Vanda, Brunetta, Sabatino, compagni in casa Belvedere.
La Terra, nella ritornata ignoranza, è piana e non rotonda. Tutto, nell’universo, le ruota attorno. Infatti su di essa, il figlio si fece uomo, morì sulla croce, salì al Cielo. Altro non è che presunzione del sapere, della ricerca della scoperta. Per questo fu cacciata dal Paradiso Terrestre la meschina curiosità. La cieca obbedienza avrebbe preservato il grande privilegio di vivere angelicamente senza faticare per l’uomo, senza i dolori nel partorire per la donna. Finalmente, nell’Era tecnocratica, la salvezza esige la mortificazione silenziosa. I Tecnici del Palazzo rimettono tutto a posto. L’incoscienza, nell’insipidezza dei sentimenti, ristabilisce l’ottusità. Non sono più ascoltate le discordie e le ambizioni, le invidie per le altrui grandi ricchezze, le esplosioni dei cacciabombardieri nelle missioni di pace, le ingiustizie per le disuguaglianze. Nessuno si lascia vincere dall’umanità del cervello che pensa fortemente e dal cuore che batte velocemente. Sono tutte piccinerie, peccati mortali.
Quando le sensibilità suscitavano emozioni all’altezza delle situazioni, il poeta Giosuè Carducci aveva rivolto, all’esordiente Giovanni Marradi, un incitamento: ”Amare e odiare fortemente”. (Ricordo da un racconto di Tirella).
I L D E P U T A T O
Rosina, un deputato
Non preme una saetta
Che s’intende di Stato:
Se legge una gazzetta,
E se la tiene a mente,
E’ un Licurgo eccellente.
Non importa neppure
Che sappia di finanza:
Di queste seccature
Sa il nome e glien’avanza;
E se non sa di legge,
Sappi che la corregge.
Ma più bravo che mai
Va detto a senso mio,
Se ne’ pubblici guai,
Si sbirba la tornata,
A un tanto la calata.
Che asino, Rosina,
Che asino è colui
Che s’alza la mattina
Pensando al bene altrui!
Il mio signor Mestesso,
E’ il prossimo d’adesso.
L’onore è un trabocchetto
Saltato dal più scaltro;
La Patria, un poderetto
Da sfruttare e nient’altro;
La libertà si prende,
Non si rende, o si vende.
L’armi sono un pretesto
Per urlar qualcosa;
L’Italia è come un testo
Tirato sulla chiosa
E de’ Bianchi e de’ Neri,
Come Dante Alighieri.
Rispetto all’eguaglianza,
Superbi tutti e matti:
Quanto alla fratellanza,
Beati i cani e i gatti:
Senti che patti belli
Che ti fanno i fratelli?
”Fratelli, ma perdio
Intendo che il fratello
La pensi a modo mio;
Altrimenti, al macello”.
A detta di Caino,
Abele era un codino.
-Giuseppe Giusti-
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