Magazine Cinema
Credevo fosse un compito facile facile e invece mi sono gettato dentro una fossa di serpenti per i titoli che ho tirato fuori e che ho dovuto dolorosamente scremare a costo di portare via un pezzettino del mio cuore.
All'ultima scrematura sono partiti un paio di film di Wenders, un paio di Peckinpah ( e non robetta ma filmoni come Convoy- Trincea d'asfalto e Voglio la testa di Garcia), uno Scorsese di quelli che più mi ha preso il cuore (Alice non abita più qui), il leggendario Punto Zero di Richard C.Sarafian e tanti , tanti altri.
Raramente sono stato così in difficoltà per stilare un top ten.
Cominciamo che l'ora si è fatta tarda visto anche il cambiamento d'orario.
10 ) LITTLE MISS SUNSHINE
Un piccolo must per cinefili, una deliziosa galleria di ritratti che va dall'ironico al sarcastico, un personaggio fenomenale come quello del nonno interpretato da Arkin e un'America vittima di una satira velenosa e consapevole parlando di semplici concorsi per bambine.
Bambine che sono dei piccoli mostri, inquietanti .
E l'America che le ostenta è ancora più inquietante.
Si ride spesso in Little Miss Sunshine, ma si ride a denti strettissimi.
9) SUGARLAND EXPRESS
Per molti, quasi tutti, Spielberg probabilmente aveva dato il meglio in questo genere realizzando Duel, film apprezzatissimo qui a bottega.
Ma Sugarland Express si è portato via un pezzetto di cuore. Spielberg sceglie di raccontare l'America facendola vedere dai finestrini dell'auto di Clovis e Lou che cercano disperatamente di recuperare loro figlio dato in adozione.
Lo fa scegliendo il genere americano per eccellenza, alla pari del western e accumulando suggestioni e critiche a un Paese troppo grande per non essere ricco di contraddizioni.
Goldie Hawn è favolosa, forse non è stata più così brava.
8) UN MONDO PERFETTO
Clint Easwood aveva raccontato l'America on the road in maniera scherzosa da attore in due piccoli film in cui aveva avuto molta voce in capitolo nel processo creativo, ovvero Filo da torcere e Fai come ti pare in cui interpretava il personaggio di Phil Beddoe, romantico e disilluso , che girava l'America facendo incontri di boxe a mani nude. Il tutto rigorosamente illegale ma un mondo fatto di allegri svitati e di incontri occasionali che allietano la vita. Ben diversa dall'America anni '60 narrata in Un mondo perfetto in cui un criminale gira l'America dopo aver rapito un bambino.
Tutto filtrato da un'aura di tristezza ben palpabile, una malinconia struggente che ti prende il cuore e ti fa vedere questo lembo di Texas con occhi diversi.
E quel finale...
7) CUORE SELVAGGIO
Mi permetto di autocitarmi. " Il fuoco cammina con Sailor e Lula, il fuoco li arde da dentro , la
passione che hanno l'uno dell'altra,il respirare l'una l'aria dell'altro, il condividere lo stesso spazio vitale.
Sailor e Lula fuggono, hanno in tasca una manciata di dollari, una decappottabile sotto il sedere e un biglietto di sola andata per il Texas.
Una fuga in cui lo sfondo è importante come quello che c'è in primo piano.
E lo sfondo è l'America sabbiosa e polverosa, quella per cui il tempo sembra non passare mai, incastrata in una dimensione altra e che vive a una velocità diversa dal resto del mondo.
Le ossessioni del cinema di David Lynch sono già tutte presenti, come rapide pennellate di un impressionista, improvvisi flash che lascerano lo schermo come rasoiate chirurgiche in tutta la loro furia cromatica e in tutta la loro violenza espressiva."
6) EASY RIDER
Non servono le mie parole indegne per parlare di questo film che è un po' il simbolo e la summa di tutti i film on the road.
Bastano quelle degli Steppenwolf e della loro immortale Born to be wild
"Get your motor runnin'
Head out on the highway
Looking for adventure
In whatever comes our way
Gonna make it happen
Take the wolrd in a love embrace
fire all of your guns at once
And explode into space
I like smoke and lightinin'
Heavy metal thunder
Racing in the wind
And the feeling that I'm under (...)
