Quando esce da scuola, capita che la ‘povna trovi, al binario del 14.13, ad aspettarla Misogino, il collega che non si perita di urlare (in maniera, secondo lui, “ironicamente simpatica”) contro tutte le colleghe femmine (dicendo loro cose piacevoli come “le donne tutte in cucina”, “ciao, oggi sei bruttissima” e via di questo passo), che insegna nel Prefabbricato. La ‘povna, fin dai tempi di Snape, nel 2006/2007, non aveva mai perso un’occasione per rispondergli, coprendolo anche spesso di ridicolo – incurante dei consigli di pacifisti e bempensanti che – vuoi per un motivo (“dai, non vale la pena, non ti ci confondere”) o per l’altro “suvvia, non vedi?, scherza!”) – suggerivano di lasciarlo stare.
Che un personaggio del genere potesse essere, nel viaggio, compagno gradito della ‘povna è quanto meno dubbio. Però delle volte è impossibile sottrarsi. E lei si picca ancora di conoscere, nel caso servano, le regole della buona educazione.
La conversazione, sul più e sul meno, si trascina ripetuta e stancamente (ché Misogino non è immune, come nessuno, al tempo, e la sua testa comincia a dare, evidenti, parecchi segni di vecchiaia). Qua e là è punteggiata, però, dagli starnuti della ‘povna, che si è presa un’infreddata coi fiocchi, e prevede di passare in questo stato, poveretta, l’intera settimana.
“Senti là!” – osserva Misogino, che con lei ha imparato a provare a trattenersi.
“Eh sì, sono conciata per le feste” – conferma lei, con tono neutro.
Lui, allora, non resiste:
“Sai che le donne non prendono il raffreddore, ma il cimurro, come i gatti!” – scintillio, e pausa soddisfatta, al pensiero di essere riuscito a piazzare, finalmente, un impunito insulto. E poi, a completare l’opera: “Scommetto che non sai nemmeno per davvero che cosa voglio dire”.
“Come osi?” – pensa la ‘povna. Ma sorride, gelida. Per poi procedere a recitare, disinvolta (fermandosi solo tra un fazzoletto e l’altro), lo Xenion I, 5 di Montale.
Misogino ci resta secco. Intanto, la ‘povna ribadisce:
“A proposito, cani, se mai, non gatti: la Morva Canina non prende mai il gatto domestico”.
E infine, mentre il poveretto ormai boccheggia:
“Guarda, la tua fermata, se non sbaglio, è questa. E” – pausa sapiente – “ti consiglio di non provare mai più a ingaggiare una battaglia di metafore con una insegnante di italiano”.
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