Gli aerei atterrano in quegli ultimi spazi di notte prima dell’alba, quante volte sono arrivato a quest’ora, eppure ogni volta è una volta nuova, una volta diversa; come se tutti gli atterraggi precedenti siano serviti solamente a preparare questo, come se oggi avesse un senso solo per ciò che cercheremo domani e il passato che non esiste.
Sulla RER, Wilco gioca con un piccolo xilofono che doppia la chitarra. Il battito del rullante dà il tempo a un treno che scivola verso la città nella mattina che qui, in questa stagione, è ancora notte mentre Jay Farrar racconta che lo sapeva sarebbe finita così, eravamo preparati ma è comunque dura quando fa freddo la domenica mattina e il sole se ne è andato via.
This is how I thoughtOh, but it’s longOne Sunday morningAh, and sun is gone
A Parc des Expositions piccole note di piano si spargono come semi nel prato umido là fuori, il treno continua rassicurante come un giro di basso e la musica country tranquilla ci si appoggia sopra. Le banchine di Mesnil nel buio sono popolate da ombre, esseri inverosimili per cui il giorno inizia ancor prima del mattino. Nella nebbia opaca di Bourget, bar improbabili estraggono le loro insegne al neon fosforescente come fanno solo certi pesci degli abissi. Periferia immensa di una città ancora spenta, milioni di vite, miliardi di storie, in quello che potrebbe anche essere solo un lasso di tempo da Roissy a Les Halles.
Poi arrivano gallerie illuminate da cartelloni di pizze Cameo, non fosse per queste luci che battono nella testa potremmo addormentarci tutti come bambini a sognare piscine nel deserto, venti caldi che scendono dalle dune, strade dritte interminabili trafficate da cammelli e piccole piante verdi che colonizzano le sabbie tutto intorno. Invece riverberiamo nelle luci delle profondità marine della Plaine, nei riflettori alti ed elettrici dello Stade de France, nelle luci che vengono da condomini continui e strade anonime come ferrovie. Più andiamo avanti nel tunnel e più si fa luce, stamattina va tutto in controtempo, come le chitarre di Keith Richards.
Alla Gare du Nord è città, massa urbana che formicola, gente che corre verso gente diversa che da qualche parte la aspetta. Neil Young ringrazia i suoi amici in giro per il mondo: anch’io uno di questi giorni voglio ringraziare i miei. Arriviamo a Chatelet - Les Halles, Paul Weller ci sussurra nelle orecchie un amore molto british, poi Elvis restituisce per un attimo odore di vita, di rinascita, e non posso fare a meno di crederci.
This time the girl is gonna stayFor more than just a day
Ecco la playlist, un po' notturna e un po' malinconica:
- Come raccontata, cominciamo con Wilco: One Sunday Morning (Song for Jane Smiley's Boyfriend)", Jane Smiley è una scrittrice, qui sopra il video di una versione dal vivo con una scenografia semplice e affascinante (per tutti gli altri pezzi invece dovete cliccare sul link).
- One of these Days, con Neil Young che saluta tutti i suoi amici, viene da molto lontano, da un tempo in cui non c'erano ancora i video.
- Keith Richards, camicia bianca, chitarra bianca, gli Expensive Winos: Make no Mistake. Sembra Jack Sparrow di Pirates of Caribbeans ma in realtà è il contrario.
- Paul Weller, You Do Something To Me: perchè anche gli inglesi si innamorano.
- I just can't help Believin'. Elvis: da lui tutto incominciò, nessuno fece mai più ciò fece e chi lo nega o ignora o è in malafede.
- You're a Big Girl Now è un pezzo semplice, lento, dolce e bellissimo di Dylan. Stava in Blood on the Tracks, del 1975 e nel 2012 è stata rifatta semplicissimanente, lentissimamente dolcissimamente e bellissimamente dai My Morning Jacket.
- Poi ci metterei ancora le chitarre dei Wilco, I Hate it There, non fosse altro che per quando dice "I even learnt to use the washing machine: keeping things clean doesn't change anything".
- A Loverless Bed di Sufjan Stevens, quantomeno una sua canzone che dura meno di dieci minuti.
- Sparklehorse: Sea of Teeth sta in un album che si intitola Vivadixiesubmarinetransmissionplot. Non ne esiste nessun video ufficiale.
- Arcade Fire, e un pessimo francese in Une Annee Sans Lumiere, da una raccolta che si chiama Funeral, mi pare abbastanza malinconica, no?
- Boots of Spanish Leather, nella versione dei The Airborne Toxic Event addirittura meglio che nell'originale di Dylan, il che è tutto dire.
- La bocca di Carly Simon mi fa impazzire, anche se in fondo ha cantato solo You Are So Vain penso che una cosa così in una vita sia già più che sufficiente.
- "Sing for the teacher who told you that you couldn't sing": Amanda Palmer quando era Dresden Dolls: Sing.
- Ryan Adams, lo amo alla follia. Goodbye Hollywood Boulevard, in questo video alla tv americana dicono che non suoni perchè si era rotto il polso cadendo dallo skateboard o per questioni di droga, o semplicemente per scelta, dipende dalla versione.
- E Hotel Chelsea Night, da Love is Hell, con la sua foto segnaletica in copertina.
- Memoirs of a Owned Dog, di Kenneth Pattingel e Joey Ryan ovvero i Milk Carton Kids: su questa, alla fine di solito quasi piango.
- Feist, The Circle Married the Line: lei canta come un angelo, se solo esistesse il femmnile di angelo, quella parola renderebbe meglio il concetto.
- Whish You Where Here la sanno tutti, Sparklehorse nella colonna sonora di Lords of Dogtown l'ha condita di pianoforte, disturbi e distorsioni. Unica controindicazione: poi ti suicidi a Knoxville, Tennessee, il 6 Marzo 2010.
- The Mountain Goats, Tianchi Lake: sono bambini che dormono, sorridono e sognano di giocare coi gabbiani di un lago in Cina.
- Lambchop, The Rise and Fall of the Letter P. Di questa non esiste un video, ne' ufficiale ne' pirata, bisogna ricorrere a qualche torrent, ma è molto bella.
- Keren Ann, Au Coin du Monde, ascoltare solo di mattina presto e quando fuori nevica.
- A Case of You, di Joni Mitchell, nella version di Prince.
- Scala and Kolacny, Champagne Supernova: stavolta i bambini ci sono davvero.
- Damien Rice, A Blower's Daughter, si vabbè questa la conoscono tutti, però è molto bella e poi il parto piano e poi cresco di Damien all'inizio piace un sacco (poi scopri che lo fa sempre e allora annoia un po').
- Down Along the Dixie Line di Gillian Welch è country ballad allo stato puro e a me ovviamente piace.
- Sufjan Stevens, Impossible Soul: ridordo di un interminabile viaggio verso Musqat, verso un amore. Ma se la volete davvero sentire allora prendetevi 32 minuti.
- Wilco, Impossible Germany, non esiste altro assolo nella storia del rock.
- No beh, non è vero, prima c'era quello di Mark Knoplfler: Dire Straits, Sultans of Swing.
- Lambchop, Popeye. Strano titolo, strano inizio, strano testo, strana copertina, strano video, strano complessino... il fatto è che 'sto Kurt Wagner è strano lui.
- Birdy, 1901. Aveva quindici anni quando ha inciso questa cover dei Phoenix che, anche se non sembra, sono francesi e che di solito le loro canzoni riescono a cantarle bene solo loro.