghi in cui si svolge il mio lavoro. Se parliamo del momento in cui è nato l’amore, invece, esso risale alla mia infanzia. Nel momento in cui è arrivata la tv in casa, mi ci sono subito affezionato. Dato che ero un bambino piuttosto solitario, ho visto sin da subito tanta tv in solitudine. Questo mi ha permesso di apprezzare tutte le sfaccettature dei diversi programmi che quel contenitore proponeva. Ad oggi, questo rapporto di amore continua, la vivo senza costrizione. Se non mi piace qualcosa, semplicemente la evito.

Nel testo spesso tu e Simone richiamate Milelluci, storico programma Rai che ha visto condividere lo stesso palco Mina e Raffaella Carrà, due autentici giganti della tv. Che cosa secondo te ha contribuito al successo di quello show e che difficilmente si è riusciti a replicare negli anni successivi?
Replicare Milleluci sarebbe difficile e probabilmente inutile. Dietro a quel programma vi era un lavoro certosino di preparazione; ad oggi, quel genere di precisione e di cura del dettaglio è presente solo nelle fiction. Antonello Falqui (regista della trasmissione, ndr) era un un innovatore della tv italiana, e un modernizzatore della tv. Inoltre le due protagoniste, due nomi ai vertici della musica italiana e internazionale, si esibivano sul palco dando il meglio di loro stesse, in una rivalità unica che non è replicabile oggigiorno. L’occasione stessa di avere sullo stesso palco Mina e la Carrà era di per sé un evento. Pensare di fare la stessa cosa oggi sarebbe impossibile e sotto certi aspetti inutile… Se dovessi pensare ad un nome capace di prendere il posto di Mina e Carrà direi la Pausini, ma non troverei un’altra star internazionale capace di farle da contraltare.

Mina e Raffaella Carrà Milleluci

Dunque oggi non vedi in nessun programma una attenzione ai dettagli come allora? Nessuno che si avvicini a quei livelli?
Ogni puntata di Milleluci era curata nei minimi dettagli… oltre alle fiction, posso dire che Carlo Conti sia da considerarsi l’unico conduttore amante della meticolosità. Con I migliori anni prima e Tale e quale show poi, cerca di replicare la forma più vera di uno spettacolo. Che atto crudele ne I migliori anni vedere come le star siano invecchiate e trasformate! Però lo spettacolo diventava l’antidoto stesso al sentimento di nostalgia. Con Tale e quale invece Conti sperimenta una forma di spettacolo trasversale, dal trasformismo, allo studio della voce e delle scene. Tutti particolari che vanno curati, nessuno escluso!

Hai citato Tale e quale show e non possiamo quindi non parlare di Loretta Goggi, che è una delle protagoniste di Sei donna? che sta vivendo oggi una nuova fase di successo della sua carriera, nonostante abbia ormai passato i 60 anni e nonostante in Italia sia molto di moda il tema della “rottamazione”. La stessa cosa vale per Raffaella Carrà che sta per partire con un nuovo talent dopo essere stata giudice di The Voice. Tu come valuti questo tema? Pensi che in tv sia importante valorizzare gli autentici talenti, anche se “in là con gli anni”, o è meglio “lasciar spazio ai giovani”?
Ritengo curiosa questa tematica, perché da una parte c’è l’antica e consolidata forma di cortesia di trattare con rispetto i più vecchi, dall’altro (sul fronte del lavoro) la tendenza a buttarli via una volta superata una certa soglia di età. Il tema dei “giovani” contro i “vecchi” è un tema insopportabile. Io dico, largo ai giovani, ma solo se se lo meritano, se hanno caratteristiche capaci di farli emergere, che abbiano pure un aspetto gradevole, va bene… ma non dimentichiamo che, a fianco dei giovani rapper e vincitori di talent, ci sono ancora in vetta alle classifiche cantanti come Vasco Rossi, De Gregori… non proprio giovincelli! Io tutto questo rinnovamento non lo vedo molto, mi piacerebbe che la tv e la musica siano capaci di creare qualcosa in grado di sorprendermi.

