Quella che segue è la cronaca di Pechino Express vista dagli occhi di due concorrenti in gara, Fabry e Signor Ponza (aka I BLOGGER) che, per motivi poco chiari, sono stati oscurati dalla produzione.
Le parole del blogger Fabry sono evidenziate in BLU, mentre le parole del blogger Signor Ponza sono evidenziate in BORDEAUX.
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Contro ogni previsione e in barba ai parenti che ci davano spacciati al primo giro, siamo giunti fino all’ultima tappa di questo meraviglioso viaggio. Non ci resta che arrivare a Bangkok e strappare la vittoria ai nostri compagni arrivati alla fine con noi, le modelle, gli sportivi e i ciccioni laureati. Partiamo malissimo in questa puntata in quanto, as usual, non ho capito una fava riguardo la prova. Vaghiamo per una specie di giungla con dei manghi in mano e io non so che farmene ma Signor Ponza un’idea ce l’avrebbe. Scopriamo poi, con nostro grande orrore, che siamo in una specie di Venezia dell’estremo Oriente e il rischio pantegana più leptospirosi è altissimo. Arriva quel momento, già sperimentato, dove diamo sfoggio di essere dei vogatori provetti remando in tondo come due coglione.
Parte uno psyco di quelli che Antonella Elia mi ha scritto su WhatsApp di calmarmi proprio. Siamo dall’altra parte del mondo, puzziamo e io non mi lavo i capelli since luglio. Sono settimane che vado in sciolta ogni volta che ingurgito qualcosa, Signor Ponza non ha ceduto nemmeno mezzo secondo e non me lo ha calato nonostante le mie forti pressioni. Mi manca tutto dell’Italia, napoletani che urlano a parte perché quelli ce li siamo portati dietro. Siamo qua, con le ascelle commosse che vaghiamo per un mercato rionale galleggiante e ciao, io vedo i serpenti anche sugli sgabelli. E non me li sogno soprattutto. Come sempre Ponza riesce a calmarmi dicendo che in Italia al nostro ritorno saranno usciti i nuovi iPhone rosa. Sei falso Ponza, cazzo! Ma tutto questo è inutile, perché quegli infami della produzione, che già odio per averci oscurato, ci fanno giocare a mosca in mezzo alle tigri.
Certo, anche in qualsiasi mercato comunale italiano trovate un serpente appollaiato su uno sgabello… #pechinoexpress pic.twitter.com/wwuexcfL7b
— Pechino Express (@PechinoExpress) November 4, 2013
Immaginatevi la scena, io totally Katy Perry che canto ROAR con Signor Ponza bendato che fa lo slalom tra le tigri. Ma qual è il senso di tutto questo? Al fine di guadagnare un certo numero di km trasportati comodamente da un pick up, Signor Ponza si affida ai miei consigli per trovare delle palline nascoste tra le tigri. Le urla di Ponza, altro che solo attivo. Io invece sono sprezzante del pericolo e rutto in faccia alle tigri per stordirle e agevolare la nostra gara.
Com’è come non è (Cit.) arriviamo in città, ad attenderci una succulenta sorpresa: un piatto rotante pieno di insetti fritti che ovviamente dobbiamo mangiare. Nel momento in cui Signor Ponza visiona gli insetti da ingerire il panico si dipinge sul suo volto, l’ansia prende il sopravvento, una scenata isterica che nemmeno io quando consumo tutta la connessione dati sull’iPhone. Ma ormai cosa vuoi fare? Siamo qua al mercato cinese, ad un passo dal sogno e questo si permette anche di fare lo schizzinoso?
- “Vomito. Non ce la faccio Fabry, non ce la faccio!”
- “INGOIA PONZA, INGOIA.”
- “No, non riesco Fabry. Non riesco.”
- “TI HO DETTO DI INGOIARE. INGOIA!”
- “Mi fa schifo, non posso farcela.”
E niente, gli ho mollato un ceffone e gli ho ficcato in gola uno scorpione fritto che ragazzi, cosa cazzo ne sapete di cosa ci infilano nel Crispy Mc Bacon? Tra il trambusto che il nostro grande eroe ha creato la produzione non si accorge che il sottoscritto non ha mangiato i prelibati insetti di cui questo bellissimo paese ci ha omaggiati. Mi spiace produzione, ma sarò anche una blogger miracolata che non vince mai ai Macchianera Internet Awards, ma fessa non ancora. C’è comunque chi riesce a fare peggio di noi: Ariadna, che non ho capito che ci sta la D in mezzo a fare, fa una scenata isterica per questi bacarozzi che non lo so ragazze, riflettete tutte su cosa transita nelle nostre bocche e fatevi un esame di coscienza.
