Ed avevo voglia di tè, che per me
significa passare dall'estate all'autunno: così ne ho scelto uno scoperto da
poco ed incredibilmente profumato; i suoi sentori rimandono ad un dolce
orientale, con le note raffinate di mandorla ma soprattutto di papavero, petali di peonia rosa, mirtillo e biscotto. Ed è un tè che "suona"! Provate a pronunciare a voce
alta Coquelicot Gourmand:
tintinna come un braccialetto carico di charms e regala un
sorriso. Insomma, mi sono messa fuori concorso da sola, ma spargendo
sorrisi e profumi. Come Pippicalzelunghe :)
Così sono andata alla ricerca di tutte le pubblicità dei tortellini che la rete poteva mettere a disposizione per scoprire che, a parte l'energetica e quasi militare canzone dei "Tortellini Fioravanti", l'ambientazione era quasi sempre lenta e melodica come se la lentezza e la concentrazione che impone la preparazione di questo piatto avesse ispirato anche le agenzie di pubblicità.
Primo piano rallentato e Madama Butterfly per "Selezione Fini", come ad evocare leggerezza ed eleganza anche se, pensandoci un po', non è che l'opera finisca un gran che bene per la Signora.
Più global, anzi globtrotter visto la costante presenza del patron dell'omonima azienda, la scelta musicale di Giovanni Rana: si va dalla voce jazz di Francesca Sortino in "Kiss me", all'allegrissima "Sunny day" di Joy Williams per terminare con la patriottica "Lasciatemi mangiare/con la forchetta in mano/lasciatemi mangiare/pasta fresca piano piano" dove Toto Cotugno impazza alla grande. Ma solo per il pubblico tedesco :)
La canzone più bella che racconta di un tortellino è certamente quella cantata da Massimo Bortolutti dove "il tortellino di Bologna/con il brodino e senza panna/una specie di cuccagna/come andare in gita!", nella 51esima edizione de "Lo Zecchino d'Oro".
In verità nulla che mi ispirasse veramente...bisognava tornare ai "dolci" anni '80! Ecco quindi la mini-compilation per accompagnare il pentagramma dei sapori che avevo in mente: "Sweet Dreams", Eurythmics e la versione dance di la Bouche (perchè al cubo non si può dire di no) per terminare con l'unica canzone che ha davvero plinato con me "September - David Sylvian". Una Voce che sa sciogliere qualsiasi tensione, come "scioglievole" è il ripieno di questo plin.
Plin morbidi al mosto bianco aromatizzato allo zenzero con tè nero e riduzione di arancia
Ingredienti Per la pasta 130 g farina per pasta (Petra per pasta), 2 tuorli bio, 1 uovo bio intero, 10 g zucchero, 1 pizzico di sale.
Per il ripieno
250 g mosto d'uva bianco d’uva bianca, 1 cucchiaino di agar agar, il succo di due arance, una bustina di tè Coquelicot Gourmand di Damman, 1 cucchiaino di zenzero in polvere.
Per il piatto
Procedimento Portare a bollore a fuoco medio il mosto d'uva con lo zenzero, sciogliere l’agar agar in qualche cucchiaio di acqua fredda, aggiungere al mosto, mescolare bene e far bollire per due minuti. Versare in un contenitore rettangolare in modo da stendere il composto e renderlo alto 1 cm così da tagliarlo in dadolata una volta rappreso. Mettere in abbattitore. Impastare gli ingredienti per la pasta, far riposare 20 minuti, stendere sottile e formare i ravioli utilizzando come ripieno un cubo di gelatina di mosto d'uva e cospargerli di semola.
Ridurre il succo d'arancia in un pentolino con la punta di un cucchiaino di fecola e abbattere per qualche minuto. Lessare i plin in acqua bollente salata nella quale è stato versato il tè in foglioline per 2' (avendo avuto l'accortezza di toglierne un po' per far ammollare ed aromatizzare l'uvetta) e spadellarli per qualche secondo con i 2/3 della riduzione del succo d'arancia. Comporre il piatto: spennellare con il succo d'arancia la superficie centrale del piatto su tutta la lunghezza, disporre i plin alternati ai chicchi di uvetta, decorare con qualche cristallo di zucchero di canna e con i fiori essiccati di peonia rosa e di foglioline di tè nero.