Destini temerari
Viviamo l’inganno del tempo,
come respiri di nuvole ai crinali.
Conchiglie frantumate da furia di uragani,
ombre che percepiscono l’agguato
delle Najadi in cattedrali di memorie.
Abbiamo il fiato corto di chi
ha corso per mari a caccia di velieri,
tesori inabissati sono le stagioni
malli di noci che serbano l’aroma.
Corsari in silenzi di rogge
destini temerari, senza approdo.
Oh la campana assorta, note di allegrezza
apriva al vento:
nefasta al figlio dell’uomo la salvezza.