Dio mi dia
(Adjon az Isten)Dio mi dia fortuna,
amore, mi dia
forno bello caldo,
frumento nel mio staio,
nella mia mano un’altra,
nella lampada la fiamma,
che non debba ancora
andare a letto a quest’ora.
Mi mandi le risposte
a tutte le mie domande,
perchè non crolli la mia fede,
mi dia tanta luce,
al posto di tomba dia vita,
- per me chiedere non è vergogna,
ma anche se non lo chiedo
me lo dia.
Chi porta l’amore
(Ki viszi át a szerelmet)Se si spegne la mia esistenza,
il violino del grillo chi l’adora?
Sul ramo ghiacciato la fiamma chi la spira?
Sull’arcobaleno chi si adagia?
Chi rende morbido campo la roccia,
piangendo, mentre l’abbraccia?
Le crepe nella mura chi l’accarezza?
E da bestemmie chi alza cattedrale
per fedi sconvolte?
Se si spegne la mia esistenza,
l’avvoltoio chi lo scaccia via?
E sull’altra sponda del fiume
chi lo porta l’Amore?
Nagy László poeta ungherese nato nel 1925 a Felsőiszkáz e morto nel 1978 a Budapest, come base di studio ha l’arte e il design, spostandosi in seguito sulla letteratura, lingue e filosofia.
Fra i più affermati della sua generazione, poeta populista e nella sua prima giovinezza era un credente d’ideologia socialista, visionario di grande intensità.
All rights reserved
Under Creative Commons License
Filed under: poesia, scritture, traduzioni Tagged: Ágnes Preszler, Nagy László, poesia, poeti ungheresi, scritture, traduzioni, WSF