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Podismo: Paolo Rovera alla vigilia del Mondiale di 24 ore

Creato il 10 aprile 2015 da Sportduepuntozero

podismo - Italia 24 oreSul prato del Primo Nebiolo si vedono già da ieri sera numerosi gazebo e sulle tribune si sente parlare in inglese tra organizzatori e persone con magliette della IAU (International Association of Ultrarunners). È ormai tutto pronto per il Mondiale di 24 ore, che aprirà ufficialmente il sipario stasera con la sfilata delle delegazioni. La partenza della corsa è fissata per domattina alle 10, l’arrivo esattamente un giorno dopo; vincerà, ovviamente, chi avrà percorso più strada. La nazionale italiana di ultramaratona si è radunata ieri sera a Cantalupa ed è pronta per affrontare una delle gare più “estreme” che esistano.

L’atleta
Tra gli azzurri c’è anche Paolo Rovera, 41 anni di Dronero (Cuneo); è alla sua sesta 24 ore, la quarta in una manifestazione iridata con la maglia azzurra, anche se l’emozione di rappresentare l’Italia è quella della prima volta. “Da ragazzo avrei dato qualunque cosa per entrare in nazionale” racconta, “e ogni volta che vesto questa maglia sento una responsabilità particolare che mi spinge a dare tutto me stesso e anche qualcosa in più”. Dopo il Giro del Monte Bianco 2008 e la Spartathlon 2009, Paolo ha corso la sua prima 24 ore nel 2009 e il suo primo Mondiale l’anno successivo. È arrivato alle ultramaratone un po’ alla volta e un po’ per caso, dopo aver giocato a calcio, a basket, a tennis e dopo essere andato un paio di stagioni in bicicletta. “Decisi di provare una maratona” ricorda, “e con il tempo mi accorsi di rendere bene sulle lunghe distanze”.

La 24 ore
Più che “lunga”, una 24 ore è “eterna”. Prosciuga fisicamente e mentalmente, ma la soddisfazione di tagliare il traguardo è indescrivibile, specialmente se si gareggia per il proprio paese. Arrivare in fondo è però tutt’altro che scontato. “È fondamentale gestire le energie fin dal primo metro” spiega Paolo Rovera, “si deve correre tranquilli anche se si ha la sensazione di poter andare più forte, perché le insidie sono sempre dietro l’angolo e possono giungere di colpo”.

Le soste
Anche in una gara del genere non ci si ferma mai, giusto un attimo ogni tanto per una sosta fisiologica o per cambiare la maglietta: “si beve e si mangia “al volo; fermarsi significa perdere tempo la fatica per ripartire è doppia. In una gara importante come un Mondiale la classifica si può decidere su pochi metri e se non insorgono infortuni si deve andare sempre avanti”.

Le insidie della corsa
Anche percorrendo decine di volte lo stesso circuito lungo 2 km e disegnato all’interno del Parco Ruffini, non c’è rischio di annoiarsi: “in allenamento preferisco un giro più vario ma in gara è diverso, non ci penso, sono concentrato sulla mia corsa. I problemi del circuito sono le curve e le persone da superare o che ti sorpassano”. Domani una piccola difficoltà sarà la salita che collega la pista del Nebiolo al tracciato esterno. “Dopo qualche ora si sentono anche i minimi avvallamenti dell’asfalto e ci si può inciampare”.

Anche l’oscurità rappresenta un’insidia: “è molto meglio correre con il sole perché di notte il nostro corpo è abituato a riposare e per natura è meno attivo. Non a caso alle prime luci dell’alba inconsciamente si incrementa la velocità della corsa”. In questa stagione non è da sottovalutare l’escursione termica tra il giorno e la notte; fortunatamente le previsioni dicono cielo sereno, la pioggia renderebbe tutto ancora più difficile.

L’allenamento per una 24 ore
È chiaro come una 24 ore sia un insieme di fattori e come tra condizioni fisiche, percorso e meteo ci sia bisogno anche di un po’ di fortuna. A monte ci sono ovviamente mesi di preparazione, anche se a differenza di quasi tutte le gare, non esiste un allenamento “più giusto” di altri. “Non ci sono tabelle come per la maratona. Qualche atleta punta sulla qualità, anche per prevenire gli infortuni, altri sulla quantità, per abituarsi al kilometraggio; ma nessuno finora ha dimostrato la bontà di una ricetta rispetto a un’altra. Di base” aggiunge Paolo con una battuta, “non si può preparare una 24 ore nuotando, quindi bisogna correre”.

La gara del week end
Paolo Rovera è quindi pronto per una nuova sfida lunga 24 ore e probabilmente percorrerà una distanza che anche in auto risulterebbe lunga. La stagione è stata un po’ travagliata e la forma non è ottimale. Ma in ogni caso sarebbe impossibile fare previsioni per una competizione del genere. “L’unica cosa certa è che sarò alla partenza” conclude Paolo, “e correre un altro Mondiale con la maglia azzurra sarà davvero speciale”.

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