“Venuto al mondo”, è il film tratto dall’omonimo libro di Margaret Mazzantini, per la regia di Sergio Castellitto, con Penelope Cruz ed Emile Hirsch. Nel cast anche Pietro Castellitto, Adnan Hasković, Saadet Aksoy, Luca De Filippo, Jane Birkin.
A quasi un mese dall’uscita, riscontra su facebook nella pagina ufficiale “Venuto al mondo - Il film”, un gran numero di fans, si va verso i 12.600. I commenti sono tutti entusiasti, estasiati e pieni di emozione. Qualcuno si spinge a proporlo per l’Oscar. E non ha tutti i torti.
Il 7 novembre è stato presentato a Torino con un’anteprima per la stampa durante la mattinata, seguita dalla conferenza e da una presentazione a inviti la sera per il pubblico. E’ importante rilevare che la proiezione ha visto gli applausi dei giornalisti, cosa rara in quel di Torino alle anteprime. La proiezione serale aperta a un pubblico molto fortunato, conferma il successo con applausi che partono spontanei e carichi di emozione addirittura prima dell’inizio dei titoli di coda.
La coppia Mazzantini - Castellitto, insieme al grandissimo cast, ha dipinto un capolavoro nel quale si trovano tutte le sfumature essenziali: l’amore profondo, il dolore straziante, la passione, la redenzione. La potenza di un film nel quale si è attraversati da attimi di autentico dolore, che lasciano spazio a momenti di respiro profondo e quasi sereno, su strade che scorrono verso il mare con le note di Bruce Springsteen.
Intriganti i continui cambi di scena tra presente e passato che coinvolgono pienamente lo spettatore nella storia. E’ un continuo gioco di rimandi, nel quale anche i silenzi hanno un ritmo.
Si sfiorano attimi di poesia altissimi attraverso i passi danzanti di una bambina o la corsa di un figlio che accompagna suo padre in carrozzina.
Le musiche meritano una menzione d’onore. Tutto fa parte della scrittura e la musica è una protagonista che guida le emozioni.
Questo film avrà anche il merito di far riaprire i libri di storia ad un vasto pubblico.
Sconvolgente, forte, attraversa l’anima.
Accade raramente che un film sia al pari del libro che lo ha generato, ed anche questa volta Castellitto e Mazzantini ci sono riusciti.
Valeria Fioranti