Tama 1027, il Ponte, Rimini, 13.02.2011
Tommaso Padoa Schioppa nel 2007 definì bellissime le tasse. Gli rimproverano ancora quelle parole. Aveva ragione. Dalla
consapevolezza che le tasse sono il piedistallo della democrazia nacque, nel 1773 con la rivolta del tè a Boston, l'idea moderna di Stato. Con le imposte nasce il patto sociale fra cittadini che
altrimenti sarebbero servi di un signore feudale o sudditi di un sovrano assoluto.
Giuliano Amato è stato accusato di volere una tassa patrimoniale. Lui risponde: non è vero, e mi trovo nella stessa
situazione del signore anziano di Napoli seduto sulla tazza del bagno durante un bombardamento che fa crollare la facciata del palazzo dove abita. All'arrivo dei pompieri il signore dichiara: ho
tirato la catenella dell'acqua e boom.
Nel Corriere Romagna si è letta una specie di rubrica sui tabù da infrangere, intitolata "La provocazione è il sale
della vita", a firma di un noto riminese. Un lettore mi scrive che quel testo è ricopiato pari pari dal sito di un docente universitario di Antropologia a Napoli, Marino Niola. Ovvio, è stata una
vera provocazione: non produrre ma riprodurre.
A proposito di lettori. Quello che qui ha protestato per il Tama 1023, ha lo stesso cognome ma diverso nome di chi nel
2002 per il Tama 829 inviò una lettera di analogo contenuto censorio in difesa del presidente Berlusconi.
Piero Ostellino tiene sul Corrierone una magistrale rubrica di Filosofia politica destinata ogni settimana a smentire
il proprio titolo, "il dubbio". L'ultima puntata tratta della violazione dei diritti individuali di una ragazza buttata giù dal letto dai poliziotti alle sei del mattino. Ostellino dichiara con
una certa arroganza di essere paladino non di Berlusconi ma soltanto di Popper, Croce, Locke, Hume, Kant, Mill.
Dimentica un piccolo particolare nello sfarfallio dei tanti illustri nomi esibiti come il rullo di tamburi durante la
corsa sul filo di un atleta al circo. Dimentica che a quella ragazza la Polizia è arrivata tramite il suo convivente, fermato con tre chili di coca sull'auto non loro ma intestata a Nicole
Minetti.
In un box in uso a quella ragazza, c'erano poi 9,6 kg. di coca, per cui il convivente il 27 gennaio è stato condannato
a otto anni di carcere. Ovviamente i magistrati non hanno ascoltato né Ostellino né Popper etc. Però Ostellino dovrebbe informarsi sui dati di fatto prima di accusare di violazione dei diritti
individuali, anche se pensa (come sostiene altrove) che l'Italia è uno Stato canaglia. [1027]
Antonio Montanari
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