Born to be wild
5) LA RABBIA GIOVANE
Malick prima di perdersi nel delirio dell'autocompiacimento e nell'iperattivisimo di questa sua ultima parte di carriera era un cineasta vigoroso e visionario, ma di quella visionarietà terragna che poco o nulla ha da spartire con sofismi di ogni genere.
Martin Sheen e Sissy Spacek si aggirano nelle Badlands ( il titolo originale) del South Dakota disseminando la loro strada di sangue come se non ci fosse un domani.
Ed effettivamente il domani non c'è.
Film che deve essere presente in ogni videoteca che si rispetti.
4) NEBRASKA
Alexander Payne è un regista che ha il road movie esistenziale come principale cifra stilistica.
Racconta un America fatta di non luoghi, di rifugi dell'anima.
Nebraska è l'ultimo fulgido esempio di questo suo modo di fare cinema.
Ma avrei potuto tranquillamente includere in questa classifica Sideways o A proposito di Schmidt.
Continuo nella vergognosa pratica dell'autocitazione.
" Il Nebraska più che un dettaglio geografico diventa quasi un approdo mitologico per anime perdute, lo sfondo ideale per una ballata folk suonata con poche, ma decise pennellate di plettro su una chitarra acustica un po' scordata che intona una melodia malinconica.
Bruce Springsteen qualche anno fa cantava il Nebraska da dentro il suo studio di registrazione, ora anche Payne lo fa in un bianco e nero morbido e avvolgente, struggente e sfuggente allo sguardo.
Il Nebraska è ovunque e in nessun luogo.
Tutti noi, forse, abbiamo un pezzetto di Nebraska nel cuore.
Tutto sta a ritrovarlo."
3) THELMA E LOUISE
L'unico road movie virato al femminile di questa classifica.
Femminista ma in modo intelligente e mai ruffiano con due protagoniste indimenticabili esattamente come quel salto nel vuoto che compiono con la loro auto alla fine del film.
Ma forse il vero salto nel vuoto lo avevano fatto all'inizio del film , nell'intraprendere quel viaggio al buio che voleva dire finalmente emancipazione, indipendenza, sogno.
Un sogno da vivere fino in fondo.
La loro Thunderbird del '66 entra direttamente nel mito....
2) UNA STORIA VERA
Ancora Lynch e ancora un film on the road.
Ancora un film diverso da quelli che lo hanno reso famoso e peculiare nella storia del cinema.
Un road movie che procede alla massima velocità di un tagliaerbe, cinque miglia all'ora , che si trasforma in un elogio della lentezza quando ancora di slow food, slow wine e slow tutto non si parlava ancora.
Si parlava solo della slow hand di Eric Clapton.
L'America che racconta è diversa da quella polverosa di Cuore Selvaggio, è serena e riconciliata, piena di paesini in cui tutti conoscono tutti e sono pronti sempre a darsi una mano l'uno con l'altro, di aria pulita , di notti limpide e di cieli stellati. E poi c'è lui, Alvin Straight, con la
schiena dritta nonostante gli acciacchi e con una volontà incrollabile di portare a termine il suo viaggio.
Solo 317 miglia ma a cinque miglia all'ora sembrano molte di più....
1) IL SORPASSO
Più che un film un simbolo dell'Italia rampante degli anni '60, dove per le strade si faceva a gara a chi aveva la macchina più veloce e potente.
E se ce l'ha Bruno una macchina veloce e potente allora non ce n'è per nessuno.Gassman nel personaggio della sua vita, un 'Aurelia decappottabile che fugge da una Roma assolata e deserta per festeggiare il Ferragosto al mare .
E non sopporta che una volgare Fiat 600 stia davanti alla sua macchina.
Risi come spesso gli è accaduto nella sua carriera coglie la vera essenza dell'Italia lontano da velleità sociologiche d'accatto, ma raccontandone la pancia , il fermento che la agita dal basso della rusticità
popolana.
Il litorale tirrenico è la strada verso il boom economico che la nostra italietta sta vivendo in quegli anni.Bruno Cortona è racchiuso in quel dialogo all'inizio del film quando prende in mano e guarda una fotografia dicendo " Ma chi è 'sta cicciona?" Roberto, il timido studentello gli risponde " E' mia madre" E Bruno " Bella donna!"
Bruno Cortona è uno di noi.
Sarà sempre uno di noi.
Sempre.
E anche per stavolta ho finito di delirare.
Enjoy!!!
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