Loretta Goggi Cuore gif

A proposito, quali pensi che siano le giovani promesse della televisione che oggi lasciano intravedere un futuro che lascerà il segno nella storia del piccolo schermo come le donne che raccontate nel libro?
Non saprei, come utente televisivo l’unica entusiasmante performance fu quella di Ambra ai tempi di Non è la rai; in lei vedevo convergere tante caratteristiche differenti: i tempi giusti, il linguaggio… era una piacevole scoperta. Poi ha scelto di intraprendere la carriera di attrice (e di un certo livello!), ma oggi che è matura mi piacerebbe tornasse a fare un po’ più di presenza tv. Per quanto riguarda altri giovani (anzi giovanissimi “issimi issimi”) c’è Cattelan… lui è sicuramente molto rigoroso, però non si può mettere un giovane a fare una trasmissione che assomiglia a qualcosa importato da oltreoceano (E poi c’è Cattelan, ndr)! Come se chiunque potesse fare il David Letterman show… lo dico sempre, la cosa difficile – durante un’intervista – non è fare le domande, ma saper ascoltare le risposte…

Fiorello

Alla fine della lettura la sensazione che si ha è che le donne abbiano contribuito in maniera determinante alla storia della televisione e abbiano dimostrato una versatilità che i colleghi maschi non sempre sembrano possedere. Oggi però si ha l’impressione che, con poche eccezioni, i palinsesti abbiano un po’ abbandonato “l’elogio della versatilità”. Pensi che questo possa penalizzare le donne?
No, perché le donne sono comunque camaleontiche. Se metti una donna a fare una sola cosa (conduzione, canto o ballo), questa diventa per loro la cosa su cui metterci anima e corpo, e riescono a farla al meglio. La versatilità sta nel percorso per arrivare a fare una cosa per bene. Ad oggi, l’unico in grado di fare bene cose diverse è Fiorello, l’unico in grado di fare one man show. Fiorello supera le barriere tradizionali attuali, ogni sua uscita diventa un evento. Ma è un caso su un milione. Per quanto riguarda le donne, penso che se la Goggi tornasse a fare quello faceva, finirebbe per fare tutto fin troppo bene. Il risultato sarebbe quello di farla apparire estranea al telespettatore, che oggi cerca sempre più trasmissioni di settore.

Quindi secondo te la tv “personalizzata” ucciderà la tv generalista?
Il concetto di tv personalizzata non mi piace per nulla, perché crea solitudine. Io amo la tv generalista! Quella sì che crea condivisione e capacità di condivisione. L’on demand tv è un prodotto precotto, l’ennesima sudditanza che spacciano per libertà. La tv non deve essere perfetta, la tv perfetta mi fa orrore. La tv deve essere imperfetta, deve sembrare vera.

E se avessi tu la possibilità di scegliere una grande Signora della tv con cui condurre un programma, chi sceglieresti? (Escludendo Mina, altrimenti sarebbe troppo facile!)
Dipende dal programma, esistono delle donne con cui farei di tutto. Se mi chiedessi “con chi vuoi andare a pranzo?”, non avrei dubbi: Mara Venier, una donna con cui ho sempre lavorato bene. Quello che mi piacerebbe, è trovare un alter ego totalmente diverso da me. Sceglierei non una conduttrice, ma una donna di un altro settore. Questo mi fa ricordare un esperimento fatto qualche tempo fa, una “puntata zero” mai andata in onda… Si trattava di una trasmissione nella quale io intervistavo solo donne (quattro ospiti a puntata) e anche il pubblico era tutto al femminile. Barbara Alberti, in qualità di ospite fisso, commentava le mie interviste, fornendo quindi uno spunto in più, un’analisi di quanto detto. Credevo molto nel format, forse era troppo sofisticato? Sarebbe stata una bella sfida.

