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Poesia sulla mafia di rosario crocetta

Creato il 31 marzo 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi
POESIA SULLA MAFIA DI ROSARIO CROCETTA
Questa poesia l’ho scritta durante la famosa guerra di mafia. Nel 1993 nella zona di San Giacomo, nel centro storico di Gela, un giovane consegnò alla madre i corpi dei suoi unici figli crivellati da colpi di pistola. La cosa che più mi colpì fu che i ragazzi furono trasportati a bordo della sua moto ape, sulla quale capeggiava la scritta “Sugnu Malandrinu e mi ni vantu”, gettati sopra dei sacchi di iuta, quelli che in genere si usano per le patate. Rosario Crocetta
Domenica di passione
Concluso che ebbe Il giro, fra i vicoli muti, spiato, da sempre nere madri (in ginocchio nell'ombra) da giovani vedove gelose “della vara d’argento e del cuscino di seta su cui poggiava la testa coronata di spine il figlio del falegname”, fra due ali di folla atterrita lo riconsegnarono agli ori e alle luci dell’avido palazzo. Non sarebbe risorto: a Gela, la pasqua finiva di venerdì. Maria stava lavando L’uscio di casa, quando le restituirono con un motofurgone i corpi crocifissi (da sette colpi a bruciapelo) Dei soli suoi due figli Gettati Sopra un sacco di patate. Sul parabrezza c’era scritto “Sugnu Malandrinu e mi ni vantu”. Era la Domenica delle Palme.
Poesia del Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta

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