Ecco il ritratto della compassione di @FrancyFioretti per il dramma appena vissuto da @Arianita86 #pechinoexpress pic.twitter.com/CeqMf5UBvB
— Pechino Express (@PechinoExpress) November 4, 2013
Mentre Mister Ponza si sta ancora levando le zampette di scarafaggio dalla bocca, prendiamo visione di essere in finale con gli sportivi e le modelle. Mi viene un po’ da piangere a pensarci, a pensare che tutte le nostre fatiche, che tutte le nostre lacrime siano state rese vane dal linguaggio scurrile che ho tenuto per tutto il corso del programma. Ma cosa vuoi che siano due Madonne che avresti potuto tagliare nel montaggio? Sono comunque felice di aver dato molto lavoro a qualche stagista non retribuito dello IULM che si è occupato di tagliare tutte le nostre parti. (Sì ragazzi, la raccontiamo da così tante settimane che ci crediamo anche noi.)
Comunque levatevi, è l’ultima notte che io e Ponza passiamo insieme e decido che almeno stasera non cercherò di abusare sessualmente di lui, ed un grande et luminoso E INVECE mi compare sulla testa mentre formulo questo pensiero. Ma non è di questo che dobbiamo parlare, ormai siamo maestri nell’arte di introdurci in casa della gente e di aprire i frigoriferi ad insaputa dei proprietari. Ma parliamo dell’ultima prova, quella che ha segnato la nostra dipartita: ci portano in questa stazione, che a me che sono pendolare già girano i coglioni, e ci costringono a posizionare alcune persone in una scala. Non lo so ragazzi, io non ho capito veramente una mazza di questa prova. Dobbiamo portare questi passeggeri ed ordinarli, no basta, non ho capito niente. Guardo Andrea, sono in lacrime perché capisco che è finita. Non c’è niente da fare, non avremo alcun vantaggio nel prossimo pezzo di gara. Voglio solo tornare a casa e mettere i cuori sulle foto di Instagram di @lord79twitt.
Passiamo altre ore a correre, cercare passaggi, trafugare oggetti di valore in memoria della Marchesa. Io do anche un personale omaggio ai figli della Cinquetti cimentandomi in una scheccata epocale davanti ad un gruppo di americani in villeggiatura. E tra una bandiera e l’altra, tra un Costantino della Gherardesca che ci sfotte e i cameramen che non me lo calano nemmeno a morire, arriviamo alla fine di questa bellissima avventura. Avevamo fatto tutto questo per la fama, volevamo la gloria, desideravamo tornare a casa incoronati Re e Regina dei reality. E invece niente, per colpa di qualche piccolo colpo d’ira e qualche parola fuori posto veniamo estromessi dal programma come l’ultima delle Federiche Rosatelli. Non vi racconterò delle ultime peripezie nel tempio buddista, vorrei abusare di questo spazio per ringraziare un po’ di persone e fare il punto della situazione.
Grazie al meraviglioso popolo orientale che tra alti e bassi ci ha ospitati quasi ogni notte, io col cazzo che avrei fatto entrare in casa uno con la mia faccia. Grazie ai compagni di avvenuta napoletani per aver stuprato la lingua italiana un giorno sì e un giorno no, grazie a me che ho stuprato quella inglese i restanti giorni. Grazie a Signor Ponza che con i suoi abbracci ha sedato i miei momenti di sconforto, grazie di avermi salvato dalla prigione, grazie di avermelo appoggiato nei momenti difficili del programma. Grazie ai cameramen, alla produzione tutta che nonostante abbia deciso di fare finta di non averci ingaggiati ci ha accolto in questo programma con grande professionalità, morite comunque ASAP.
Il resto del programma lo passiamo a lavare i piedi dei passanti e a girare a vuoto per un centro commerciale fino a quando non arriviamo in un Karaoke Bar nel quale troviamo ‘sti tailandesi che ci cantano una serie di canzoni italiane che dobbiamo riconoscere, Shazam scansati. Inutile dire che falliamo anche questa prova, e perdiamo così quel leggero vantaggio che avevamo guadagnato su modelle e sportivi. Sportivi, questa sottospecie di ominidi male istruiti che hanno pure il coraggio di vincere.
Finisce qua la nostra avventura in Oriente, all’insegna degli insetti e delle prove incomprensibili. Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito in questa avventura, sperando che l’anno prossimo i nostri deliri di onnipotenza possano diventare realtà.
E grazie soprattutto a Fabry che, quella sera che ci siamo resi conto che cominciava Pechino Express e non avevamo pensato a come coprirlo degnamente sul blog, mi ha aiutato a partorire questo delirio che avete seguito in tanti.
Il post Pochino Express – Decima Puntata, scritto da Fabry, appartiene al blog Così è (se vi pare).