Quanto è importante parlare ancora di “sesso maschile o femminile in tv”, quindi una contrapposizione uomo/donna che di volta in volta vede vincitori e vincitrici in uno specifico campo? Ritieni che il superamento di questo binomio a favore della distinzione di genere sia un argomento per il quale l’Italia non risulta ancora essere pronta?
Non so se l’Italia sia pronta a questo, perché la questione è ben complicata e va indietro nel tempo, molto prima di Angelina a Pechino Express. Penso a Vladimir Luxuria, che ha fatto la differenza all’Isola dei famosi. L’importante è creare il giusto contesto, il giusto ruolo e il giusto programma. È anche vero che quando chiedo insistentemente di provare a portare in tv esperimenti che superino la differenza di genere, sento tanta diffidenza nei miei confronti. È forse considerato pericoloso? La verità è che non c’è il coraggio di una conduzione singola! La libertà si paga, anche se non farei fatica ad accettare dei compromessi, purché siano chiari i valori che il programma vuole trasmettere.

Angelina Pechino Express

Da poco è stato ufficializzato il nome di Alessia Marcuzzi alla conduzione della nuova Isola dei Famosi targata Canale 5 (un altro programma che viene citato spesso nei capitoli del vostro libro). È secondo te la scelta giusta o avresti preferito uno dei nomi alternativi che sono circolati (D’Urso, Toffanin, ecc…)?
Non saprei cosa aspettarmi, dato che per lei sarà una cosa nuova. Penso che la volontà sia quella di mantenere una conduzione che alterni fasi di “buonismo” alla “cattiveria” (ovviamente mai fine a se stesa), non so se la Marcuzzi sia la persona giusta. Il suo stile è troppo friendly per l’Isola dei famosi, ma stiamo a vedere. Se io fossi stato il Direttore, forse avrei scommesso sulla D’Urso. Credo che lei possa pretendere anche una prima serata perché non c’è un dato di share a suo sfavore. Nonostante i suoi programmi siano cannblizzati dalla pubblicità, riesce comunque a fare numeri. A me non interessa di giudicare il tipo di trasmissioni che fa, se si tratta di tv trash o sciacallaggio, anche perchè lo stesso fanno sulle altre reti. La D’Urso ha i numeri per l’Isola, ha un filo di perfidia per reggere situazioni differenti o stressanti. Ce la farebbe.

Chiudiamo con la stretta attualità che riguarda due Signore della tv con la S più che maiuscola: qualche giorno fa Lorella Cuccarini ha attaccato dal suo sito internet Raffaella Carrà, con un messaggio molto duro che esprimeva delusione nei suoi confronti per averla esclusa dal suo nuovo programma Forte forte forte senza averla avvisata di persona. Tu ti sei fatto un’idea della vicenda? Da che parte ti schieri? Ma soprattutto: come si fa a schierarsi in questi casi?
Innanzitutto mi permetto di dire che Lorella ha espresso un sentimento che accomuna moltissimi che fanno tv. Non c’è più lo stile di dire in faccia le cose alle persone, pertanto il suo sfogo è più che condivisibile. Io l’ho vissuto molte volte, quindi capisco cosa si possa provare. Detto ciò, le due più amate dagli Italiani sono state ampiamente accontentate da questa bagarre, e sono state in grado di fare un perfetto lavoro di squadra. Io ipotizzo che sia un grosso spot per entrambe… guarda caso Raffaella è in lancio con Forte forte forte, mentre la Cuccarini, notizia fresca, sarà il nuovo coach di The Voice. Credo che lo sdegno di Lorella sia stato autentico, ma alla fine ne hanno tratto vantaggio entrambe in termini di visibilità. Non sono francamente preoccupato della lite a distanza, mi ricorda quella ai tempi tra la Loren e la Lollobrigida…

Cover Sei Donna?

Ringraziamo Mauro per la consueta simpatia e schiettezza e non ci resta che consigliarvi la lettura di Sei donna?, che trovate in libreria, edito da Edizioni Anordest, e che potete acquistare su Amazon a questo link.

Wannabefre
Signor Ponza

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