Plebiscito per Renzi vince il nuovo che è avanzato

Creato il 27 maggio 2014 da Postik @postikitalia

La vittoria schiacciante del Pd alle europee ha quasi il sapore del plebiscito, e di certo legittima questo governo che ha saputo lavorare bene sulle promesse e poco sui fatti. Bisogna prendere atto che esiste solo una formula vincente in Italia ed è quella della retorica della conservazione.

Renzi ha stravinto per due semplici motivi, prima di tutto ha avuto gioco facile grazie alla totale mancanza di alternative credibili e in seconda istanza è andato prender possesso dello spazio lasciato vuoto da una destra scissa e in declino. Se il Pd fosse stato quello di sempre questo enorme bacino di voti “moderati” sarebbe stato pressoché inaccessibile, forse appena intaccabile, ma con questa nuova segreteria in pieno stile neodemocristiano ha trovato le porte spalancate.

L’elettore medio è semplice, estremamente semplice, non vuole necessariamente fatti e risultati ma tende ad accontentarsi delle rassicurazioni, teme – come è giusto che sia in linea di massima – gli estremismi, e molto spesso, abitato da un misoneismo atavico e strutturale, considera estremistiche anche forze che non lo sono – eredità amplificata dal rovinoso ventennio berlusconiano – prediligendo ciò che già crede di conoscere anziché azzardarsi nell’imboccare strade nuove.
A questi fattori va poi ad aggiungersi una surrettizia trasformazione della classe dirigente del paese, molti presunti professionisti e notabili liberali influenti, che fino a un anno fa gradivano i favori delle destre, ora si stanno dirigendo interessatamente in massa verso questo nuovo corpo politico sempre meno monolitico e più variegato, estremamente più malleabile e “compromettibile”

Non mi stupirei se a breve vedremo ex inossidabili berlusconiani gravitare sospettosamente intorno al Pd. Alcuni segnali sono già visibili ad occhio nudo intorno a noi. Non parlo di professionisti della politica, né di figure esposte direttamente in politica, bensì di soggetti influenti a livello locale, regionale o nazionale che di punto in bianco aderiranno al presunto riformismo renziano.

La cosa non è assolutamente una novità: chi vuol trarre vantaggi dalla politica non ha certo ideologie o collocazioni stabili, tende ad andare dove i suoi interessi sono tutelati e garantiti; ed è qui che davvero il renzismo risulta vincente. Non ha solo consensi, ma è gradito ai poteri forti! Insomma ha ottimi agganci e ne avrà di nuovi e più stupefacenti! Rappresenta davvero il nuovo ma non certo nell’accezione felice del termine.

Questa nuova fase politica italiana è semplicemente un passaggio di testimone: dopo la consunzione del Berlusconismo – dal quale si è attinto davvero oltremisura -, era necessario un gattopardesco cambiamento e noi vi stiamo assistendo senza reagire.

Chi ha creduto invece che Grillo fosse un’alternativa – compreso lo stesso Grillo – ha vissuto di una pia illusione sino a stanotte.

Ora il comico recita un ridicolo mea culpa sul web, ma a conti fatti ha lavorato di fino e alacremente per stabilizzare questo nuovo mostro tutto made in Italy. Grillo è stato il collante perfetto, l’elemento esterno che ha favorito la coagulazione e il consolidamento di questo nuovo potentato politico.
Così come Berlusconi vent’anni fa riusciva a macinare voti eleggendosi a difensore della libertà contro la minaccia comunista così oggi si fa quadrato intorno a Renzi per proteggersi dall’estremismo grillino. La solfa è la stessa.

L’organismo tende ad aumentare le proprie difese quando è minacciato dall’esterno, concentra tutte le sue forze e diventa più forte per debellare il male presunto, e Grillo era il vaccino che serviva per immunizzare il renzismo. Il Movimento 5 stelle, cosciente o meno, ha legittimato efficacemente tutto questo.
Così ci spieghiamo gli smadonnamenti, gli estremismi, le minacce di marciare su Roma per chiedere le dimissioni del sovrano, il paventare purghe politiche e giornalistiche: ogni gesto, ogni atto, ogni dichiarazione o pantomima sono andate a rafforzare tanto puntualmente quanto efficacemente lo status quo, permettendogli oltretutto di transumare comodamente dal falso liberismo all’altrettanto falso riformismo.

Caro Grillo, Casaleggio non ha bisogno di un analista per sapere perché ha messo un cappellino, se vuoi te lo spiego io: la testa di Casaleggio ha solo iniziato a fare sesso sicuro! Se avevate qualche chance ve la siete giocata quando tu, preso da deliri di onnipotenza, hai iniziato a sbroccare dandoti in pasto al ludibrio generale con uscite ridicole. Per non tornare a parlare del guru che sperava di diventare ministro e che si è messo ad inneggiare a Berlinguer nonostante si sia presentato anni fa con Forza Italia, è riuscito ad esser più sciacallo di Renzi e ce ne voleva.

Avete creduto che il web fosse una risorsa sicura e democratica, quando – a conti fatti – in mano a voi è divenuto l’anonimo riparo di hoolingans mediatici prima aizzati da voi ed ora incontrollabili. Il web è uno strumento, solo uno strumento, una risorsa ricchissima, ma non lo scopo ultimo della democrazia né la fonte di tutte le libertà.
Mi sia permesso dire che la democrazia 2.0 è una cazzata, le forme di partecipazione possono evolversi e modernizzarsi ma non la loro sostanza. La democrazia è sostanza di se stessa e a questo non ci siete arrivati, ma siete in ottima compagnia, in questo davvero rappresentate la maggioranza degli italiani.
Se avete un ideologo che commette l’elementare errore di confondere i mezzi con gli scopi partite già svantaggiati; cambiatelo, prendetene almeno uno col pollice opponibile, anche un merlo indiano con le corde vocali compromesse vi aiuterebbe di più.

Per ciò che riguarda i risultati delle elezioni all’estero non posso non rimarcare che ammiro i francesi. Non li ammiro certo perché hanno fatto vincere la Le Pen in Europa, ci mancherebbe, ma semplicemente perché sanno essere un popolo.
Che segnale dare a un governo socialista scelto per uscire dalla palude della crisi e rivelatosi totalmente inefficace a asservito al germanocentrismo? Molto semplice, dargli un sonoro calcio in culo! I Francesi non voterebbero mai la Le Pen alle politiche – sono suscettibili ma non coglioni – ma per dare un segnale forte all’inetto governo centrale non ci pensano due volte e votano in blocco la destra antieuropeista sia alle amministrative che alle europee. Quando una nazione con un’ identità vera e matura è stanca sa come imporsi per chiedere a gran voce il cambiamento: non ha paura di far sentire il proprio disagio, né teme di imporre aut-aut ai suoi rappresentanti. Saranno anche boriosi, snob e antipatici però sanno benissimo come utilizzare gli strumenti istituzionali in loro possesso per mandare segnali a chi li governa. Non possiamo che imparare.

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