Anelito sotto la Pioggia
Ah, s’io potessi bere alla fontana
che limpida sgorgava dalla roccia,
muti cristalli d’avita sapienza
scolpivan rudimenti su sassi ancora puri.
In quel giardino persi ogni speranza
serrato brusco da beffardo fato.
Mai me ne sarei allontanata
pur d’annacquar a vita la mia sete
D’allor m’avvio nella coltre calda
che tenera allieta le giornate buie
ma manca sempre quella luce allegra
colma solare d’ogni mio volere.
Cade copiosa come una sferzata
batte sui vetri, e la mia solitudine
corre lontana con le mani tese
a chi l' inondava d’amabile premura.
Volto inciso dentro la mia mente
da quelle labbra morbide e rosate
sopra un sorriso candido di neve
torno a invocare quanto mi è dovuto.
E nel silenzio il rombo del rovescio
cinge l’arsura d’amore e di sapere.